La provinciale Bitonto-Giovinazzo è una lunga discarica abusiva (FOTO)
Le nostre foto raccontano una vergogna che non conosce fine
martedì 10 gennaio 2023
iReport
Ormai non si tratta nemmeno di inciviltà. Sembra invece una raccapricciante routine quella che infesta la strada provinciale 88 che conduce da Bitonto a Giovinazzo.
Quella lingua d'asfalto, che corre dalla costa verso ovest, è costellata di sacchetti di spazzatura e rifiuti di ogni tipo: scarti di lavorazioni edili, amianto, vetro, plastica, pneumatici. Una vergogna senza fine, che si rinnova sulle complanari e che non conosce soste. E ciò che inquieta di più sono le testimonianze dei contadini, che coltivano ulivi a pochi metri: «Qui ogni giorno troviamo qualche "regalo" nuovo. Finanche lavatrici, televisori e frigoriferi. E poi c'è qualcuno che di notte appicca il fuoco. Siamo stanchi e chiediamo un controllo costante. I nostri prodotti ormai finiscono con l'essere inquinati dalle sostanze sprigionate da abbandono e roghi. Viene davvero voglia di mollare tutto».
Una situazione di cui la Città Metropolitana di Bari, competente per le ex provinciali, e i Comuni di Bitonto e Giovinazzo non si sono occupati affatto negli ultimi mesi per quanto di competenza (strade vicinali e interpoderali sempre più invase dai rifiuti soprattutto nel territorio bitontino dopo l'inizio della raccolta porta a porta, ndr). Un biglietto da visita pessimo per chi giunge nelle due città, qualcosa su cui avviare una riflessione profonda e non di facciata. La repressione di questi veri e propri reati ambientali ed il costante monitoraggio dell'agro eviterebbero esborsi straordinari per la pulizia.
Facile a dirsi, talvolta più complicato a farsi per le amministrazioni locali alla costante ricerca di personale e risorse. In attesa (perenne) che la Città Metropolitana si mobiliti e che le forze dell'ordine individuino i responsabili non resta che prendere atto di quanto questa porzione di Puglia sia lontanissima da standard di civiltà europei accettabili.
Quella lingua d'asfalto, che corre dalla costa verso ovest, è costellata di sacchetti di spazzatura e rifiuti di ogni tipo: scarti di lavorazioni edili, amianto, vetro, plastica, pneumatici. Una vergogna senza fine, che si rinnova sulle complanari e che non conosce soste. E ciò che inquieta di più sono le testimonianze dei contadini, che coltivano ulivi a pochi metri: «Qui ogni giorno troviamo qualche "regalo" nuovo. Finanche lavatrici, televisori e frigoriferi. E poi c'è qualcuno che di notte appicca il fuoco. Siamo stanchi e chiediamo un controllo costante. I nostri prodotti ormai finiscono con l'essere inquinati dalle sostanze sprigionate da abbandono e roghi. Viene davvero voglia di mollare tutto».
Una situazione di cui la Città Metropolitana di Bari, competente per le ex provinciali, e i Comuni di Bitonto e Giovinazzo non si sono occupati affatto negli ultimi mesi per quanto di competenza (strade vicinali e interpoderali sempre più invase dai rifiuti soprattutto nel territorio bitontino dopo l'inizio della raccolta porta a porta, ndr). Un biglietto da visita pessimo per chi giunge nelle due città, qualcosa su cui avviare una riflessione profonda e non di facciata. La repressione di questi veri e propri reati ambientali ed il costante monitoraggio dell'agro eviterebbero esborsi straordinari per la pulizia.
Facile a dirsi, talvolta più complicato a farsi per le amministrazioni locali alla costante ricerca di personale e risorse. In attesa (perenne) che la Città Metropolitana si mobiliti e che le forze dell'ordine individuino i responsabili non resta che prendere atto di quanto questa porzione di Puglia sia lontanissima da standard di civiltà europei accettabili.