Cultura, Eventi e Spettacolo
#3 LivesOnColors: il divino bianco e l'affascinante nero
Terzo appuntamento con la rubrica di Lorella Piperis
Bitonto - mercoledì 30 dicembre 2020
09.45
Il terzo vagone di #LivesOnColor oggi staziona tra due dei colori più importanti e più usati al mondo: il divino bianco e l'affascinante nero. In realtà il bianco e il nero non sono definibili come veri e propri colori, bensì, sfumature, in quanto rafforzano gli altri.
Partiamo dal nero. L'arcobaleno ci dimostra che questo colore non fa parte dello spettro visibile dei colori, infatti, tutti i sono riflessi di luce tranne il nero. Il nero è assenza di luce. Per gli artisti invece il nero è la somma dei tre colori primari, ciò sta a indicare che i primari sono tali in quanto sommandoli tra di loro, si annullano a vicenda, stabilendo così che nessuno dei tre possiede una predominante sugli altri due. Il Bianco è un colore con elevata luminosità ma anche senza tinta per cui chiamato anche colore acromatico e comprende tutti i colori dello spettro luminoso, per questo è considerato esattamente l'opposto del nero. Non sono così diversi invece i loro significati, entrambi hanno mille sfumature e sono usati da tutti.
«Il nero è insostituibile» è la frase più ricorrente che mi è capitata di ascoltare, durante la mia carriera da consulente d'immagine. Il nero per alcuni è una vera e propria filosofia di vita e quindi indispensabile e unico. Ma perché fossilizzarsi su un solo colore quando abbiamo a disposizione tutte le sfumature del mondo? Trovo più giusta questa affermazione: «il nero va bene su tutto ma sta bene a pochi». Difatti, secondo l'armocromia, solo chi appartiene alla stagione inverno può farne abbondante uso, anche attraverso accessori o capi collocati sul o vicino al viso. Per chi appartiene ad altre stagioni, non c'è da preoccuparsi, vi dimostrerò che si può vivere anche senza nero.
Il nero è un colore "comodo" è elegante e raffinato. Non è mai scelto dai bambini che dai primi anni di vita lo associano ai personaggi cattivi dei cartoni animati, al buio, alle ombre, ed è meno amato anche dagli scaramantici. Il nero accompagna spesso altri sostantivi per dargli un'accezione più tetra, basti pensare a cronaca nera, anima nera, lista nera, giornata nera e tanti altri modi di dire. Nei paesi occidentali è associato alla morte, alla paura, al lutto, al contrario dei paesi orientali come la Cina, nei quali il lutto è legato al bianco. Il nero è sicuramente il colore maggiormente presente nei nostri armadi, perché è un colore facile da trovare, ed è protagonista anche di alcuni falsi miti come quello de «il nero sfina». Ma questo effetto snellente, lo hanno tutti i colori scuri che otticamente retrocedono come ad esempio il blu navy, il verde foresta, il black brown e il melanzana. Oltre al colore esistono diversi trucchi che ci potrebbero aiutare a nascondere le nostre forme, come usare un total look monocromatico, le righe verticali e i tessuti matt.
Il nero è anche il colore scelto per l'abito iconico di Audrey Hepburn nel film Colazione da Tiffany, il famosissimo tubino nero – vero è proprio must che ogni donna dovrebbe avere nel proprio armadio - disegnato dallo stilista francese Hubert de Givenchy. Ma tra i capi iconici non possiamo di certo dimenticare il meraviglioso vestito bianco di Marilyn Monroe, in Quando la moglie è in vacanza indossato nel 1955, realizzato dal costumista William Travilla.
Il bianco nella nostra cultura religiosa è da sempre associato alla purezza, all'innocenza ed è il colore che indossiamo per ricevere i sacramenti. La tradizione del vestito bianco per la sposa è molto più recente. Infatti, durante il medioevo le spose dovevano indossare, il giorno del matrimonio, il vestito più lussuoso e colorato che possedevano, questo simboleggiava la loro ricchezza. La prima ad indossare un abito bianco il giorno del suo matrimonio fu la principessa Filippa D'inghilterra nel 1406, successivamente lo indossò Maria Stuarda, nonostante il bianco tradizionalmente fosse il colore del lutto in Francia, ma si affermò ufficialmente come colore "da sposa" solo nel 1840 imposto dalla regina Vittoria D'Inghilterra. Il bianco è il colore dell'autenticità, del candore, della purezza, incoraggia l'ordine e la chiarezza mentale. Chi indossa il bianco è un persona leggera, trasparente, chiara, non si nasconde. È indipendente, pura, schietta, una persona che ama la semplicità. Molte donne importanti ne sono state e ne sono affascinate. Anche la nuova vicepresidente americana Kamala Harris, alla sua prima apparizione pubblica, ha deciso di indossare un completo bianco, e in questo non era la prima. In passato infatti è stato indossato da Hillary Clinton e da Jacqueline Kennedy, quest'ultima ne fu davvero ossessionata, tanto da indossare guanti bianchi ad ogni ricevimento tenuto alla Casa Bianca, lanciando una delle tendenze più gettonate in quel periodo.
In questi ultimi anni il bianco è il colore preferito anche dagli architetti moderni più essenziali e minimal, sebbene il bianco da sempre è stato associato a templi e chiese per simboleggiare la purezza religiosa, oggi viene utilizzato per enfatizzare le linee e le forme geometriche degli edifici.
Partiamo dal nero. L'arcobaleno ci dimostra che questo colore non fa parte dello spettro visibile dei colori, infatti, tutti i sono riflessi di luce tranne il nero. Il nero è assenza di luce. Per gli artisti invece il nero è la somma dei tre colori primari, ciò sta a indicare che i primari sono tali in quanto sommandoli tra di loro, si annullano a vicenda, stabilendo così che nessuno dei tre possiede una predominante sugli altri due. Il Bianco è un colore con elevata luminosità ma anche senza tinta per cui chiamato anche colore acromatico e comprende tutti i colori dello spettro luminoso, per questo è considerato esattamente l'opposto del nero. Non sono così diversi invece i loro significati, entrambi hanno mille sfumature e sono usati da tutti.
«Il nero è insostituibile» è la frase più ricorrente che mi è capitata di ascoltare, durante la mia carriera da consulente d'immagine. Il nero per alcuni è una vera e propria filosofia di vita e quindi indispensabile e unico. Ma perché fossilizzarsi su un solo colore quando abbiamo a disposizione tutte le sfumature del mondo? Trovo più giusta questa affermazione: «il nero va bene su tutto ma sta bene a pochi». Difatti, secondo l'armocromia, solo chi appartiene alla stagione inverno può farne abbondante uso, anche attraverso accessori o capi collocati sul o vicino al viso. Per chi appartiene ad altre stagioni, non c'è da preoccuparsi, vi dimostrerò che si può vivere anche senza nero.
Il nero è un colore "comodo" è elegante e raffinato. Non è mai scelto dai bambini che dai primi anni di vita lo associano ai personaggi cattivi dei cartoni animati, al buio, alle ombre, ed è meno amato anche dagli scaramantici. Il nero accompagna spesso altri sostantivi per dargli un'accezione più tetra, basti pensare a cronaca nera, anima nera, lista nera, giornata nera e tanti altri modi di dire. Nei paesi occidentali è associato alla morte, alla paura, al lutto, al contrario dei paesi orientali come la Cina, nei quali il lutto è legato al bianco. Il nero è sicuramente il colore maggiormente presente nei nostri armadi, perché è un colore facile da trovare, ed è protagonista anche di alcuni falsi miti come quello de «il nero sfina». Ma questo effetto snellente, lo hanno tutti i colori scuri che otticamente retrocedono come ad esempio il blu navy, il verde foresta, il black brown e il melanzana. Oltre al colore esistono diversi trucchi che ci potrebbero aiutare a nascondere le nostre forme, come usare un total look monocromatico, le righe verticali e i tessuti matt.
Il nero è anche il colore scelto per l'abito iconico di Audrey Hepburn nel film Colazione da Tiffany, il famosissimo tubino nero – vero è proprio must che ogni donna dovrebbe avere nel proprio armadio - disegnato dallo stilista francese Hubert de Givenchy. Ma tra i capi iconici non possiamo di certo dimenticare il meraviglioso vestito bianco di Marilyn Monroe, in Quando la moglie è in vacanza indossato nel 1955, realizzato dal costumista William Travilla.
Il bianco nella nostra cultura religiosa è da sempre associato alla purezza, all'innocenza ed è il colore che indossiamo per ricevere i sacramenti. La tradizione del vestito bianco per la sposa è molto più recente. Infatti, durante il medioevo le spose dovevano indossare, il giorno del matrimonio, il vestito più lussuoso e colorato che possedevano, questo simboleggiava la loro ricchezza. La prima ad indossare un abito bianco il giorno del suo matrimonio fu la principessa Filippa D'inghilterra nel 1406, successivamente lo indossò Maria Stuarda, nonostante il bianco tradizionalmente fosse il colore del lutto in Francia, ma si affermò ufficialmente come colore "da sposa" solo nel 1840 imposto dalla regina Vittoria D'Inghilterra. Il bianco è il colore dell'autenticità, del candore, della purezza, incoraggia l'ordine e la chiarezza mentale. Chi indossa il bianco è un persona leggera, trasparente, chiara, non si nasconde. È indipendente, pura, schietta, una persona che ama la semplicità. Molte donne importanti ne sono state e ne sono affascinate. Anche la nuova vicepresidente americana Kamala Harris, alla sua prima apparizione pubblica, ha deciso di indossare un completo bianco, e in questo non era la prima. In passato infatti è stato indossato da Hillary Clinton e da Jacqueline Kennedy, quest'ultima ne fu davvero ossessionata, tanto da indossare guanti bianchi ad ogni ricevimento tenuto alla Casa Bianca, lanciando una delle tendenze più gettonate in quel periodo.
In questi ultimi anni il bianco è il colore preferito anche dagli architetti moderni più essenziali e minimal, sebbene il bianco da sempre è stato associato a templi e chiese per simboleggiare la purezza religiosa, oggi viene utilizzato per enfatizzare le linee e le forme geometriche degli edifici.