Traffico di droga dall'Albania alla Puglia: altre 10 condanne
I fatti contestati nell’inchiesta "Kulmi" della Direzione Investigativa Antimafia italiana e della Polizia albanese
mercoledì 25 agosto 2021
23.09
Il presidente della I Sezione Penale del Tribunale di Bari, Rosa Calia di Pinto, ha condannato 10 imputati, 3 dei quali residenti a Bitonto, a pene comprese tra i 12 anni e 1 anno e 8 mesi di reclusione alla fine del processo di primo grado su un presunto narcotraffico transnazionale tra l'Albania e le coste della Puglia.
I fatti contestati nell'inchiesta "Kulmi" della Direzione Investigativa Antimafia italiana e della Polizia albanese, con l'ausilio internazionale delle Divisioni Interpol e S.I.Re.N.E. della Criminalpol, dell'Ufficio di Collegamento Interforze di Tirana e della Polizia Albanese, e il supporto dell'Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato, della Guardia di Finanza e della Direzione Investigativa Antimafia di Foggia, Lecce, Bologna, Roma, Napoli e Catanzaro, risalgono agli anni 2017-18.
Gli inquirenti hanno documentato che la Puglia costituiva la principale base logistica delle organizzazioni criminali albanesi per smerciare sostanze stupefacenti in tutto il territorio italiano. Nei due anni di indagini sono state sequestrate più di 3,5 tonnellate di droga del valore di circa 40 milioni di euro per un totale di circa 7 milioni di dosi, che venivano trasportate dalle coste albanesi a quelle adriatiche - in Puglia - a bordo di gommoni oceanici e, via terra, sui camper turistici.
Dei 10 condannati, 5 sono italiani e altrettanti sono albanesi, per i quali il giudice di Bari ha ordinato l'immediata espulsione a pena espiata. Condannati Cosimo Semiraro (3 anni e 8 mesi di reclusione e 9.000 euro di multa) che è stato assolto da un reato «per non aver commesso il fatto» e da altri due «perché il fatto non sussiste», Emanuele Darsini (2 anni e 6 mesi di reclusione e 6.000 euro di multa) e Roberto Semiraro (2 anni e 6 mesi di reclusione e 6.000 euro di multa).
Le complesse indagini, effettuate con intercettazioni telefoniche, ambientali, video-riprese e servizi di osservazione, pedinamento e controllo, poi avvalorate dalle dichiarazioni di due pentiti, hanno permesso di arrestare "in mare" a Molfetta due scafisti provenienti dall'Albania con oltre una tonnellata di marijuana. L'indagine un anno fa ha portato a 37 arresti eseguiti nei due Paesi ed al sequestro di beni del valore di circa 4 milioni di euro, tra i quali una fabbrica di caffè a Valona.
L'inchiesta aveva accertato anche la complicità di un militare dell'Arma, Giuliano Pasquale, in servizio alla Stazione di Molfetta, già condannato col rito ordinario a 4 anni e 6 mesi di reclusione, accusato di aver aiutato i narcotrafficanti a fabbricare documenti falsi, informandoli anche delle indagini in corso a loro carico.
I fatti contestati nell'inchiesta "Kulmi" della Direzione Investigativa Antimafia italiana e della Polizia albanese, con l'ausilio internazionale delle Divisioni Interpol e S.I.Re.N.E. della Criminalpol, dell'Ufficio di Collegamento Interforze di Tirana e della Polizia Albanese, e il supporto dell'Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato, della Guardia di Finanza e della Direzione Investigativa Antimafia di Foggia, Lecce, Bologna, Roma, Napoli e Catanzaro, risalgono agli anni 2017-18.
Gli inquirenti hanno documentato che la Puglia costituiva la principale base logistica delle organizzazioni criminali albanesi per smerciare sostanze stupefacenti in tutto il territorio italiano. Nei due anni di indagini sono state sequestrate più di 3,5 tonnellate di droga del valore di circa 40 milioni di euro per un totale di circa 7 milioni di dosi, che venivano trasportate dalle coste albanesi a quelle adriatiche - in Puglia - a bordo di gommoni oceanici e, via terra, sui camper turistici.
Dei 10 condannati, 5 sono italiani e altrettanti sono albanesi, per i quali il giudice di Bari ha ordinato l'immediata espulsione a pena espiata. Condannati Cosimo Semiraro (3 anni e 8 mesi di reclusione e 9.000 euro di multa) che è stato assolto da un reato «per non aver commesso il fatto» e da altri due «perché il fatto non sussiste», Emanuele Darsini (2 anni e 6 mesi di reclusione e 6.000 euro di multa) e Roberto Semiraro (2 anni e 6 mesi di reclusione e 6.000 euro di multa).
Le complesse indagini, effettuate con intercettazioni telefoniche, ambientali, video-riprese e servizi di osservazione, pedinamento e controllo, poi avvalorate dalle dichiarazioni di due pentiti, hanno permesso di arrestare "in mare" a Molfetta due scafisti provenienti dall'Albania con oltre una tonnellata di marijuana. L'indagine un anno fa ha portato a 37 arresti eseguiti nei due Paesi ed al sequestro di beni del valore di circa 4 milioni di euro, tra i quali una fabbrica di caffè a Valona.
L'inchiesta aveva accertato anche la complicità di un militare dell'Arma, Giuliano Pasquale, in servizio alla Stazione di Molfetta, già condannato col rito ordinario a 4 anni e 6 mesi di reclusione, accusato di aver aiutato i narcotrafficanti a fabbricare documenti falsi, informandoli anche delle indagini in corso a loro carico.