Slittamento rientro scuola, il preside della "Cassano-De Renzio" scrive
Ma il governo è irremovibile ed il Ministro Bianchi gela i dirigenti
sabato 8 gennaio 2022
Un appello affinché la scuola non torni in presenza il prossimo 10 gennaio, e una richiesta di rinvio al 31 del mese con contestuale attivazione della DaD. È quanto hanno presentato al Governo presidi, docenti e personale ATA. Un documento nato su iniziativa di una quindicina di presidi, poi rilanciato dal web, per arrivare ad essere ora anche una petizione online che ha raggiunto quasi 7.500 firme.
Tra coloro i quali hanno firmato questo appello c'è anche il preside Saverio Pansini, della "Cassano-De Renzio", oltre a decine di dirigenti scolastici di tutta l'Area Metropolitana di Bari.
Nella richiesta sostengono che: «Una programmata e provvisoria sospensione delle lezioni in presenza (con l'attivazione di lezioni a distanza) per due settimane è sicuramente preferibile ad una situazione ingestibile che provocherà con certezza frammentazione, interruzione delle lezioni e scarsa efficacia formativa. Lo vogliamo sostenere con forza, decisione e con la consapevolezza di chi è responsabile in prima persona della tutela della salute e della sicurezza di migliaia di persone».
«L'appello fatto in queste ore da alcuni colleghi è una richiesta fatta in autonomia - sottolinea Roberto Romito di ANP (associazione nazionale presidi) Puglia - Noi come ANP avevamo chiesto di posticipare il rientro in classe, ma la nostra richiesta non è stata accettata. Fare una richiesta del genere ora quanto ormai il Consiglio dei Ministri si è espresso per un ritorno in classe il 10 purtroppo non ha molto senso. I dubbi sono molti, e temiamo un incremento dei contagi con il rientro in classe, e sappiamo che le Asl rischiano di avere difficoltà ad effettuare il tracciamento previsto, ma non possiamo fare altro che seguire le regole stabilite dal Governo».
«Inoltre - prosegue Romito - sarà un problema per gli istituti scolastici mettere in pratica quanto previsto per quanto riguarda le scuole superiori, in quanto non si hanno elenchi degli studenti vaccinati».
E ai genitori che hanno dubbi se mandare o meno a scuola i propri figli lunedì, dice: «I genitori devono fidarsi della scuola, ed essere consapevoli che la scuola si muove in un ambito di regole dettate dai regolamenti. Se i ragazzi non vengono a scuola sono assenti e devono motivare l'assenza, non per questo è possibile attivare la DaD per loro. Saranno i dirigenti scolastici sulla base del numero dei contagi a decidere per la didattica a distanza o meno».
«Ciò che non vogliamo è ritrovarci in una situazione come quella dello scorso anno - conclude Romito - non vogliamo una DaD a pelle di leopardo, come capitato a causa della possibilità di scelta».
La risposta del Ministero della Pubblica Istruzione è stata tuttavia molto ferma e non ha lasciato spazio a fraintendimenti di sorta: «Nessun ripensamento sul ritorno a scuola in presenza - ha sottolineato Patrizio Bianchi a margine delle celebrazioni per il Tricolore - Siamo molto attenti a voci che arrivano dal Paese, ma anche alle tante che dicono che la scuola resti in presenza».
Tra coloro i quali hanno firmato questo appello c'è anche il preside Saverio Pansini, della "Cassano-De Renzio", oltre a decine di dirigenti scolastici di tutta l'Area Metropolitana di Bari.
Nella richiesta sostengono che: «Una programmata e provvisoria sospensione delle lezioni in presenza (con l'attivazione di lezioni a distanza) per due settimane è sicuramente preferibile ad una situazione ingestibile che provocherà con certezza frammentazione, interruzione delle lezioni e scarsa efficacia formativa. Lo vogliamo sostenere con forza, decisione e con la consapevolezza di chi è responsabile in prima persona della tutela della salute e della sicurezza di migliaia di persone».
«L'appello fatto in queste ore da alcuni colleghi è una richiesta fatta in autonomia - sottolinea Roberto Romito di ANP (associazione nazionale presidi) Puglia - Noi come ANP avevamo chiesto di posticipare il rientro in classe, ma la nostra richiesta non è stata accettata. Fare una richiesta del genere ora quanto ormai il Consiglio dei Ministri si è espresso per un ritorno in classe il 10 purtroppo non ha molto senso. I dubbi sono molti, e temiamo un incremento dei contagi con il rientro in classe, e sappiamo che le Asl rischiano di avere difficoltà ad effettuare il tracciamento previsto, ma non possiamo fare altro che seguire le regole stabilite dal Governo».
«Inoltre - prosegue Romito - sarà un problema per gli istituti scolastici mettere in pratica quanto previsto per quanto riguarda le scuole superiori, in quanto non si hanno elenchi degli studenti vaccinati».
E ai genitori che hanno dubbi se mandare o meno a scuola i propri figli lunedì, dice: «I genitori devono fidarsi della scuola, ed essere consapevoli che la scuola si muove in un ambito di regole dettate dai regolamenti. Se i ragazzi non vengono a scuola sono assenti e devono motivare l'assenza, non per questo è possibile attivare la DaD per loro. Saranno i dirigenti scolastici sulla base del numero dei contagi a decidere per la didattica a distanza o meno».
«Ciò che non vogliamo è ritrovarci in una situazione come quella dello scorso anno - conclude Romito - non vogliamo una DaD a pelle di leopardo, come capitato a causa della possibilità di scelta».
La risposta del Ministero della Pubblica Istruzione è stata tuttavia molto ferma e non ha lasciato spazio a fraintendimenti di sorta: «Nessun ripensamento sul ritorno a scuola in presenza - ha sottolineato Patrizio Bianchi a margine delle celebrazioni per il Tricolore - Siamo molto attenti a voci che arrivano dal Paese, ma anche alle tante che dicono che la scuola resti in presenza».