Taglia due ettari di albicocche: l'ira di un coltivatore di Bitonto
«Basta essere sfruttati da un mercato da far west con regole mafiose»
mercoledì 11 settembre 2019
8.46
Un grido di dolore per opporsi a un sistema malato che cava dai produttori ogni stilla di energia per assicurarsi il prezzo più basso possibile e offrire al consumatore prodotti a costi elevatissimi. È questo il senso della decisione di un agricoltore bitontino costretto a una scelta dolorosa: tagliare i circa 2 ettari di piante di albicocche della specie Orange rubis e Bora, nel pieno della loro capacità produttiva che danni coltivava amorevolmente.
«Le taglio – spiega il prpduttore - perchè non posso permettermi di far girare e anticipare 10mila euro all'anno per far produrre i due ettari e poi non avere alcuna certezza di ricavare abbastanza per avere un margine significativo. Le taglio perchè non posso passare le mie giornate a preoccuparmi di tutto (fornitori, operai, consulenti, tasse, irrigazione, ladri e chi più ne ha più ne metta) al solo scopo di fornire a quattro soldi la base di prodotto a chi sta prosperando sullo sfruttamento di due categorie: produttori e consumatori. Nel deserto totale di una normativa che tuteli qualcuno, ma nel far west dei mercati che conoscono solo regole mafiose di affiliazione e di spartizione».
In uno Stato che si scanna e si divide sul destino di qualche centinaio di disperati del mare o sull'opportunità di una nuova passerella elettorale, la denuncia dell'agricoltore squarcia in maniera spietata il velo che nasconde le reali emergenze del Paese, che continua a perdere produttività e posti di lavoro in maniera incredibilmente silenziosa e sconosciuta.
Sul banco degli imputati ci finisce la Grande Distribuzione Organizzata che, pur annoverando esempi virtuosi estremamente attenti al rispetto del lavoro di ogni componente della filiera, continua a inglobare anche realtà tutt'altro che in linea con i sani principi di un mercato equo.
Proprio a questi cattivi esempi si riferisce il produttore nel suo attacco: «Visto che la Grande Distribuzione Organizzata ci ha distrutto economicamente per arricchirsi, lasciate almeno che gli dica con tranquilla convinzione: e adesso attaccatevi! State certi che molti la pensano come me e prima o poi verrà il vostro turno. Avete esagerato: state uccidendo chi vi faceva vivere, ma non vi bastava, volete affamare la gente per appropriarvi anche dei mezzi di produzione. Ma questo è un fatto politico decisivo. La gente lo capirà, e saranno problemi per tutti. State attenti. La storia non finisce qui».
«Le taglio – spiega il prpduttore - perchè non posso permettermi di far girare e anticipare 10mila euro all'anno per far produrre i due ettari e poi non avere alcuna certezza di ricavare abbastanza per avere un margine significativo. Le taglio perchè non posso passare le mie giornate a preoccuparmi di tutto (fornitori, operai, consulenti, tasse, irrigazione, ladri e chi più ne ha più ne metta) al solo scopo di fornire a quattro soldi la base di prodotto a chi sta prosperando sullo sfruttamento di due categorie: produttori e consumatori. Nel deserto totale di una normativa che tuteli qualcuno, ma nel far west dei mercati che conoscono solo regole mafiose di affiliazione e di spartizione».
In uno Stato che si scanna e si divide sul destino di qualche centinaio di disperati del mare o sull'opportunità di una nuova passerella elettorale, la denuncia dell'agricoltore squarcia in maniera spietata il velo che nasconde le reali emergenze del Paese, che continua a perdere produttività e posti di lavoro in maniera incredibilmente silenziosa e sconosciuta.
Sul banco degli imputati ci finisce la Grande Distribuzione Organizzata che, pur annoverando esempi virtuosi estremamente attenti al rispetto del lavoro di ogni componente della filiera, continua a inglobare anche realtà tutt'altro che in linea con i sani principi di un mercato equo.
Proprio a questi cattivi esempi si riferisce il produttore nel suo attacco: «Visto che la Grande Distribuzione Organizzata ci ha distrutto economicamente per arricchirsi, lasciate almeno che gli dica con tranquilla convinzione: e adesso attaccatevi! State certi che molti la pensano come me e prima o poi verrà il vostro turno. Avete esagerato: state uccidendo chi vi faceva vivere, ma non vi bastava, volete affamare la gente per appropriarvi anche dei mezzi di produzione. Ma questo è un fatto politico decisivo. La gente lo capirà, e saranno problemi per tutti. State attenti. La storia non finisce qui».