VIDEO - Torna a splendere nel convento dei Cappuccini l'antico affresco di San Francesco
Rappresenta il passaggio del frate povero nella città di Bitonto
martedì 23 gennaio 2018
12.39
Aveva subito i danni del tempo e di alcuni sciagurati tentativi di "pulizia", perdendo i suoi originali colori, la luce e la stessa possibilità di distinguerne soggetti e personaggi. Adesso, dopo un'accurata opera di restauro voluta dalla parrocchia e coordinata dalla Soprintendenza è finalmente tornato al suo antico splendore. Si tratta del seicentesco affresco di San Francesco d'Assisi custodito all'interno del Convento dei Cappuccini di Bitonto, eretto nel 1584 su un costone del vallone Tifris. Nel dipinto è ritratto il passaggio del frate povero nella città dell'ulivo, mentre dona le tavole con le "regole" dell'ordine ai frati bitontini davanti a quello che probabilmente è stato il primo nucleo del convento, costituito dalla cappella di San Vincenzo Martire ed edificato «a mille passi dal centro di Bitonto», come ha spiegato il parroco della parrocchia del Crocifisso, don Vincenzo Cozzella. Sullo sfondo, accanto alla Madonna delle Grazie col Bambinello che segue il rito da una nuvola, una scorcio della città di Bitonto e la vegetazione che all'epoca caratterizzava il letto del torrente e tutta la lama Balice. In basso un cartiglio con un verso del Vangelo di Marco: «Euntes in mundum universum predicate evangelium omni creature »; «e mentre camminate ovunque in tutto il mondo predicate il Vangelo a tutte le creature».
L'affresco, al momento ancora in corso di studio, potrebbe essere stato dipinto da uno dei discepoli di Nicola Gliri o di Carlo Rosa, anche se al momento è prematuro assegnare paternità all'opera. Quello che è certo è che la comunità torna in possesso, grazie all'impegno della parrocchia, di uno dei tanti "tesori" che rendono, dal punto di vista storico-artistico, il territorio bitontino uno dei più ricchi di tutta la Puglia.
L'affresco, al momento ancora in corso di studio, potrebbe essere stato dipinto da uno dei discepoli di Nicola Gliri o di Carlo Rosa, anche se al momento è prematuro assegnare paternità all'opera. Quello che è certo è che la comunità torna in possesso, grazie all'impegno della parrocchia, di uno dei tanti "tesori" che rendono, dal punto di vista storico-artistico, il territorio bitontino uno dei più ricchi di tutta la Puglia.