Urina sulla vetrina di un locale del centro storico di Bitonto
Tensione fra residenti e gestori. I proprietari: «Episodio spregevole»
sabato 27 giugno 2020
7.15
L'aumento delle attività ristorative in piazza Cattedrale a Bitonto non piace proprio a tutti e, specie nelle ultime settimane, le tensioni fra gestori e residenti di alcuni esercizi commerciali sono ormai alle stelle e sfociano in atti che con la civiltà non hanno nulla a che fare. Come accaduto ieri notte quando ignoti hanno lanciato secchiate di urina contro la vetrina d'ingresso di uno dei più recenti locali del quartiere, Sciabadaus. I gestori, per lanciare un segnale, hanno deciso di chiudere i battenti per un giorno. «Vogliamo che la piazza senta la nostra assenza – ha detto Pierluca Garofalo, che con la sorella Adriana gestisce il locale - ma che, allo stesso tempo, avverta la presenza dei giovani e delle famiglie che, indipendentemente da noi, amano quel luogo e vogliono abitarlo. E vogliamo anche che i ragazzi capiscano come si vive in strada, nel rispetto delle regole e della civile convivenza. Ogni azione sbagliata inevitabilmente si riversa nelle vite degli altri. Questo vile atto non ci fermerà. Ringraziamo tutti colo i quali hanno espresso solidarietà nei nostri confronti. Esiste anche il buon vicinato».
Quello dell'altra notte rappresenta solo il gesto più eclatante di una serie di episodi che non hanno tralasciato nemmeno le minacce di morte a colpi di accetta. A rendere la coesistenza ingestibile la presenza costante di giovani, spesso tutt'altro che educati, anche a notte inoltrata quando i residenti si aspetterebbero la possibilità di poter vivere più serenamente la fase del sonno, com'è sacrosanto in tutte le zone residenziali come piazza Cattedrale. Diritti sacrosanti che spesso si caricano dell'intolleranza totale e del disprezzo rispetto alla presenza di questi locali nella piazza che rendono incandescente la situazione.
«Ho provato ad ascoltare e spiegare ad alcune persone un concetto molto semplice – ha detto il consigliere comunale del Pd, Antonella Vaccaro, che ha tentato la mediazione fra le "parti in lotta" - ovvero, io credo che non sia l'esercizio commerciale a rendere incivile la gente o invivibile un luogo. A farlo sono le persone, se una piazza è deserta è certamente silenziosa ma lontana dallo sguardo e dall'attenzione di tutti. Oggi per fortuna non è così. La piazza è viva di famiglie e di ragazzi e ragazze. La pizzeria, il bar, il pub, la ciccchetteria, il ristorante, tutto il necessario per rendere abitabile la piazza. C'è movimento, c'è solidarietà tra le persone e c'è anche molta curiosità. Questo non vuol dire che vada tutto bene. La gente va educata e per farlo c'è bisogno di tempo e pazienza. Ai ragazzi va spiegato che non si urla per strada, ai grandi bisogna spiegare che non si buttano le cose a terra, che non si gioca a pallone sulle auto e sulla facciata della Cattedrale, che si raccoglie la cacca dei cani e che sarebbe meglio evitare di far fare pipì sulla piazza questo però, non giustifica l'atteggiamento del vicinato che minaccia a tutto spiano».
«Le minacce – conclude la Vaccaro - e le intimidazioni sono riprovevoli e vanno combattute ogni giorno con semplici gesti. L'invito è quello di aiutarci l'uno con l'altro a rendere più civile la nostra città in ogni angolo».
Quello dell'altra notte rappresenta solo il gesto più eclatante di una serie di episodi che non hanno tralasciato nemmeno le minacce di morte a colpi di accetta. A rendere la coesistenza ingestibile la presenza costante di giovani, spesso tutt'altro che educati, anche a notte inoltrata quando i residenti si aspetterebbero la possibilità di poter vivere più serenamente la fase del sonno, com'è sacrosanto in tutte le zone residenziali come piazza Cattedrale. Diritti sacrosanti che spesso si caricano dell'intolleranza totale e del disprezzo rispetto alla presenza di questi locali nella piazza che rendono incandescente la situazione.
«Ho provato ad ascoltare e spiegare ad alcune persone un concetto molto semplice – ha detto il consigliere comunale del Pd, Antonella Vaccaro, che ha tentato la mediazione fra le "parti in lotta" - ovvero, io credo che non sia l'esercizio commerciale a rendere incivile la gente o invivibile un luogo. A farlo sono le persone, se una piazza è deserta è certamente silenziosa ma lontana dallo sguardo e dall'attenzione di tutti. Oggi per fortuna non è così. La piazza è viva di famiglie e di ragazzi e ragazze. La pizzeria, il bar, il pub, la ciccchetteria, il ristorante, tutto il necessario per rendere abitabile la piazza. C'è movimento, c'è solidarietà tra le persone e c'è anche molta curiosità. Questo non vuol dire che vada tutto bene. La gente va educata e per farlo c'è bisogno di tempo e pazienza. Ai ragazzi va spiegato che non si urla per strada, ai grandi bisogna spiegare che non si buttano le cose a terra, che non si gioca a pallone sulle auto e sulla facciata della Cattedrale, che si raccoglie la cacca dei cani e che sarebbe meglio evitare di far fare pipì sulla piazza questo però, non giustifica l'atteggiamento del vicinato che minaccia a tutto spiano».
«Le minacce – conclude la Vaccaro - e le intimidazioni sono riprovevoli e vanno combattute ogni giorno con semplici gesti. L'invito è quello di aiutarci l'uno con l'altro a rendere più civile la nostra città in ogni angolo».