Un testimone inchioda il 28enne: «Ha riferito di averlo riconosciuto»
Geovani Bernia Castillo indicato ai poliziotti del Commissariato: l'uomo, finito in carcere, è accusato di omicidio volontario
sabato 29 aprile 2023
10.20
Come se non ci fosse già una temperatura elevata ad infestare la giornata di ieri, a Bitonto. Come se la città non fosse stata già scossa dalla tragedia avvenuta il 25 aprile sulla strada provinciale 231. Un terribile omicidio, ieri, è giunto per rinfoltire il fine mese nero delle cronache cittadine. Ad inchiodare il presunto omicida è stato un amico della vittima che «ha riferito di averlo riconosciuto».
Geovani Bernia Castillo, un 28enne di origini cubane domiciliato in città, noto alle forze dell'ordine, sarebbe l'accoltellatore di un 50enne, Antonio Monopoli, con piccoli precedenti. L'uomo, rintracciato nella stazione ferroviaria della città dagli agenti delle Volanti della Questura di Bari e portato negli uffici del Commissariato, è stato raggiunto dal pubblico ministero della Procura della Repubblica di Bari, Desirée Digeronimo, che ha firmato il decreto di fermo.
Il presunto omicida, infatti, su cui «sussistono gravi indizi di colpevolezza», è accusato di omicidio volontario «per avere colpito con almeno due fendenti, inferti con un'arma da taglio» il 50enne «cagionandone la morte per le gravissime lesioni subite» e «per aver portato in un luogo pubblico, senza giustificato motivo, due coltelli occultati all'interno della tasca» della sua felpa.
L'accoltellamento sarebbe avvenuto nelle viuzze del centro storico, dove la vittima - volto noto alle forze dell'ordine e considerato dagli investigatori vicino al clan Cipriano - e il suo aggressore si sarebbero incontrati. Non è chiaro se i due si fossero dati appuntamento o se l'incontro sia stato causale.
Tutto è accaduto poco prima delle ore 04.00 di ieri, quando sarebbe nata una discussione, dai toni sempre più accesi, sino a quando il 28enne, dalle parole sarebbe passato all'azione, sferrando tre coltellate «in aree vitali» del 50enne. A quel punto, la vittima ha cercato una via di fuga. Si è trascinato per alcuni metri verso il punto di primo soccorso, ma in via Bellini, nel suo ultimo e disperato tentativo di sopravvivenza, s'è accasciato sull'asfalto, crollando proprio sulla soglia di casa, dopo essere tornato dal luogo di un acceso confronto.
Forse non pensando, in quei primi istanti, di essere ferito gravemente. Inutili i soccorsi prestati dal 118, Monopoli non ce l'ha fatta.
Alla rapidità del gesto, così efferato, è seguita la prontezza degli investigatori, intervenuti sul posto dopo una segnalazione giunta al 113 con il personale della Squadra Mobile e della Polizia Scientifica: gli investigatori, diretti dal vice questore aggiunto Vittorio Di Lalla, sono stati instradati sulla pista giusta da un testimone oculare del delitto che «riferiva di aver riconosciuto» in Castillo Bernia «l'autore dell'omicidio» del suo amico, «colpito a morte, senza alcun apparente motivo idoneo a giustificare il gesto criminale, con due fendenti inferti, in contemporanea, sul petto della vittima, a mezzo di due coltelli detenuti dal fermato».
A poche ore di distanza dall'accoltellamento, infatti, i poliziotti hanno fermato il presunto omicida. L'hanno rintracciato nei bagni della stazione ferroviaria, in mattinata: aveva le mani e i vestiti, opportunamente sequestrati, sporchi di sangue, segni inequivocabili di una recente colluttazione.
Tracce ematiche che l'uomo, condotto dagli agenti negli uffici di via Traetta dove «non si è mostrato collaborativo», ha provato a spacciare come conseguenze di una caduta, avvenuta poco prima, sui binari mentre da Ruvo di Puglia rientrava a piedi a Bitonto. Una versione dei fatti, «del tutto inverosimile e completamente smentita dagli ulteriori elementi investigativi acquisiti», che non ha convinto gli inquirenti i quali hanno disposto il suo fermo.
Il 28enne, su cui sussiste «il concreto pericolo di fuga come emerge non solo dalla gravità dei fatti-reato commessi», ma anche «dalla circostanza che la polizia giudiziaria intervenuta al momento della sua cattura lo ha trovato all'interno della stazione ferroviaria», è ora rinchiuso nel carcere di Bari.
Sul movente dell'omicidio, però, non c'è ancora chiarezza: secondo una prima ipotesi tra i due sarebbe avvenuto un incontro, presumibilmente finalizzato ad alcuni accordi economici. Forse per convergere su un pagamento. O per dirimere uno screzio legato allo smercio di droga.
Geovani Bernia Castillo, un 28enne di origini cubane domiciliato in città, noto alle forze dell'ordine, sarebbe l'accoltellatore di un 50enne, Antonio Monopoli, con piccoli precedenti. L'uomo, rintracciato nella stazione ferroviaria della città dagli agenti delle Volanti della Questura di Bari e portato negli uffici del Commissariato, è stato raggiunto dal pubblico ministero della Procura della Repubblica di Bari, Desirée Digeronimo, che ha firmato il decreto di fermo.
Il presunto omicida, infatti, su cui «sussistono gravi indizi di colpevolezza», è accusato di omicidio volontario «per avere colpito con almeno due fendenti, inferti con un'arma da taglio» il 50enne «cagionandone la morte per le gravissime lesioni subite» e «per aver portato in un luogo pubblico, senza giustificato motivo, due coltelli occultati all'interno della tasca» della sua felpa.
L'accoltellamento sarebbe avvenuto nelle viuzze del centro storico, dove la vittima - volto noto alle forze dell'ordine e considerato dagli investigatori vicino al clan Cipriano - e il suo aggressore si sarebbero incontrati. Non è chiaro se i due si fossero dati appuntamento o se l'incontro sia stato causale.
Tutto è accaduto poco prima delle ore 04.00 di ieri, quando sarebbe nata una discussione, dai toni sempre più accesi, sino a quando il 28enne, dalle parole sarebbe passato all'azione, sferrando tre coltellate «in aree vitali» del 50enne. A quel punto, la vittima ha cercato una via di fuga. Si è trascinato per alcuni metri verso il punto di primo soccorso, ma in via Bellini, nel suo ultimo e disperato tentativo di sopravvivenza, s'è accasciato sull'asfalto, crollando proprio sulla soglia di casa, dopo essere tornato dal luogo di un acceso confronto.
Forse non pensando, in quei primi istanti, di essere ferito gravemente. Inutili i soccorsi prestati dal 118, Monopoli non ce l'ha fatta.
Alla rapidità del gesto, così efferato, è seguita la prontezza degli investigatori, intervenuti sul posto dopo una segnalazione giunta al 113 con il personale della Squadra Mobile e della Polizia Scientifica: gli investigatori, diretti dal vice questore aggiunto Vittorio Di Lalla, sono stati instradati sulla pista giusta da un testimone oculare del delitto che «riferiva di aver riconosciuto» in Castillo Bernia «l'autore dell'omicidio» del suo amico, «colpito a morte, senza alcun apparente motivo idoneo a giustificare il gesto criminale, con due fendenti inferti, in contemporanea, sul petto della vittima, a mezzo di due coltelli detenuti dal fermato».
A poche ore di distanza dall'accoltellamento, infatti, i poliziotti hanno fermato il presunto omicida. L'hanno rintracciato nei bagni della stazione ferroviaria, in mattinata: aveva le mani e i vestiti, opportunamente sequestrati, sporchi di sangue, segni inequivocabili di una recente colluttazione.
Tracce ematiche che l'uomo, condotto dagli agenti negli uffici di via Traetta dove «non si è mostrato collaborativo», ha provato a spacciare come conseguenze di una caduta, avvenuta poco prima, sui binari mentre da Ruvo di Puglia rientrava a piedi a Bitonto. Una versione dei fatti, «del tutto inverosimile e completamente smentita dagli ulteriori elementi investigativi acquisiti», che non ha convinto gli inquirenti i quali hanno disposto il suo fermo.
Il 28enne, su cui sussiste «il concreto pericolo di fuga come emerge non solo dalla gravità dei fatti-reato commessi», ma anche «dalla circostanza che la polizia giudiziaria intervenuta al momento della sua cattura lo ha trovato all'interno della stazione ferroviaria», è ora rinchiuso nel carcere di Bari.
Sul movente dell'omicidio, però, non c'è ancora chiarezza: secondo una prima ipotesi tra i due sarebbe avvenuto un incontro, presumibilmente finalizzato ad alcuni accordi economici. Forse per convergere su un pagamento. O per dirimere uno screzio legato allo smercio di droga.