«Sportivamente… rimettiamoci in gioco», l’integrazione parte dal calcio
La Polisportiva Elos protagonista ieri in un torneo per dare un calcio alle barriere
domenica 18 febbraio 2018
11.38
L'Associazione Polisportiva Disabili Elos di Bitonto è scesa ancora una volta in campo ieri per dare un calcio alle barriere e ai confini. Nell'ambito della nona edizione del campionato regionale di Calcio a 6 ANPIS 2017/2018 "Sportivamente… rimettiamoci in gioco", organizzato dal C.S.I. Puglia (Centro Sportivo Italiano) e dall'A.N.P.I.S. Puglia (Associazione Nazionale Polisportive per l'Integrazione Sociale), le dodici squadre che si alternano nelle partite sono giunte a metà del campionato.
Ieri mattina è toccato alla Elos Bitonto giocare fuori casa, a Taurisano, in provincia di Lecce, ospitata dal Sol Levante A. Assieme agli atleti diversamente abili, nella squadra composta da sei giocatori sono due, in numero massimo, gli operatori schierati in campo. Così vincono tutti, vince il team, vincono la ricchezza di sfumature e colori e la partecipazione, contro ogni forma di barriera sociale o sportiva. Molte ancora sono le partite in calendario, che permetteranno alla squadra bitontina di giocare, confrontarsi e crescere, assieme alle altre associazioni della regione partecipanti al campionato A.N.P.I.S.
Che lo sport sia fonte di innumerevoli benefici psicofisici è ormai cosa nota, sia che a praticarlo siano atleti normodotati che con bisogni speciali. Ma al di là dei dati, al di là delle teorie e delle risposte in termini scientifici, sia per gli uni che per gli altri il momento prima di scendere in campo il cuore batterà all'impazzata, le gambe tremeranno e l'energia sarà incontenibile. E poi sarà difficile trattenere i sorrisi, quando al termine della partita tutti si guarderanno e si stringeranno la mano.
Tirare un calcio a un pallone, fare goal e affidarsi al proprio compagno di squadra, per dei ragazzi con disabilità, assumono il sapore di una vittoria che va oltre ogni punteggio e oltre il colore della propria divisa. Perché tutto ciò significa avere l'occasione di esprimere il proprio potenziale e la propria passione. Significa sentire di avere un ruolo e un obiettivo, sapere di essere ingranaggio indispensabile nel meccanismo del gioco di squadra. Così si cresce, passo dopo passo, come comunità, garantendo ai ragazzi con bisogni speciali dello spazio condiviso per colorare la propria personalissima tela. Perché nei loro sguardi i colori, in gioco, sono infiniti e brillanti.
Ieri mattina è toccato alla Elos Bitonto giocare fuori casa, a Taurisano, in provincia di Lecce, ospitata dal Sol Levante A. Assieme agli atleti diversamente abili, nella squadra composta da sei giocatori sono due, in numero massimo, gli operatori schierati in campo. Così vincono tutti, vince il team, vincono la ricchezza di sfumature e colori e la partecipazione, contro ogni forma di barriera sociale o sportiva. Molte ancora sono le partite in calendario, che permetteranno alla squadra bitontina di giocare, confrontarsi e crescere, assieme alle altre associazioni della regione partecipanti al campionato A.N.P.I.S.
Che lo sport sia fonte di innumerevoli benefici psicofisici è ormai cosa nota, sia che a praticarlo siano atleti normodotati che con bisogni speciali. Ma al di là dei dati, al di là delle teorie e delle risposte in termini scientifici, sia per gli uni che per gli altri il momento prima di scendere in campo il cuore batterà all'impazzata, le gambe tremeranno e l'energia sarà incontenibile. E poi sarà difficile trattenere i sorrisi, quando al termine della partita tutti si guarderanno e si stringeranno la mano.
Tirare un calcio a un pallone, fare goal e affidarsi al proprio compagno di squadra, per dei ragazzi con disabilità, assumono il sapore di una vittoria che va oltre ogni punteggio e oltre il colore della propria divisa. Perché tutto ciò significa avere l'occasione di esprimere il proprio potenziale e la propria passione. Significa sentire di avere un ruolo e un obiettivo, sapere di essere ingranaggio indispensabile nel meccanismo del gioco di squadra. Così si cresce, passo dopo passo, come comunità, garantendo ai ragazzi con bisogni speciali dello spazio condiviso per colorare la propria personalissima tela. Perché nei loro sguardi i colori, in gioco, sono infiniti e brillanti.