Soldi per farmaci oncologici, ridotta la condanna al bitontino Rizzi

Da 9 anni a 6 anni e 4 mesi, accolto il concordato proposto dalla difesa. Restituiti 1,7 milioni di beni confiscati

domenica 11 febbraio 2024 18.15
A cura di La redazione
La Corte d'Appello di Bari ha ridotto a 6 anni, 4 mesi e 10 giorni (dai 9 del primo grado) la condanna nei confronti dell'oncologo bitontino Giuseppe Rizzi, 68enne ex dirigente medico del Giovanni Paolo II di Bari, accusato di avere ricevuto dai pazienti 7mila euro per ogni iniezione di un farmaco, dando loro false speranze.

In 10 anni, secondo l'accusa, avrebbe ricevuto dai pazienti fino a 2,5 milioni di euro. La Corte (presidente Antonio Civita), accogliendo la richiesta di concordato che l'avvocato Mario Malcangi aveva concluso con la Procura e dopo avere riqualificato la concussione e la truffa ai danni dello Stato in truffa aggravata e abuso d'ufficio, ha ridotto a 1 anno, 11 mesi e 10 giorni la condanna (5 anni) per la moglie di Rizzi, il legale Maria Antonietta Sancipriani che avrebbe aiutato il marito.

I due sono stati pure condannati a pagare una multa rispettivamente di 2.144 e mille euro. Gli imputati sono stati giudicati col rito abbreviato. Delle 13 parti civili inizialmente costituitesi ne sono rimaste due, l'Istituto Tumori e l'Ordine dei Medici. Gli 11 pazienti costituiti sono stati risarciti. In primo grado, Rizzi e Sancipriani erano stati condannati al pagamento di una provvisionale di 329mila euro per le parti civili: di questi, 10mila per l'Ordine dei Medici e 30mila per l'Irccs di Bari.

In occasione dell'arresto, i Carabinieri sequestrarono a Rizzi circa 1,7 milioni di euro in contanti, oltre ad 11 reperti archeologici. Per quanto riguarda le somme sequestrate, la Cassazione aveva già stabilito la restituzione di una prima tranche di 95mila euro. La Corte d'Appello, infine, ha disposto la restituzione intera.