Xylella in provincia di Bari, l’allarme del CNO: «A rischio 30 milioni di ulivi e 70mila aziende»
Il gruppo regionale di Forza Italia chiede le dimissioni dell’assessore all’agricoltura: «Disastroso fallimento»
giovedì 24 maggio 2018
11.01
C'è grande preoccupazione da parte di tutto il mondo olivicolo per le notizie sulla xylella che darebbero il batterio ormai da tempo all'interno della provincia di Bari. Sulla vicenda si è espresso anche il presidente del Consorzio Nazionale degli Olivicoltori, il bitontino Gennaro Sicolo, secondo cui, «la Commissione Europea, oltre a decretare ancora una volta il fallimento di chi era chiamato a controllare l'avanzata del batterio della xylella, certifica il pericolo di morte per altri trenta milioni di ulivi e settantamila aziende che vivono di olivicoltura». Anche per gli scarsi risultati ottenuti in Puglia, la Commissione Europea ha deciso di innalzare la zona cuscinetto fino alla piana di Monopoli.
«La Provincia di Bari e la Provincia Bat, cuore olivicolo pugliese ed italiano - ha detto Sicolo - vengono adesso messe a repentaglio da un batterio alimentato da tanti irresponsabili, da tanti amministratori, da tanti politici e da qualche organizzazione agricola che per troppo tempo, solo per squallidi calcoli opportunistici, hanno dato credito a teorie inesistenti, complotti e chiacchiere di numerosi santoni e nullafacenti, invece di affrontare seriamente il problema».
In Puglia sono coltivate circa 65 milioni di piante, sui 190 milioni dell'intero territorio nazionale. Solo in provincia di Bari, poi, di piante di olivo ce ne sono 21,5 milioni, il doppio, per esempio, di quelle della provincia di Lecce.
«Mi auguro - ha proseguito il Presidente del Cno - che il governo che sta per nascere affronti la questione in maniera prioritaria perché si tratta di una grande emergenza nazionale. Allo stesso modo spero che la Regione Puglia, per troppo tempo colpevolmente silente, acceleri le procedure per le estirpazioni delle piante infette, come avviene ad esempio in Spagna e Francia dove combattono la stessa epidemia, e prosegua sia il monitoraggio, sia i controlli per verificare se siano in corso tutte, e sottolineo tutte, le operazioni previste dal Decreto Martina per contenere il batterio». Sicolo chiede allora lo sblocco dei fondi per il ristoro delle aziende colpite e il sostegno la ricerca seria per provare ad arginare il batterio, reimpiantando le varietà di ulivi resistenti nella zona infetta.
Sulla stessa linea anche il gruppo regionale di Forza Italia, composto da Nino Marmo, Domenico Damascelli, Francesca Franzoso e Giandiego Gatta, che ha chiesto le dimissioni dell'assessore regionale all'Agricoltura, Leonardo Di Gioia.
«In campagna elettorale, il presidente Emiliano prometteva di debellare la Xylella – ricordano i forzisti - sostenendo che fosse al primo posto, in caso di vittoria, nella sua agenda di governo. Sono passati due anni e mezzo da allora e non solo la Xylella continua ad impazzare, desertificando gli uliveti della Puglia, sino alle porte della Terra di Bari, ma nulla è stato fatto anche solo per il suo contenimento. Il fallimento politico della Giunta regionale è eclatante e sotto gli occhi di tutti i pugliesi».
Per i consiglieri azzurri è indispensabile, oltre alle azioni proposte anche dal CNO, «eliminare la cosiddetta 'task force', procedendo all'istituzione di un tavolo tecnico-scientifico permanente a cui partecipino componenti dell'Osservatorio fitosanitario, dell'Arif, del CNR, dell'Istituto di Patologia Vegetale dell'Università di Bari, degli Ordini professionali e delle associazioni di categoria».
«Potremmo parlare del passato – minacciano i forzisti - facendo una cronistoria di tutte le giravolte politiche del presidente Emiliano, delle vicissitudini che hanno caratterizzato questa triste vicenda, che la Regione ha deciso di non governare e non gestire per non scontentare posizioni fintamente ambientaliste ma precisamente demagogiche: per assecondare chi si batteva contro le eradicazioni, sventolando la bandiera del 'no' a prescindere e per assecondare pure gli autori di teorie complottiste, si è agevolata la diffusione e l'avanzamento dell'infezione. Potremmo anche parlare di coloro che hanno tifato per la mancata attuazione del Piano Silletti, che invece avrebbe impedito il propagarsi della catastrofe. Ma non servirebbe al futuro dell'agricoltura pugliese – concludono i consiglieri di Forza Italia - e del nostro paesaggio nei suoi tratti più identitari: oggi, auspichiamo in un cambio di passo decisivo: si proceda agli abbattimenti e all'utilizzo mirato e specifico dei fitofarmaci. Bisogna assumersi le proprie responsabilità e affidarsi alla scienza».
«La Provincia di Bari e la Provincia Bat, cuore olivicolo pugliese ed italiano - ha detto Sicolo - vengono adesso messe a repentaglio da un batterio alimentato da tanti irresponsabili, da tanti amministratori, da tanti politici e da qualche organizzazione agricola che per troppo tempo, solo per squallidi calcoli opportunistici, hanno dato credito a teorie inesistenti, complotti e chiacchiere di numerosi santoni e nullafacenti, invece di affrontare seriamente il problema».
In Puglia sono coltivate circa 65 milioni di piante, sui 190 milioni dell'intero territorio nazionale. Solo in provincia di Bari, poi, di piante di olivo ce ne sono 21,5 milioni, il doppio, per esempio, di quelle della provincia di Lecce.
«Mi auguro - ha proseguito il Presidente del Cno - che il governo che sta per nascere affronti la questione in maniera prioritaria perché si tratta di una grande emergenza nazionale. Allo stesso modo spero che la Regione Puglia, per troppo tempo colpevolmente silente, acceleri le procedure per le estirpazioni delle piante infette, come avviene ad esempio in Spagna e Francia dove combattono la stessa epidemia, e prosegua sia il monitoraggio, sia i controlli per verificare se siano in corso tutte, e sottolineo tutte, le operazioni previste dal Decreto Martina per contenere il batterio». Sicolo chiede allora lo sblocco dei fondi per il ristoro delle aziende colpite e il sostegno la ricerca seria per provare ad arginare il batterio, reimpiantando le varietà di ulivi resistenti nella zona infetta.
Sulla stessa linea anche il gruppo regionale di Forza Italia, composto da Nino Marmo, Domenico Damascelli, Francesca Franzoso e Giandiego Gatta, che ha chiesto le dimissioni dell'assessore regionale all'Agricoltura, Leonardo Di Gioia.
«In campagna elettorale, il presidente Emiliano prometteva di debellare la Xylella – ricordano i forzisti - sostenendo che fosse al primo posto, in caso di vittoria, nella sua agenda di governo. Sono passati due anni e mezzo da allora e non solo la Xylella continua ad impazzare, desertificando gli uliveti della Puglia, sino alle porte della Terra di Bari, ma nulla è stato fatto anche solo per il suo contenimento. Il fallimento politico della Giunta regionale è eclatante e sotto gli occhi di tutti i pugliesi».
Per i consiglieri azzurri è indispensabile, oltre alle azioni proposte anche dal CNO, «eliminare la cosiddetta 'task force', procedendo all'istituzione di un tavolo tecnico-scientifico permanente a cui partecipino componenti dell'Osservatorio fitosanitario, dell'Arif, del CNR, dell'Istituto di Patologia Vegetale dell'Università di Bari, degli Ordini professionali e delle associazioni di categoria».
«Potremmo parlare del passato – minacciano i forzisti - facendo una cronistoria di tutte le giravolte politiche del presidente Emiliano, delle vicissitudini che hanno caratterizzato questa triste vicenda, che la Regione ha deciso di non governare e non gestire per non scontentare posizioni fintamente ambientaliste ma precisamente demagogiche: per assecondare chi si batteva contro le eradicazioni, sventolando la bandiera del 'no' a prescindere e per assecondare pure gli autori di teorie complottiste, si è agevolata la diffusione e l'avanzamento dell'infezione. Potremmo anche parlare di coloro che hanno tifato per la mancata attuazione del Piano Silletti, che invece avrebbe impedito il propagarsi della catastrofe. Ma non servirebbe al futuro dell'agricoltura pugliese – concludono i consiglieri di Forza Italia - e del nostro paesaggio nei suoi tratti più identitari: oggi, auspichiamo in un cambio di passo decisivo: si proceda agli abbattimenti e all'utilizzo mirato e specifico dei fitofarmaci. Bisogna assumersi le proprie responsabilità e affidarsi alla scienza».