Tentata estorsione a Bitetto: assolto il bitontino Nicola Cipriano
Era stato accusato di aver minacciato e preteso denaro da un ristoratore
mercoledì 25 ottobre 2017
10.15
Assolto «per non aver commesso il fatto». È questa la sentenza della seconda sezione penale del tribunale di Bari per Nicola Cipriano - nato a Bitonto e legato alla criminalità locale - coinvolto nell'inchiesta iniziata poco più di 4 anni fa della Procura della Repubblica di Bari che lo aveva accusato di una tentata estorsione in concorso con altre due persone ai danni di un ristoratore di Bitetto.
Protagonisti, oltre al 27enne bitontino, anche il 36enne Domenico Cavalieri Foschini, di Bitetto e il 32enne Domenico Giannini, anch'egli bitettese, imputati perché «in concorso tra loro, compivano mediante violenza e minaccia atti idonei e diretti in modo univoco a procurare a sé un ingiusto profitto». Un'accusa da cui però il Tribunale di Bari ha completamente scagionato il bitontino e gli altri due imputati.
La tesi avanzata dai difensori degli imputati è stata dunque pienamente accolta dai giudici del capoluogo. I tre erano stati rinviati a giudizio dopo che la presunta vittima della tentata estorsione si era rivolta ai Carabinieri della Stazione di Bitetto, «senza tuttavia sporgere denuncia scritta - è scritto nei documenti ufficiali - per timore di ritorsioni in considerazione del calibro criminale dei citati Cavalieri Foschini e Cipriano».
I fatti contestati risalgono alla notte tra il 17 e il 18 marzo 2013, in quel di Bitetto. Il titolare del ristorante raccontò agli inquirenti delle minacce subite da Cavalieri Foschini e dell'aggressione con calci e pugni subita anche da Cipriano, Giannini ed un altro giovane non identificato per costringerlo a versare parte dell'incasso di una serata danzante in corso di svolgimento nel locale.
Secondo il racconto del ristoratore, Cavalieri Foschini, inoltre, traendo incoraggiamento dalla presenza e dal comportamento dei complici, non avrebbe esitato ad esibire una pistola con la quale avrebbe esploso dei colpi d'arma da fuoco in aria pur di convincere l'esercente. «Tu devi pagare altrimenti ti sparo», avrebbe detto Cavalieri Foschini, senza tuttavia riuscire nel proprio intento per il rifiuto opposto dal titolare del ristorante.
«Per dare maggiore peso alle sue accuse - spiega l'esperto avvocato Tiziano Tedeschi, difensore di Cipriano, assolto ma detenuto nella casa circondariale di Foggia per altra causa - la vittima aveva scelto di indicare i tre rinviati a giudizio come autori della tentata estorsione, perché già gravati da carichi pendenti. E quindi dal suo punto di vista le sue tesi sarebbero apparse più che credibili. Evidentemente così non è stato».
Il collegio giudicante, guidato dal presidente Lucia De Palo, però, non ha ravvisato rilevanza penale nei confronti dei tre imputati: insomma, il reato non è stato commesso da loro. «Quanto dichiarato durante il processo è stato tutto smontato - ha sottolineato soddisfatto il noto penalista giovinazzese - fino ad arrivare all'assoluzione del mio assistito e dei suoi coimputati».
Inoltre, la stessa presidente ha trasmesso gli atti alla Procura della Repubblica di Bari «al fine di valutare - conclude Tedeschi, patrocinante in Cassazione - la posizione della presunta parte offesa denunciante».
Protagonisti, oltre al 27enne bitontino, anche il 36enne Domenico Cavalieri Foschini, di Bitetto e il 32enne Domenico Giannini, anch'egli bitettese, imputati perché «in concorso tra loro, compivano mediante violenza e minaccia atti idonei e diretti in modo univoco a procurare a sé un ingiusto profitto». Un'accusa da cui però il Tribunale di Bari ha completamente scagionato il bitontino e gli altri due imputati.
La tesi avanzata dai difensori degli imputati è stata dunque pienamente accolta dai giudici del capoluogo. I tre erano stati rinviati a giudizio dopo che la presunta vittima della tentata estorsione si era rivolta ai Carabinieri della Stazione di Bitetto, «senza tuttavia sporgere denuncia scritta - è scritto nei documenti ufficiali - per timore di ritorsioni in considerazione del calibro criminale dei citati Cavalieri Foschini e Cipriano».
I fatti contestati risalgono alla notte tra il 17 e il 18 marzo 2013, in quel di Bitetto. Il titolare del ristorante raccontò agli inquirenti delle minacce subite da Cavalieri Foschini e dell'aggressione con calci e pugni subita anche da Cipriano, Giannini ed un altro giovane non identificato per costringerlo a versare parte dell'incasso di una serata danzante in corso di svolgimento nel locale.
Secondo il racconto del ristoratore, Cavalieri Foschini, inoltre, traendo incoraggiamento dalla presenza e dal comportamento dei complici, non avrebbe esitato ad esibire una pistola con la quale avrebbe esploso dei colpi d'arma da fuoco in aria pur di convincere l'esercente. «Tu devi pagare altrimenti ti sparo», avrebbe detto Cavalieri Foschini, senza tuttavia riuscire nel proprio intento per il rifiuto opposto dal titolare del ristorante.
«Per dare maggiore peso alle sue accuse - spiega l'esperto avvocato Tiziano Tedeschi, difensore di Cipriano, assolto ma detenuto nella casa circondariale di Foggia per altra causa - la vittima aveva scelto di indicare i tre rinviati a giudizio come autori della tentata estorsione, perché già gravati da carichi pendenti. E quindi dal suo punto di vista le sue tesi sarebbero apparse più che credibili. Evidentemente così non è stato».
Il collegio giudicante, guidato dal presidente Lucia De Palo, però, non ha ravvisato rilevanza penale nei confronti dei tre imputati: insomma, il reato non è stato commesso da loro. «Quanto dichiarato durante il processo è stato tutto smontato - ha sottolineato soddisfatto il noto penalista giovinazzese - fino ad arrivare all'assoluzione del mio assistito e dei suoi coimputati».
Inoltre, la stessa presidente ha trasmesso gli atti alla Procura della Repubblica di Bari «al fine di valutare - conclude Tedeschi, patrocinante in Cassazione - la posizione della presunta parte offesa denunciante».