Turismo: Bari batte Lecce, Vieste è la più ambita. Bitonto ancora indietro

I nuovi dati di Pugliapromozione relativi al 2021

giovedì 14 aprile 2022
A cura di Gianluca Battista
Il derby del turismo nel 2021 se lo aggiudica Bari, che supera per presenze Lecce, ma il Salento ha la meglio sull'Area Metropolitana del capoluogo e Vieste resta la regina di Puglia, soprattutto in estate.

È questo il quadro che emerge dalla lettura del nuovo report annuale dell'Osservatorio regionale per il Turismo di Pugliapromozione, l'agenzia che si occupa del settore inevitabilmente divenuto trainante per l'economia di casa nostra.

In testa alla classifica c'è dunque Vieste con 1.969.531 arrivi, di cui 297.768 dall'estero, mercato in contrazione in Puglia per via della pandemia, con un 2021 in cui solo francesi e tedeschi sembrano aver scommesso sulla nostra regione con decisione (rispettivamente il 19 ed il 18% degli arrivi da altre nazioni).

Al secondo posto c'è Ugento, che scavalca Peschici, altra località garganica e poi Bari. Il capoluogo vince la sfida con l'eterna rivale Lecce grazie a 624.271 presenze, di cui 237.637 di stranieri. E proprio la città di San Nicola è la seconda meta preferita per chi è arrivato da oltreconfine lo scorso anno, con una proiezione lusinghiera anche per il 2022.

Bene pure le salentine Lecce, Gallipoli e Melendugno, quest'ultima grazie al tratto costiero tra San Foca e Otranto, con il villaggio di Conca Specchiulla e la zona degli Alimini da decenni meta di tanti settentrionali e stranieri.

Monopoli è l'unica altra località del Barese presente nella top fifteen grazie a 354.150 visitatori complessivi ed un'ascesa nel 2021 più marcata rispetto all'anno precedente, totalmente pandemico e senza vaccini. Nella Terra di Bari bene anche Alberobello e Polignano a Mare, che con il capoluogo regionale e la stessa Monopoli ospitano il 75% degli arrivi nella ex provincia. Spiccioli lasciati ad altre località, quali Altamura e Gravina in Puglia per la Murgia, la bella Conversano e Locorotondo in Valle d'Itria.

E Bitonto?

Tanto è stato fatto in questi ultimi anni e tanto resta da fare. In primis sul modo di pensare alla propria città di una fetta dei residenti, poco avvezzi a flussi turistici e poco attenti, proviamo ad edulcorarla, ad aspetti legati al vivere civile che i visitatori, specie stranieri, guardano con attenzione. E poi c'è bisogno di una Bitonto sempre aperta (incredibile vedere esercizi commerciali, chiese e monumenti chiusi tra le 13.00 e le 17.00), anche in orari un tempo impensabili a queste latitudini, con investimenti pubblici e privati che vadano finalmente nella direzione di un'attrattività che non conosce limitazioni temporali durante la giornata. Monopoli e Polignano, in estate in parte anche la vicina Giovinazzo che pur ha le sue difficoltà, ne hanno fatto un marchio di fabbrica. È quindi possibile farlo anche dalle nostre parti se non si vuol morire solo di autocelebrazioni.