Tentano un'estorsione ad un centro scommesse: due bitontini condannati a 2 anni
La sentenza della gup Cafagna nei confronti di Gaetano Caputo e Paolo Mena: il reato è aggravato dal metodo mafioso
martedì 16 gennaio 2024
18.47
La giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Bari, Antonella Cafagna, ha condannato a 2 anni e 2 mesi di carcere quattro persone - fra cui Gaetano Caputo Paolo Mena, di 54 e 32 anni, di Bitonto - accusate di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso nei confronti dei titolari di un centro scommesse di Bari.
I due - finiti a processo con Giuseppe Carchedi, 47enne di Bari, e Angelo Caputo, 38enne di Palo del Colle -, avevano scelto di essere giudicati con rito abbreviato. I fatti risalgono al 21 e al 22 novembre 2022: i quattro si sarebbero recati nel centro scommesse, al rione Libertà, e avrebbero chiesto soldi al fratello del titolare (assente in quel momento) e a una dipendente, minacciandoli in dialetto con frasi come «Chiudiamo la storia e domani fammi trovare cinque», si legge agli atti.
E ancora: «Domani mi devi dare cinque altrimenti trovi chiuso» e «Io sono calmo, siete voi che dovete avere paura». In modo particolare, secondo la Procura della Repubblica di Bari, i quattro avrebbero agito con il metodo mafioso per la «particolare insistenza e la spregiudicatezza nei confronti delle vittime, dall'aver agito a volto scoperto, di giorno, in un locale aperto al pubblico e frequentato da altri avventori, senza adottare alcun tipo di accortezza per evitare d'essere identificati».
Condotte che, nelle vittime («già fatte oggetto in particolare di analoghe richieste estorsive da parte del clan Strisciuglio»), avrebbero rievocato la «presenza di un gruppo criminale organizzato nel rione». Le indagini partirono dopo la denuncia del titolare del centro scommesse e i quattro furono arrestati a marzo 2023.
I due - finiti a processo con Giuseppe Carchedi, 47enne di Bari, e Angelo Caputo, 38enne di Palo del Colle -, avevano scelto di essere giudicati con rito abbreviato. I fatti risalgono al 21 e al 22 novembre 2022: i quattro si sarebbero recati nel centro scommesse, al rione Libertà, e avrebbero chiesto soldi al fratello del titolare (assente in quel momento) e a una dipendente, minacciandoli in dialetto con frasi come «Chiudiamo la storia e domani fammi trovare cinque», si legge agli atti.
E ancora: «Domani mi devi dare cinque altrimenti trovi chiuso» e «Io sono calmo, siete voi che dovete avere paura». In modo particolare, secondo la Procura della Repubblica di Bari, i quattro avrebbero agito con il metodo mafioso per la «particolare insistenza e la spregiudicatezza nei confronti delle vittime, dall'aver agito a volto scoperto, di giorno, in un locale aperto al pubblico e frequentato da altri avventori, senza adottare alcun tipo di accortezza per evitare d'essere identificati».
Condotte che, nelle vittime («già fatte oggetto in particolare di analoghe richieste estorsive da parte del clan Strisciuglio»), avrebbero rievocato la «presenza di un gruppo criminale organizzato nel rione». Le indagini partirono dopo la denuncia del titolare del centro scommesse e i quattro furono arrestati a marzo 2023.