"Senza una visione nuova il Sud affonderà"
L'inclemente previsione emerge dal libro Buonanotte Mezzogiorno
venerdì 16 giugno 2017
16.12
"La classe dirigente del Sud non ha una visione, una idea alternativa di sviluppo rispetto a quella, fallimentare, degli ultimi 30 anni". A giungere a questa conclusione, sulla base di uno studio condotto dalle Università di Bari, Messina e Salento e confluito nel libro "Buonanotte Mezzogiorno", presentato ieri sera a Bitonto nell'ambito di un incontro organizzato dall'Accademia Vitale Giordano, in collaborazione con La Libreria del Teatro, è proprio uno dei due autori, il docente di Sociologia generale presso l'Ateneo barese, Onofrio Romano. Una idea che si potrebbe definire pessimistica, ma che, come ha spiegato Romano (che ha firmato la parte conclusiva dello studio insieme a Daniele Petrosino), rispecchia la realtà di una impasse politico-culturale in cui è piombato il Mezzogiorno. Ciò non vuol dire che non ci siano speranze, come lo stesso titolo del volume autorizza ad avere, perché "la notte è anche il momento in cui si sogna". Ma dalle analisi degli studiosi emerge un quadro negativo. L'esortazione evangelica, "Sud, alzati e cammina!", che ha ispirato le politiche condotte negli ultimi trent'anni nel Mezzogiorno, le politiche del "localismo virtuoso" fondate sull'idea che lo sviluppo di un territorio dipenda essenzialmente dall'autoattivazione dei suoi attori, è stata un fallimento.
Romano, incalzato dal responsabile della redazione di BitontoViva, Mauro Denigris, ha illustrato gli effetti della lunga Recessione globale iniziata nel 2008. Sul piano economico, i risultati appaiono sconfortanti. Sul piano culturale, si registra la sostanziale scomparsa del Sud dalla "dieta" mediatica nazionale. Il rinnovato protagonismo nelle forme di autorappresentazione che sembra controbilanciare questo evento non si sostanzia, tuttavia, nella costruzione di un punto di vista autonomo, finendo piuttosto per disperdersi nel grande calderone della società dello spettacolo. La classe dirigente meridionale pare riconoscere il fallimento, ma continua per inerzia a scommettere sullo stesso paradigma fin qui egemone. È questo il punto più preoccupante che emerge dall'indagine. Non il ristagno del Sud, quanto la scarsa fiducia, manifestata dai membri della sua classe dirigente, che il sentiero da essi stessi indicato possa condurre effettivamente a una stagione di rinascimento. La crisi di "visione" precede e consolida la crisi reale.
Come detto, però, anche dal sindaco Michele Abbaticchio e dal presidente dell'Accademia, Silvio Vacca, i meridionali hanno fatto tanto e bene. Dunque la speranza è l'ultima a morire.
Romano, incalzato dal responsabile della redazione di BitontoViva, Mauro Denigris, ha illustrato gli effetti della lunga Recessione globale iniziata nel 2008. Sul piano economico, i risultati appaiono sconfortanti. Sul piano culturale, si registra la sostanziale scomparsa del Sud dalla "dieta" mediatica nazionale. Il rinnovato protagonismo nelle forme di autorappresentazione che sembra controbilanciare questo evento non si sostanzia, tuttavia, nella costruzione di un punto di vista autonomo, finendo piuttosto per disperdersi nel grande calderone della società dello spettacolo. La classe dirigente meridionale pare riconoscere il fallimento, ma continua per inerzia a scommettere sullo stesso paradigma fin qui egemone. È questo il punto più preoccupante che emerge dall'indagine. Non il ristagno del Sud, quanto la scarsa fiducia, manifestata dai membri della sua classe dirigente, che il sentiero da essi stessi indicato possa condurre effettivamente a una stagione di rinascimento. La crisi di "visione" precede e consolida la crisi reale.
Come detto, però, anche dal sindaco Michele Abbaticchio e dal presidente dell'Accademia, Silvio Vacca, i meridionali hanno fatto tanto e bene. Dunque la speranza è l'ultima a morire.