Soldi per farmaci oncologici: il medico bitontino Rizzi condannato a 9 anni
L'accusa è di aver raggirato diversi pazienti terminali facendosi pagare prestazioni sanitarie e farmaci spacciati per "miracolosi"
martedì 25 ottobre 2022
17.40
Il Tribunale di Bari ha condannato a 9 anni di reclusione l'oncologo bitontino Giuseppe Rizzi, 66enne, ex dirigente medico dell'istituto tumori Giovanni Paolo II di Bari, accusato di concussione per aver raggirato 16 pazienti terminali.
Il professionista, che fu subito licenziato per motivi disciplinari dall'Oncologico - secondo l'accusa - si è fatto pagare fino a 7mila euro per ogni iniezione di un farmaco che diceva "miracoloso", dando così ai malati false speranze di guarigione e costringendoli a pagare centinaia di migliaia di euro (oltre 2,5 milioni in totale in 10 anni) per prestazioni sanitarie alle quali i pazienti avevano diritto gratuitamente.
Rizzi, che è agli arresti domiciliari dal maggio 2021, avrebbe agito con la complicità della compagna co-imputata, l'avvocatessa Maria Antonietta Sancipriani, che gestiva un Caf a Bari adibito all'occorrenza abusivamente ad ambulatorio medico. La donna, giudicata assieme al marito con rito abbreviato, è stata condannata a 5 anni e 6 mesi. Il pm Marcello Quercia aveva chiesto 10 anni per il medico e 4 anni per la moglie.
Entrambi sono stati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici; per Rizzi è stata disposta l'estinzione del rapporto di lavoro con l'amministrazione di provenienza. Marito e moglie sono stati inoltre condannati a pagare, in solido, la provvisionale a titolo di risarcimento alle 13 parti civili per complessivi 329mila euro. Di questi, 30mila euro all'Oncologico, 10mila all'Ordine dei Medici e la restante parte ad 11 pazienti.
Ulteriore riparazione del danno potrà essere chiesta dalle parti in sede civile.
Il professionista, che fu subito licenziato per motivi disciplinari dall'Oncologico - secondo l'accusa - si è fatto pagare fino a 7mila euro per ogni iniezione di un farmaco che diceva "miracoloso", dando così ai malati false speranze di guarigione e costringendoli a pagare centinaia di migliaia di euro (oltre 2,5 milioni in totale in 10 anni) per prestazioni sanitarie alle quali i pazienti avevano diritto gratuitamente.
Rizzi, che è agli arresti domiciliari dal maggio 2021, avrebbe agito con la complicità della compagna co-imputata, l'avvocatessa Maria Antonietta Sancipriani, che gestiva un Caf a Bari adibito all'occorrenza abusivamente ad ambulatorio medico. La donna, giudicata assieme al marito con rito abbreviato, è stata condannata a 5 anni e 6 mesi. Il pm Marcello Quercia aveva chiesto 10 anni per il medico e 4 anni per la moglie.
Entrambi sono stati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici; per Rizzi è stata disposta l'estinzione del rapporto di lavoro con l'amministrazione di provenienza. Marito e moglie sono stati inoltre condannati a pagare, in solido, la provvisionale a titolo di risarcimento alle 13 parti civili per complessivi 329mila euro. Di questi, 30mila euro all'Oncologico, 10mila all'Ordine dei Medici e la restante parte ad 11 pazienti.
Ulteriore riparazione del danno potrà essere chiesta dalle parti in sede civile.