Senza stipendio da 27 mesi: sciopero della fame al Maria Cristina
Il consiglio comunale chiede a Emiliano intervento urgente. Damascelli: «Subito commissario e ricollocamento»
martedì 17 aprile 2018
10.03
Hanno iniziato ieri, come annunciato, lo sciopero della fame i 17 lavoratori dell'Azienda di Servizi alla Persona Maria Cristina di Savoia di Bitonto, senza stipendio da 27 mesi e rimasti praticamente ignorati da tutte le istituzioni.
Proprio ieri è arrivata la notizia delle dimissioni in blocco del consiglio d'amministrazione.
«Sono state anche tardive - hanno commentato i dipendenti dell'ASP - è stato il peggior cda della storia e ha dovuto affrontare forse il momento più difficile dell'ente, senza aiuti di Comune, Regione e Città Metropolitana».
Enti che, oltre a non aver sostenuto economicamente la struttura come avrebbero potuto, non avrebbero nemmeno preso in considerazione la situazione disperata dei lavoratori. Una serie incredibile di mancanze passata dal consiglio comunale monotematico dello scorso 13 novembre che ha prodotto un incontro con i vertici regionali, avvenuto il successivo 11 dicembre e che come tutte le altre iniziative non ha prodotto nulla. Paradossale che, anche dopo questo incontro, il presidente della regione Puglia, Michele Emiliano, si dichiari allo scuro dell'intera vicenda. «Siamo stati noi ad informarlo della nostra situazione – hanno detto i dipendenti in protesta in una nota stampa - possibile che nessuno lo abbia mai avvertito?».
Intanto il consiglio comunale ha prodotto ieri un documento condiviso con cui sono stati chiesti interventi urgenti da parte del governatore pugliese.
«L'annosa vicenda che ha visto innumerevoli incontri in sede regionale con tutte le parti istituzionalmente coinvolte – scrivono le forze di maggioranza e opposizione all'unisono per bocca del sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio - è giunta ad un epilogo che nessuno, sono sicuro neanche Lei Presidente,avrebbe voluto, data la Storia dell'antico Istituto Maria Cristina di Savoia. Le chiedo, unitamente a tutto il consiglio comunale nella sua interezza politica e alla mia giunta, di intervenire con fermezza e immediatezza nella risoluzione di questa situazione che sta minando la serenità sociale della mia comunità, da sempre attenta al tema dell'accoglienza e dei più deboli».
Anche il consigliere regionale di Forza Italia, Domenico Damascelli, ha chiesto a Emiliano «un serio e concreto impegno» per risolvere la situazione. Secondo il forzista «è necessario procedere con la nomina immediata di un commissario straordinario, che spero sia un tecnico esperto e non oggetto di trattativa politica».
«La Regione e il commissario devono innanzitutto risolvere la questione dei dipendenti – chiede Damascelli - bisogna agire urgentemente per restituire serenità e dignità ai lavoratori dell'Asp, che non percepiscono lo stipendio da 27 mesi e che non godrebbero di alcun ammortizzatore sociale. Il mandato da affidare al commissario che sarà nominato da Emiliano, a mio avviso, deve muoversi su un doppio binario: la ricollocazione dei dipendenti presso enti pubblici e la redazione di un piano di rilancio dell'ente entro un tempo brevissimo. Alcuni di essi potrebbero essere destinati in altre realtà pubbliche, mentre coloro che hanno qualifiche che non consentono un facile reinserimento potrebbero essere beneficiari di corsi di formazione per il loro impiego in altre strutture pubbliche. Le Asl, ad esempio, hanno la possibilità di inserire gli educatori nell'assistenza scolastica, gli operatori sociosanitari nelle strutture sanitarie, gli impiegati amministrativi negli uffici. E questa è una strada percorribile».
Proprio ieri è arrivata la notizia delle dimissioni in blocco del consiglio d'amministrazione.
«Sono state anche tardive - hanno commentato i dipendenti dell'ASP - è stato il peggior cda della storia e ha dovuto affrontare forse il momento più difficile dell'ente, senza aiuti di Comune, Regione e Città Metropolitana».
Enti che, oltre a non aver sostenuto economicamente la struttura come avrebbero potuto, non avrebbero nemmeno preso in considerazione la situazione disperata dei lavoratori. Una serie incredibile di mancanze passata dal consiglio comunale monotematico dello scorso 13 novembre che ha prodotto un incontro con i vertici regionali, avvenuto il successivo 11 dicembre e che come tutte le altre iniziative non ha prodotto nulla. Paradossale che, anche dopo questo incontro, il presidente della regione Puglia, Michele Emiliano, si dichiari allo scuro dell'intera vicenda. «Siamo stati noi ad informarlo della nostra situazione – hanno detto i dipendenti in protesta in una nota stampa - possibile che nessuno lo abbia mai avvertito?».
Intanto il consiglio comunale ha prodotto ieri un documento condiviso con cui sono stati chiesti interventi urgenti da parte del governatore pugliese.
«L'annosa vicenda che ha visto innumerevoli incontri in sede regionale con tutte le parti istituzionalmente coinvolte – scrivono le forze di maggioranza e opposizione all'unisono per bocca del sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio - è giunta ad un epilogo che nessuno, sono sicuro neanche Lei Presidente,avrebbe voluto, data la Storia dell'antico Istituto Maria Cristina di Savoia. Le chiedo, unitamente a tutto il consiglio comunale nella sua interezza politica e alla mia giunta, di intervenire con fermezza e immediatezza nella risoluzione di questa situazione che sta minando la serenità sociale della mia comunità, da sempre attenta al tema dell'accoglienza e dei più deboli».
Anche il consigliere regionale di Forza Italia, Domenico Damascelli, ha chiesto a Emiliano «un serio e concreto impegno» per risolvere la situazione. Secondo il forzista «è necessario procedere con la nomina immediata di un commissario straordinario, che spero sia un tecnico esperto e non oggetto di trattativa politica».
«La Regione e il commissario devono innanzitutto risolvere la questione dei dipendenti – chiede Damascelli - bisogna agire urgentemente per restituire serenità e dignità ai lavoratori dell'Asp, che non percepiscono lo stipendio da 27 mesi e che non godrebbero di alcun ammortizzatore sociale. Il mandato da affidare al commissario che sarà nominato da Emiliano, a mio avviso, deve muoversi su un doppio binario: la ricollocazione dei dipendenti presso enti pubblici e la redazione di un piano di rilancio dell'ente entro un tempo brevissimo. Alcuni di essi potrebbero essere destinati in altre realtà pubbliche, mentre coloro che hanno qualifiche che non consentono un facile reinserimento potrebbero essere beneficiari di corsi di formazione per il loro impiego in altre strutture pubbliche. Le Asl, ad esempio, hanno la possibilità di inserire gli educatori nell'assistenza scolastica, gli operatori sociosanitari nelle strutture sanitarie, gli impiegati amministrativi negli uffici. E questa è una strada percorribile».