Sparatoria a Cesinali, in tre patteggiano: 4 anni agli arresti domiciliari

Decaduta l'ipotesi di reato di tentata rapina, Valentini, Montereale e Capocchiano hanno già lasciato il carcere di Avellino

domenica 29 ottobre 2023 9.18
A cura di Nicola Miccione
Hanno scelto il patteggiamento a 4 anni e hanno lasciato la casa circondariale di Avellino, dove erano reclusi, il 57enne Giuseppe Valentini e il 38enne Vincenzo Montereale, entrambi di Bitonto, e il 35enne Valentino Capocchiano, di Grumo Appula, coinvolti nel conflitto a fuoco con la Polizia, il 13 ottobre 2022, a Cesinali.

Sotto la pioggia dei colpi, uno dei presunti rapinatori - Giovanni Rinaldi, 31enne di Cerignola - fu colpito da un proiettile e morì. I tre, difesi dagli avvocati Massimo Chiusolo e Nicola Quaranta, accusati di resistenza a pubblico ufficiale, detenzione illecita di arma da fuoco, furto di auto e tentato omicidio, sono stati scagionati dal reato di tentata rapina dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Avellino, Marcello Rotondi, poiché «l'evento in questione non si è mai verificato».

Inoltre, fin dagli interrogatori, i tre avevano negato questa accusa, sostenendo che erano in Irpinia per rubare auto e nessuno aveva sparato colpi di pistola contro i poliziotti. E anche il giudice per le indagini preliminari Paolo Cassano, durante la convalida delle misure, ha considerato l'ipotesi di un assalto armato come «una mera illazione in quanto non supportata da alcuno elemento di prova che il gruppo criminale fosse in procinto di assaltare un portavalori dell'istituto Cosmopol».

Nei loro confronti, durante l'udienza preliminare, «ritenuta la continuazione» le parti hanno concordato una pena di 4 anni di reclusione da scontare ai domiciliari con il braccialetto elettronico. Tutto si verificò la sera del 13 ottobre 2022, quando la banda fu intercettata sull'Ofantina: nell'inseguimento i rapinatori riuscirono più volte a seminare le pantere della Squadra Mobile di Avellino, ma il piano di accerchiamento costrinse i rapinatori in un "imbuto" vicino al cimitero di Cesinali.

Un'auto si fermò al posto di blocco, ma forzò lo sbarramento degli agenti e ne nacque un conflitto a fuoco. Uno dei rapinatori a bordo della vettura rimase ucciso. I poliziotti lo trovarono col volto coperto dal passamontagna riverso sul sedile posteriore della vettura che aveva imboccato un passaggio a livello immettendosi sulla strada ferrata. Per il fatto, cinque agenti, tre di questi della Questura di Foggia, furono indagati come atto dovuto necessario a chiarire la dinamica dei fatti.

Gli altri malviventi riuscirono a scappare. Uno di loro, il boss foggiano Savino Ariostini, verrà arrestato la mattina dopo. Quest'ultimo, 53enne, ritenuto elemento di spicco della criminalità dauna e vicino al clan Moretti-Pellegrino-Lanza, era latitante dal 2020. Era stato condannato a 15 anni di carcere, 7 dei quali già scontati.