Soldi per cure: l'Ordine dei medici sospende Giuseppe Rizzi
Omceo: «Raccolti elementi necessari ed indispensabili ad una valutazione»
giovedì 10 giugno 2021
9.38
L'Ordine dei medici di Bari ha deciso di sospendere ope legis l'oncologo di Bitonto Giuseppe Rizzi, accusato di aver preso soldi da un paziente per cure mediche.
Lo rende noto con un comunicato in cui si spiega che l'ordine: «È appena entrato in possesso degli elementi necessari e indispensabili ad una valutazione della posizione del dottor Giuseppe Rizzi, ex dipendente dell'Istituto Tumori 'Giovanni Paolo II' di Bari, peraltro già destinatario di un provvedimento di licenziamento da parte dell'istituto. Questi elementi sono l'ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice penale a carico del dott. Rizzi e la delibera che ha disposto il suo licenziamento».
La sospensione decretata per impedire che il dottor Rizzi possa proseguire l'esercizio professionale finché il provvedimento cautelare sarà in essere.
«L'Ordine ha inoltre avviato la fase istruttoria di raccolta di ulteriori documenti che possano essere utili alla Commissione disciplinare per procedere ad una valutazione dell'operato del medico», conclude la nota.
Lo rende noto con un comunicato in cui si spiega che l'ordine: «È appena entrato in possesso degli elementi necessari e indispensabili ad una valutazione della posizione del dottor Giuseppe Rizzi, ex dipendente dell'Istituto Tumori 'Giovanni Paolo II' di Bari, peraltro già destinatario di un provvedimento di licenziamento da parte dell'istituto. Questi elementi sono l'ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice penale a carico del dott. Rizzi e la delibera che ha disposto il suo licenziamento».
La sospensione decretata per impedire che il dottor Rizzi possa proseguire l'esercizio professionale finché il provvedimento cautelare sarà in essere.
«L'Ordine ha inoltre avviato la fase istruttoria di raccolta di ulteriori documenti che possano essere utili alla Commissione disciplinare per procedere ad una valutazione dell'operato del medico», conclude la nota.