Titolari aggrediti da baby gang: a Bitonto chiude la norcineria "Lilò"
Inutili i messaggi di solidarietà di questi mesi: «Sono ancora lì, a pochi passi da noi, a sfidarci»
domenica 4 settembre 2022
14.06
Piazza Cattedrale era gremita di gente, in queste ultime due sere, per i primi appuntamenti della nuova edizione del "Bitonro Blues Festival'', in pochi, però, si sono accorti di quanto sia accaduto nel durante. Le note dei musicisti sembra abbiano sovrastato quelle del dolore di Cosimo Lovero e Nunzia Liso che dall'altra parte del palcoscenico sono stati costrette a chiudere per sempre le porte della loro norcineria, "Lilò".
La cosa terribile è che tutto questo è successo sotto gli occhi di quel gruppo di minori che, lo scorso 13 agosto, li ha aggrediti e minacciati anche di more. Una decisione che probabilmente non avrebbero mai preso se non fosse per la violenza perpetrata in realtà da maggio e che non si è mai spenta in queste ultime settimane. La morsa della devianza minorile è diventata sempre più stretta rendendo un incubo il tentativo dei due ristoratori di rialzarsi e continuare a lavorare.
A nulla sono serviti i controlli delle forze dell'ordine, la vicinanza delle istituzioni e degli amici che non li avrebbero mai lasciati soli da quella maledetta sera. A nulla è servita la manifestazione di solidarietà, "La sedia rotta", tenutasi a una settimana dall'aggressione.
«Abbiamo deciso di chiudere - ha raccontato Nunzia -. Si è fatto, purtroppo, ben poco per risolvere la situazione. Arrivare la sera a lavoro, ritrovarti le stesse persone che ti hanno pestato, seduti nello stesso posto, come se non fosse mai successo nulla, e chiamare la Polizia richiedendo un intervento e con tutta risposta sentirsi dire "mettetevi una guardia del corpo", rompe tutti gli schemi di un paese civile dove ormai è difficile sopravvivere».
Non ci sarebbero state altre minacce o aggressioni fisiche in questi ultimi giorni, ma dalle parole della bitontina si evince che sarebbero stati vittime di violenza psicologica. «Continuerò a restare vicino a Cosimo e Nunzia - ha assicurato il sindaco Francesco Paolo Ricci -, a fare tutto il possibile per scongiurare la loro scelta di chiudere la norcineria e a chiedere più controlli in piazza Cattedrale».
«Posso spendere solo due parole positive per il sindaco che ci è stato molto vicino, ma non è bastato - ha aggiunto Nunzia-. Le conseguenze della post aggressione si sono riversate poi sul lavoro, quindi non c'è più la volontà e quella grinta che ti faceva alzare la saracinesca e dare tutta te stessa. Abbiamo bisogno di cambiare aria, rigenerarci ed iniziare una nuova vita in un paese degno di essere vissuto».
«Ma Bitonto non è soltanto malavita», ha detto il sindaco. La famiglia Lovero, però, sembra davvero intenzionata a lasciare presto la città e a chiudere, di conseguenza, anche l'altro esercizio di cui sono titolari, il panificio in via Carlo Rosa.
Nel frattempo sono ancora in corso le indagini dei Carabinieri della Compagnia di Modugno. Dei circa venti minori della baby gang, alcuni sarebbero stati già identificati. L'aggressione sarebbe stata una reazione dei ragazzi ad un violento rimprovero da parte dei titolari del locale che prontamente hanno denunciato tutto alle forze dell'ordine.
Sulle dinamiche della rissa, molti cittadini - dietrologi di professione - si continuano ad interrogare. C'è chi minimizza il tutto dubitando che la causa del fallimento dell'attività possa essere solo l'aggressione. Paventerebbero, infatti, l'ipotesi che sia stata solo la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso in una situazione di difficoltà economica in cui non sarebbero i soli a trovarsi, dato il rincaro dei prezzi, ad esempio, per l'energia. C'è chi, invece, non si dà pace per questa terribile storia.
«Non è facile convivere con chi ti ha usato violenza ieri e oggi è lì, sfrontato e protetto, fa ciò che vuole», ha commentato Carmelo Bacco, uno degli amici dei ristoratori che si è tanto battuto per evitare che accadesse tutto questo. «Ma non si può essere sempre forti - ha concluso amareggiato -. Arriva, poi, la resa».
La cosa terribile è che tutto questo è successo sotto gli occhi di quel gruppo di minori che, lo scorso 13 agosto, li ha aggrediti e minacciati anche di more. Una decisione che probabilmente non avrebbero mai preso se non fosse per la violenza perpetrata in realtà da maggio e che non si è mai spenta in queste ultime settimane. La morsa della devianza minorile è diventata sempre più stretta rendendo un incubo il tentativo dei due ristoratori di rialzarsi e continuare a lavorare.
A nulla sono serviti i controlli delle forze dell'ordine, la vicinanza delle istituzioni e degli amici che non li avrebbero mai lasciati soli da quella maledetta sera. A nulla è servita la manifestazione di solidarietà, "La sedia rotta", tenutasi a una settimana dall'aggressione.
«Abbiamo deciso di chiudere - ha raccontato Nunzia -. Si è fatto, purtroppo, ben poco per risolvere la situazione. Arrivare la sera a lavoro, ritrovarti le stesse persone che ti hanno pestato, seduti nello stesso posto, come se non fosse mai successo nulla, e chiamare la Polizia richiedendo un intervento e con tutta risposta sentirsi dire "mettetevi una guardia del corpo", rompe tutti gli schemi di un paese civile dove ormai è difficile sopravvivere».
Non ci sarebbero state altre minacce o aggressioni fisiche in questi ultimi giorni, ma dalle parole della bitontina si evince che sarebbero stati vittime di violenza psicologica. «Continuerò a restare vicino a Cosimo e Nunzia - ha assicurato il sindaco Francesco Paolo Ricci -, a fare tutto il possibile per scongiurare la loro scelta di chiudere la norcineria e a chiedere più controlli in piazza Cattedrale».
«Posso spendere solo due parole positive per il sindaco che ci è stato molto vicino, ma non è bastato - ha aggiunto Nunzia-. Le conseguenze della post aggressione si sono riversate poi sul lavoro, quindi non c'è più la volontà e quella grinta che ti faceva alzare la saracinesca e dare tutta te stessa. Abbiamo bisogno di cambiare aria, rigenerarci ed iniziare una nuova vita in un paese degno di essere vissuto».
«Ma Bitonto non è soltanto malavita», ha detto il sindaco. La famiglia Lovero, però, sembra davvero intenzionata a lasciare presto la città e a chiudere, di conseguenza, anche l'altro esercizio di cui sono titolari, il panificio in via Carlo Rosa.
Nel frattempo sono ancora in corso le indagini dei Carabinieri della Compagnia di Modugno. Dei circa venti minori della baby gang, alcuni sarebbero stati già identificati. L'aggressione sarebbe stata una reazione dei ragazzi ad un violento rimprovero da parte dei titolari del locale che prontamente hanno denunciato tutto alle forze dell'ordine.
Sulle dinamiche della rissa, molti cittadini - dietrologi di professione - si continuano ad interrogare. C'è chi minimizza il tutto dubitando che la causa del fallimento dell'attività possa essere solo l'aggressione. Paventerebbero, infatti, l'ipotesi che sia stata solo la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso in una situazione di difficoltà economica in cui non sarebbero i soli a trovarsi, dato il rincaro dei prezzi, ad esempio, per l'energia. C'è chi, invece, non si dà pace per questa terribile storia.
«Non è facile convivere con chi ti ha usato violenza ieri e oggi è lì, sfrontato e protetto, fa ciò che vuole», ha commentato Carmelo Bacco, uno degli amici dei ristoratori che si è tanto battuto per evitare che accadesse tutto questo. «Ma non si può essere sempre forti - ha concluso amareggiato -. Arriva, poi, la resa».