Stasera a Bitonto “Bovary 2000”, per rivisitare il mito flaubertiano
Okiko the Drama Company porta sul palco del Traetta un nuovo progetto teatrale
sabato 30 marzo 2019
8.50
Si chiama "Bovary 2000" il prodotto teatrale che sarà allestito questa sera sul palco del Teatro Traetta di Bitonto, a partire dalle 21,15. In scena Okiko The Drama Company interpreterà lo spettacolo scritto e diretto dal regista Piergiorgio Meola, «una storia metateatrale colma di intrighi dietro maschere fameliche, tinta di rosso come la passione, la sensualità, la seduzione, l'amore e fatta di specchi che, come consiglieri silenti, riflettono segreti, cambiamenti, realtà», come spiegano gli organizzatori.
Il titolo potrebbe richiamare chiaramente "Madame Bovary" di Gustave Flaubert ed «alcuni sottili riferimenti sono presenti nella trama – precisa il regista Piergiorgio Meola -solo per certi aspetti come quelli legati alla volontà di superare la concezione della donna come legata all'ambito esclusivamente domestico. La sua storia si incontra con quella di altri personaggi inconsueti in questo spettacolo acquistando un sapore totalmente diverso».
Si tratta infatti di un teatro che ha nel nome il richiamo al mito flaubertiano ma che «non è ambientato, in realtà, in un tempo ben preciso. Contiene riferimenti all'epoca vittoriana, agli inizi del novecento, ma potrebbe richiamare storie anche contemporanee», continua Meola.
«Verranno aperte le porte di un teatro – spiega ancora il regista - frequentato da uomini e donne che fremono dalla voglia di assistere a spettacoli di misteriosi artisti che lo abitano o di scovare i loro desideri proibiti, di eccedere immergendosi nella musica e nelle luci soffuse di un luogo senza tempo e regole. Qualcosa di particolare succederà, allora, nello scontro tra due realtà, quella dell'inedito teatro e del mondo che v'è fuori».
Il titolo potrebbe richiamare chiaramente "Madame Bovary" di Gustave Flaubert ed «alcuni sottili riferimenti sono presenti nella trama – precisa il regista Piergiorgio Meola -solo per certi aspetti come quelli legati alla volontà di superare la concezione della donna come legata all'ambito esclusivamente domestico. La sua storia si incontra con quella di altri personaggi inconsueti in questo spettacolo acquistando un sapore totalmente diverso».
Si tratta infatti di un teatro che ha nel nome il richiamo al mito flaubertiano ma che «non è ambientato, in realtà, in un tempo ben preciso. Contiene riferimenti all'epoca vittoriana, agli inizi del novecento, ma potrebbe richiamare storie anche contemporanee», continua Meola.
«Verranno aperte le porte di un teatro – spiega ancora il regista - frequentato da uomini e donne che fremono dalla voglia di assistere a spettacoli di misteriosi artisti che lo abitano o di scovare i loro desideri proibiti, di eccedere immergendosi nella musica e nelle luci soffuse di un luogo senza tempo e regole. Qualcosa di particolare succederà, allora, nello scontro tra due realtà, quella dell'inedito teatro e del mondo che v'è fuori».