SI: «È venuta a mancare la fiducia nelle istituzioni locali e nazionali»
La sezione locale del partito commenta la situazione dopo la morte durante una sparatoria di Anna Rosa Tarantino
giovedì 4 gennaio 2018
17.06
Una situazione già nota a molti e per la quale le istituzioni di tutti i livelli hanno tardato a prendere adeguate contromisure. È questa, in estrema sintesi, la lettura dello scenario cittadino attuale dopo la morte di Anna Rosa Tarantino, l'84enne morta lo scorso 30 dicembre durante una sparatoria fra clan rivali da parte della locale sezione di Sinistra Italiana.
«L'omicidio della signora Tarantino – scrivono in una nota i referenti del partito - ha avuto conseguenze immediate e reazioni scontate. I Carabinieri si accorgono che a 20 metri dalla loro Stazione esiste un grosso centro di spaccio. Uomini e mezzi sono pochi e male utilizzati. È lampante. I sindacati di Polizia lo denunciano da tempo, non da ieri. Il ministro Minniti dichiara che la criminalità è un problema serio a Bitonto. Se ne accorge solo ora? E tutti gli appelli, veri o presunti delle Istituzioni locali di questi anni perché sono caduti nel vuoto?».
E se la marcia in memoria della signora Anna Rosa - cui gli attivisti del partito hanno preso parte - ha, da un lato, i suoi aspetti positivi, dall'altro, secondo SI, «è parsa finalizzato più alla visibilità di alcuni politici. Gli stessi che da tempo avrebbero dovuto accorgersi che a Bitonto la malavita più spavalda ha alzato il tiro. Va bene tutto. Ma ora parliamo seriamente. C'è una larghissima parte della città che sembra non aver colto la gravità della situazione fregandosene degli appelli alla manifestazione o dell'ordinanza di divieto dei botti di fine anno. Perché? Noi crediamo che sia venuta a mancare la fiducia verso le Istituzioni sia locali che nazionali».
«D'altronde – si legge ancora nella nota - è difficile dargli torto quando si assiste ogni giorno ad assessori che si dimettono per far posto ai propri figli in Consiglio Comunale. O segretari particolari che in spregio ai più elementari bandi pubblici vengono nominati per creare nuovi incarichi di sottogoverno. O politici, o pseudotali, che saltano da una parte all'altra a seconda delle opportunità. Un'amministrazione che non si costituisce parte civile nel processo per la sparatoria del 2013 in piazza Partigiani d'Italia. Ci chiediamo: ma prima di chiedere ai cittadini di fare gli eroi non dovreste essere voi i primi a dare segni di moralità e coraggio?».
«La "passeggiata" del 2 gennaio – sono certi i referenti di SI Bitonto - ha dimostrato che la famosa rivendicazione del Sindaco - Abbiamo fatto rinascere il centro storico - è una bufala grande quanto una casa. A parte la "rinata" piazza Cavour e dintorni tutto è abbandonato a se stesso. Incapacità o paura di disturbare certi centri di criminalità? E chiedono coraggio ai cittadini. Lo diciamo da tempo: a Bitonto esiste un disagio sociale inascoltato o peggio deriso».
Per i referenti della locale sezione di SI il problema sarebbe «la mancanza di lavoro non il consumo di sostanze stupefacenti. Dimostri lei coraggio iniziando una campagna di sensibilizzazione per la legalizzazione che parta proprio da Bitonto. Sarebbe un bel segnale. Ma si sa, quando si cercano voti a destra e a manca ogni iniziativa fuori dalla democristiana mediocrità potrebbe risultare mortifera, non per il paese ma per la sua carriera».
«L'omicidio della signora Tarantino – scrivono in una nota i referenti del partito - ha avuto conseguenze immediate e reazioni scontate. I Carabinieri si accorgono che a 20 metri dalla loro Stazione esiste un grosso centro di spaccio. Uomini e mezzi sono pochi e male utilizzati. È lampante. I sindacati di Polizia lo denunciano da tempo, non da ieri. Il ministro Minniti dichiara che la criminalità è un problema serio a Bitonto. Se ne accorge solo ora? E tutti gli appelli, veri o presunti delle Istituzioni locali di questi anni perché sono caduti nel vuoto?».
E se la marcia in memoria della signora Anna Rosa - cui gli attivisti del partito hanno preso parte - ha, da un lato, i suoi aspetti positivi, dall'altro, secondo SI, «è parsa finalizzato più alla visibilità di alcuni politici. Gli stessi che da tempo avrebbero dovuto accorgersi che a Bitonto la malavita più spavalda ha alzato il tiro. Va bene tutto. Ma ora parliamo seriamente. C'è una larghissima parte della città che sembra non aver colto la gravità della situazione fregandosene degli appelli alla manifestazione o dell'ordinanza di divieto dei botti di fine anno. Perché? Noi crediamo che sia venuta a mancare la fiducia verso le Istituzioni sia locali che nazionali».
«D'altronde – si legge ancora nella nota - è difficile dargli torto quando si assiste ogni giorno ad assessori che si dimettono per far posto ai propri figli in Consiglio Comunale. O segretari particolari che in spregio ai più elementari bandi pubblici vengono nominati per creare nuovi incarichi di sottogoverno. O politici, o pseudotali, che saltano da una parte all'altra a seconda delle opportunità. Un'amministrazione che non si costituisce parte civile nel processo per la sparatoria del 2013 in piazza Partigiani d'Italia. Ci chiediamo: ma prima di chiedere ai cittadini di fare gli eroi non dovreste essere voi i primi a dare segni di moralità e coraggio?».
«La "passeggiata" del 2 gennaio – sono certi i referenti di SI Bitonto - ha dimostrato che la famosa rivendicazione del Sindaco - Abbiamo fatto rinascere il centro storico - è una bufala grande quanto una casa. A parte la "rinata" piazza Cavour e dintorni tutto è abbandonato a se stesso. Incapacità o paura di disturbare certi centri di criminalità? E chiedono coraggio ai cittadini. Lo diciamo da tempo: a Bitonto esiste un disagio sociale inascoltato o peggio deriso».
Per i referenti della locale sezione di SI il problema sarebbe «la mancanza di lavoro non il consumo di sostanze stupefacenti. Dimostri lei coraggio iniziando una campagna di sensibilizzazione per la legalizzazione che parta proprio da Bitonto. Sarebbe un bel segnale. Ma si sa, quando si cercano voti a destra e a manca ogni iniziativa fuori dalla democristiana mediocrità potrebbe risultare mortifera, non per il paese ma per la sua carriera».