Serie C a rischio a Bitonto: striscioni dei tifosi contro i tesserati
Nel mirino Picci e gli altri coinvolti nel processo, ma anche i politici
giovedì 10 settembre 2020
9.39
«Via le mele marce dal Bitonto». La richiesta dei tifosi del Bitonto Calcio, che rischia di perdere la Serie C conquistata sul campo quest'anno, arriva a poche ore dall'appello intentato dalla società neroverde nel tentativo di ribaltare la sentenza di primo grado del processo sulla presunta combine per la partita del 5 maggio 2019 Picerno-Bitonto, che ha condannato la squadra a tornare in D. Una richiesta scritta su alcuni striscioni appesi sulle strutture sportive della città dagli ultras, demoralizzati e sconfortati dalla vicenda che rischia di troncare i loro sogni e le loro speranze.
Nel mirino dei tifosi, in particolare, l'ex attaccante neroverde Giulio Picci, attorno al quale avrebbe ruotato la combine: alcuni giocatori, infatti, si sarebbero accordati per perdere la partita e favorire il Picerno in cambio di alcune migliaia di euro, per "aiutare" Picci, in quel momento sommerso di debiti.
«Nemmeno tua madre ti voleva perchè eri un infame che si vendeva» è il testo di un altro striscione in cui i tifosi, partendo da una storica intervista dell'attaccante diventata virale sul web e in tv, mostrano il loro risentimento nei suoi confronti. E ancora «In questo calcio senza bandiere le aste noi le conserviamo bene», ma anche «Il calcio d'inizio? Dopo il comizio», con chiaro riferimento alla politica locale, rea di aver promesso gli adeguamenti necessari allo stadio Città degli Ulivi per consentire alla squadra di partecipare alla C, in realtà non ancora iniziati.
Insomma, ne hanno per tutti i tifosi del Bitonto che, in tutta la vicenda, restano certamente l'unica indiscutibile vittima di un sistema che si dimostra, ancora una volta, capace di fagocitare e sfruttare anche le passioni più sincere e genuine.
Nel mirino dei tifosi, in particolare, l'ex attaccante neroverde Giulio Picci, attorno al quale avrebbe ruotato la combine: alcuni giocatori, infatti, si sarebbero accordati per perdere la partita e favorire il Picerno in cambio di alcune migliaia di euro, per "aiutare" Picci, in quel momento sommerso di debiti.
«Nemmeno tua madre ti voleva perchè eri un infame che si vendeva» è il testo di un altro striscione in cui i tifosi, partendo da una storica intervista dell'attaccante diventata virale sul web e in tv, mostrano il loro risentimento nei suoi confronti. E ancora «In questo calcio senza bandiere le aste noi le conserviamo bene», ma anche «Il calcio d'inizio? Dopo il comizio», con chiaro riferimento alla politica locale, rea di aver promesso gli adeguamenti necessari allo stadio Città degli Ulivi per consentire alla squadra di partecipare alla C, in realtà non ancora iniziati.
Insomma, ne hanno per tutti i tifosi del Bitonto che, in tutta la vicenda, restano certamente l'unica indiscutibile vittima di un sistema che si dimostra, ancora una volta, capace di fagocitare e sfruttare anche le passioni più sincere e genuine.