“We Wish”, la campagna di Anestetico Urbano a sostegno di Refugees
Cartoline augurali speciali e una mostra virtuale per promuovere l’inclusione, in vendita fino al 6 gennaio presso Ergot, a Bitonto.
lunedì 28 dicembre 2020
12.14
Biglietti augurali speciali e una mostra virtuale per sostenere Refugees Welcome Bari, è l'iniziativa promossa da Anestetico Urbano con la campagna We Wish, per scaldare le coscienze e avvicinare il grande pubblico alle tematiche legate all'inclusione. Le cartoline sono in vendita fino al 6 gennaio da Ergot, il concept store visionario ed eclettico che ha sposato il progetto.
No borders, courage, love, freedom, hope, unexpected, inclusion, dream, sunshine and lollipops. Sono queste le 8 parole scelte del collettivo di Anestetico Urbano, protagoniste delle illustrazioni e dei collage fotografici creati da Bianca Roselli, Maria Pia Maiorano e Graziana Carano. "We wish" in inglese assume sia il significato di augurare, sia quello di desiderare, a seconda del contesto in cui viene inserito. Per questo la campagna omonima vuole augurare attraverso il desiderio, esplorando e raccontando queste otto parole.
Intensi messaggi per fare gli auguri in maniera diversa, originale e soprattutto solidale. Il ricavato infatti sarà completamente devoluto a Refugees Welcome Bari, l'associazione che si occupa di cercare famiglie che accolgano i rifugiati, favorendone l'inclusione sociale, attraverso il raggiungimento della piena autonomia degli stessi e che intende combattere pregiudizi e stereotipi al fine di costruire assieme una società inclusiva e solidale. I messaggi augurali saranno acquistabili da Ergot, in Via Mazzini, 22 fino al 6 gennaio.
Nell'ambito dell'iniziativa "We Wish" è stata realizzata anche una mostra online, affiancata da attività di guerrilla virtuale, visitabile sul sito internet di Anestetico Urbano e sui social. Ad ogni cartolina è stata associata una fotografia delle famiglie ospitanti con una dichiarazione che gli operatori di Refugees hanno chiesto ai rifugiati. Spicca tra tutte quela di Rohela, donna afgana ospitata da una famiglia bitontina: «Nel timore e nel disorientamento ho scoperto, nel calore della vostra casa, la fatica e la gioia di essere donna, libera e madre».
La mostra si pone, quindi, l'obiettivo di evidenziare la necessità di un processo di coinvolgimento, opportunità e inclusione delle minoranze nel mondo lavorativo, ma anche una loro partecipazione attiva nella società, per contrastare segregazione e diffusione di stereotipi. «L'augurio è che l'arte possa raggiungere tutte le generazioni, facendosi portavoce di messaggi sociali e obiettivi spesso ignorati perché identificati come utopistici» ha dichiarato Graziana Carano, presidente di Anestetico Urbano.
No borders, courage, love, freedom, hope, unexpected, inclusion, dream, sunshine and lollipops. Sono queste le 8 parole scelte del collettivo di Anestetico Urbano, protagoniste delle illustrazioni e dei collage fotografici creati da Bianca Roselli, Maria Pia Maiorano e Graziana Carano. "We wish" in inglese assume sia il significato di augurare, sia quello di desiderare, a seconda del contesto in cui viene inserito. Per questo la campagna omonima vuole augurare attraverso il desiderio, esplorando e raccontando queste otto parole.
Intensi messaggi per fare gli auguri in maniera diversa, originale e soprattutto solidale. Il ricavato infatti sarà completamente devoluto a Refugees Welcome Bari, l'associazione che si occupa di cercare famiglie che accolgano i rifugiati, favorendone l'inclusione sociale, attraverso il raggiungimento della piena autonomia degli stessi e che intende combattere pregiudizi e stereotipi al fine di costruire assieme una società inclusiva e solidale. I messaggi augurali saranno acquistabili da Ergot, in Via Mazzini, 22 fino al 6 gennaio.
Nell'ambito dell'iniziativa "We Wish" è stata realizzata anche una mostra online, affiancata da attività di guerrilla virtuale, visitabile sul sito internet di Anestetico Urbano e sui social. Ad ogni cartolina è stata associata una fotografia delle famiglie ospitanti con una dichiarazione che gli operatori di Refugees hanno chiesto ai rifugiati. Spicca tra tutte quela di Rohela, donna afgana ospitata da una famiglia bitontina: «Nel timore e nel disorientamento ho scoperto, nel calore della vostra casa, la fatica e la gioia di essere donna, libera e madre».
La mostra si pone, quindi, l'obiettivo di evidenziare la necessità di un processo di coinvolgimento, opportunità e inclusione delle minoranze nel mondo lavorativo, ma anche una loro partecipazione attiva nella società, per contrastare segregazione e diffusione di stereotipi. «L'augurio è che l'arte possa raggiungere tutte le generazioni, facendosi portavoce di messaggi sociali e obiettivi spesso ignorati perché identificati come utopistici» ha dichiarato Graziana Carano, presidente di Anestetico Urbano.