Zone Economiche Speciali: bene Bitonto ma in terra di Bari tanti comuni delusi
Damascelli: «Dalla Regione solo disinteresse». ItC: «Si ricalcolino i perimetri dei territori»
martedì 10 luglio 2018
11.06
Milioni di euro a disposizione per riqualificare aree produttive, sotto forma di sgravi fiscali e semplificazioni burocratiche per le aziende, ma tanti comuni delusi dalla mappa recentemente diffusa dalla Regione Puglia. È questa la situazione per quanto riguarda le Zone Economiche Speciali, recentemente approvate con un decreto del Presidente del Consiglio, per rilanciare il tessuto economico delle regioni del Mezzogiorno.
A Bitonto è andata bene: se i criteri di perimetrazione restassero invariati a poter usufruire dei vantaggi per le aziende sarà la zona Artigianale. Qui l'Autorità governativa da un lato, applichrà una legislazione economica differente rispetto a quella applicata nel resto del Paese e dall'altro, offrirà incentivi a beneficio delle aziende attraverso strumenti di agevolazioni fiscali/finanziarie e semplificazioni amministrative.
La delimitazione dei territori, però, non è piaciuta proprio a tutti. Su tutti gli amministratori di Italia in Comune, secondo cui sarebbe necessario «un maggiore confronto, che dia spazio alle proposte dei territori, ma anche un computo, in termini di ettari assegnati, che tenga effettivamente conto delle potenzialità del territorio stesso».
In Puglia, «siamo ancora alla fase delle bozze, mentre altre regioni hanno già depositato i Piani di Sviluppo Strategico», lamentano alcuni fra i Sindaci aderenti al neo-costituito partito, che denunciano anche uno «strano 'balletto' di ettari che, nella bozza che istituisce le zone per la Puglia, sono variati sia per l'area ionica che per quella adriatica, senza una reale spiegazione nel merito».
Tra i più agguerriti, il riconfermato sindaco di Acquaviva delle Fonti, Davide Carlucci che, lamentando la scarsa considerazione in fase preparatoria del provvedimento, ha annunciato la sua battaglia per una riperimetrazione della Zes di terra di Bari, in modo da ricomprendere, «a giusto titolo», territori dell'entroterra barese come quelli di Corato e Rutigliano, oltre a quello della stessa Acquaviva.
«Nel Decreto Legge del 2017 – rincara la dose il coordinatore regionale di ItC, il bitontino Vincenzo Gesualdo - che istituisce queste zone viene espressamente indicata, fra i requisiti, la presenza di un'area portuale e la vicinanza ai maggiori punti di collegamento e alle reti di traporto. È chiaro, cioè, che, nelle intenzioni del legislatore, deputate a rientrare nelle Zes non sono genericamente le aree a vocazione industriale, ma quelle che si candidano a divenire snodi strategici soprattutto dal punto di vista logistico. Alla luce di ciò, balza agli occhi la forte penalizzazione inflitta alla terra di Bari alla quale, in virtù della obiettiva preminenza in termini infrastrutturali rispetto alle altre province, spetterebbe quantomeno un ricalcolo degli ettari ricadenti nella zona».
Fortemente critico anche il vicepresidente della IV Commissione consiliare regionale, Domenico Damascelli di Forza Italia.
«L'assenza di oggi (ieri, n.d.r.) in IV Commissione del presidente Emiliano – denuncia il consigliere regionale - certifica che la Giunta regionale anche sulle Zone Economiche Speciali stia facendo melina, senza alcun passo in avanti. Sono mesi che si stigmatizza lo stallo della Regione Puglia, mentre le altre regioni hanno già inviato al Ministero i loro Piani Strategici. Era stato insediato un gruppo di lavoro, ma I risultati sono ancora sconosciuti. Dunque, si analizzi in dettaglio l'ipotesi progettuale nelle commissioni consiliari per consentire un approfondimento serio e permettere a noi consiglieri, che rappresentiamo i territori di proporre indirizzi su cui il governo regionale è latitante».
A Bitonto è andata bene: se i criteri di perimetrazione restassero invariati a poter usufruire dei vantaggi per le aziende sarà la zona Artigianale. Qui l'Autorità governativa da un lato, applichrà una legislazione economica differente rispetto a quella applicata nel resto del Paese e dall'altro, offrirà incentivi a beneficio delle aziende attraverso strumenti di agevolazioni fiscali/finanziarie e semplificazioni amministrative.
La delimitazione dei territori, però, non è piaciuta proprio a tutti. Su tutti gli amministratori di Italia in Comune, secondo cui sarebbe necessario «un maggiore confronto, che dia spazio alle proposte dei territori, ma anche un computo, in termini di ettari assegnati, che tenga effettivamente conto delle potenzialità del territorio stesso».
In Puglia, «siamo ancora alla fase delle bozze, mentre altre regioni hanno già depositato i Piani di Sviluppo Strategico», lamentano alcuni fra i Sindaci aderenti al neo-costituito partito, che denunciano anche uno «strano 'balletto' di ettari che, nella bozza che istituisce le zone per la Puglia, sono variati sia per l'area ionica che per quella adriatica, senza una reale spiegazione nel merito».
Tra i più agguerriti, il riconfermato sindaco di Acquaviva delle Fonti, Davide Carlucci che, lamentando la scarsa considerazione in fase preparatoria del provvedimento, ha annunciato la sua battaglia per una riperimetrazione della Zes di terra di Bari, in modo da ricomprendere, «a giusto titolo», territori dell'entroterra barese come quelli di Corato e Rutigliano, oltre a quello della stessa Acquaviva.
«Nel Decreto Legge del 2017 – rincara la dose il coordinatore regionale di ItC, il bitontino Vincenzo Gesualdo - che istituisce queste zone viene espressamente indicata, fra i requisiti, la presenza di un'area portuale e la vicinanza ai maggiori punti di collegamento e alle reti di traporto. È chiaro, cioè, che, nelle intenzioni del legislatore, deputate a rientrare nelle Zes non sono genericamente le aree a vocazione industriale, ma quelle che si candidano a divenire snodi strategici soprattutto dal punto di vista logistico. Alla luce di ciò, balza agli occhi la forte penalizzazione inflitta alla terra di Bari alla quale, in virtù della obiettiva preminenza in termini infrastrutturali rispetto alle altre province, spetterebbe quantomeno un ricalcolo degli ettari ricadenti nella zona».
Fortemente critico anche il vicepresidente della IV Commissione consiliare regionale, Domenico Damascelli di Forza Italia.
«L'assenza di oggi (ieri, n.d.r.) in IV Commissione del presidente Emiliano – denuncia il consigliere regionale - certifica che la Giunta regionale anche sulle Zone Economiche Speciali stia facendo melina, senza alcun passo in avanti. Sono mesi che si stigmatizza lo stallo della Regione Puglia, mentre le altre regioni hanno già inviato al Ministero i loro Piani Strategici. Era stato insediato un gruppo di lavoro, ma I risultati sono ancora sconosciuti. Dunque, si analizzi in dettaglio l'ipotesi progettuale nelle commissioni consiliari per consentire un approfondimento serio e permettere a noi consiglieri, che rappresentiamo i territori di proporre indirizzi su cui il governo regionale è latitante».