Sparatoria in strada, passante uccisa. Il mandante era Domenico Conte
Emesso un ordine di arresto. Il presunto boss, da ieri latitante, avrebbe avuto un ruolo decisivo. Arrestato un altro sodale 28enne
sabato 21 aprile 2018
14.34
Carabinieri e Polizia di Stato sono da ieri sulle tracce di Domenico Conte, ritenuto al vertice dell'omonimo clan, a cui devono notificare un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Giovanni Anglana: il presunto boss, latitante, è ritenuto il mandante della tragica sparatoria del 30 dicembre scorso.
Il ruolo di mandante dell'azione di fuoco a seguito della quale è stato ferito il giovane gregario del gruppo Cipriano, Giuseppe Casadibari ed uccisa Anna Rosa Tarantino, emerge da Vito Antonio Tarullo, elemento di vertice del gruppo Conte, nel frattempo divenuto collaboratore di giustizia, che ha raccontato, ad esempio, che il presunto boss avrebbe ordinato di «sparare chiunque fosse capitato a tiro» del gruppo criminale di Francesco Colasuonno.
Le indagini di Carabinieri e Polizia, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, hanno consentito di ricostruire la faida in atto a Bitonto, tra il gruppo Conte, operativo nella periferia urbana, e il gruppo Cipriano, operativo nel centro storico, entrambi attivi nel settore del traffico e della commercializzazione di sostanze stupefacenti, attraverso il controllo di piazze di spaccio ricadenti nei rispettivi territori di influenza.
Detti contrasti, datati nel tempo, hanno fatto registrare una recrudescenza nell'autunno 2017, a seguito della defezione di taluni esponenti del gruppo Cipriano transitati nel rivale gruppo Conte. Di tale scissione si è avvantaggiata la consorteria attiva nella periferia cittadina, che ha così creato una enclave nel borgo antico, nella quale è stata immediatamente attivata una piazza di spaccio.
Ciò contrastava con gli analoghi interessi del gruppo Cipriano che, fino a quel momento egemone nel centro storico bitontino, ha visto così minacciato l'indotto proveniente dal mercato degli stupefacenti.
In tale quadro, a partire dalla vigilia di Natale dello scorso anno, in un crescendo di episodi di violenza ed aggressioni, i due gruppi rivali si sono affrontati armi in pugno, fino alla giornata del 29 dicembre, allorquando, esponenti del gruppo Cipriano hanno intimato all'ex sodale Cosimo Liso, anche lui transitato nel gruppo Conte, di abbandonare la propria abitazione nel centro storico.
Tale minaccia ha provocato la reazione di Liso che, secondo gli accertamenti investigativi, nella prima mattina del 30 dicembre, con una prima azione armata, ha innescato, in un meccanismo di "botta e risposta", una serie di azioni di fuoco per le vie di Bitonto, culminate con la tragica sparatoria a seguito della quale è stata mortalmente ferita Anna Rosa Tarantino e ferito anche il giovane gregario del gruppo Cipriano, Giuseppe Casadibari.
Da qui l'accusa di mandante dell'ultima azione di fuoco. Carabinieri e Polizia che, dal 30 dicembre, stanno cercando di riscrivere la verità sull'omicidio di Anna Rosa Tarantino ha messo insieme gli elementi raccolti individuando mandanti ed esecutori materiali rimasti per alcuni mesi impuniti. Assieme al presunto boss Domenico Conte, è stato raggiunto dalla stessa ordinanza di custodia cautelare il 28enne Alessandro D'Elia.
Domenico Conte, a cui magistratura e forze dell'ordine stanno dando la caccia da ieri, è sparito. Uno degli esponenti più pericolosi della criminalità della terra di Bari, imputato perché mandante dell'azione di fuoco del 30 dicembre, è latitante. Da ieri, sembra essere svanito nel nulla.
Il ruolo di mandante dell'azione di fuoco a seguito della quale è stato ferito il giovane gregario del gruppo Cipriano, Giuseppe Casadibari ed uccisa Anna Rosa Tarantino, emerge da Vito Antonio Tarullo, elemento di vertice del gruppo Conte, nel frattempo divenuto collaboratore di giustizia, che ha raccontato, ad esempio, che il presunto boss avrebbe ordinato di «sparare chiunque fosse capitato a tiro» del gruppo criminale di Francesco Colasuonno.
Le indagini di Carabinieri e Polizia, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, hanno consentito di ricostruire la faida in atto a Bitonto, tra il gruppo Conte, operativo nella periferia urbana, e il gruppo Cipriano, operativo nel centro storico, entrambi attivi nel settore del traffico e della commercializzazione di sostanze stupefacenti, attraverso il controllo di piazze di spaccio ricadenti nei rispettivi territori di influenza.
Detti contrasti, datati nel tempo, hanno fatto registrare una recrudescenza nell'autunno 2017, a seguito della defezione di taluni esponenti del gruppo Cipriano transitati nel rivale gruppo Conte. Di tale scissione si è avvantaggiata la consorteria attiva nella periferia cittadina, che ha così creato una enclave nel borgo antico, nella quale è stata immediatamente attivata una piazza di spaccio.
Ciò contrastava con gli analoghi interessi del gruppo Cipriano che, fino a quel momento egemone nel centro storico bitontino, ha visto così minacciato l'indotto proveniente dal mercato degli stupefacenti.
In tale quadro, a partire dalla vigilia di Natale dello scorso anno, in un crescendo di episodi di violenza ed aggressioni, i due gruppi rivali si sono affrontati armi in pugno, fino alla giornata del 29 dicembre, allorquando, esponenti del gruppo Cipriano hanno intimato all'ex sodale Cosimo Liso, anche lui transitato nel gruppo Conte, di abbandonare la propria abitazione nel centro storico.
Tale minaccia ha provocato la reazione di Liso che, secondo gli accertamenti investigativi, nella prima mattina del 30 dicembre, con una prima azione armata, ha innescato, in un meccanismo di "botta e risposta", una serie di azioni di fuoco per le vie di Bitonto, culminate con la tragica sparatoria a seguito della quale è stata mortalmente ferita Anna Rosa Tarantino e ferito anche il giovane gregario del gruppo Cipriano, Giuseppe Casadibari.
Da qui l'accusa di mandante dell'ultima azione di fuoco. Carabinieri e Polizia che, dal 30 dicembre, stanno cercando di riscrivere la verità sull'omicidio di Anna Rosa Tarantino ha messo insieme gli elementi raccolti individuando mandanti ed esecutori materiali rimasti per alcuni mesi impuniti. Assieme al presunto boss Domenico Conte, è stato raggiunto dalla stessa ordinanza di custodia cautelare il 28enne Alessandro D'Elia.
Domenico Conte, a cui magistratura e forze dell'ordine stanno dando la caccia da ieri, è sparito. Uno degli esponenti più pericolosi della criminalità della terra di Bari, imputato perché mandante dell'azione di fuoco del 30 dicembre, è latitante. Da ieri, sembra essere svanito nel nulla.