Cronaca
42enne morta segregata in casa, il Comune al fianco delle assistenti sociali
Solidarietà espressa dal sindaco Ricci e dall'assessora al Welfare Altamura
Bitonto - giovedì 11 gennaio 2024
Comunicato Stampa
"L'Amministrazione comunale esprime forte vicinanza alle assistenti sociali, oggetto in questi giorni di violenti, gratuiti e diffamatori attacchi sui social, in relazione alla morte di Milena, la giovane donna che viveva segregata in casa dalla madre in condizioni igienico-sanitarie disumane".
A parlare sono il sindaco Francesco Paolo Ricci e l'assessora al Welfare Silvia Altamura, che hanno deciso di rompere il silenzio istituzionale su quanto accaduto, doveroso per rispettare e condividere il dolore della famiglia, provando "vergogna per le parole che alcuni concittadini si sono sentiti in diritto di usare per gettare fango e discredito su persone, che puntualmente sono al servizio della comunità con grande abnegazione e professionalità".
"I Servizi sociali – puntualizzano Ricci e Altamura – rappresentano un settore di eccellenza del Comune di Bitonto con personale competente sempre pronto a prendersi in carico con la dovuta attenzione le più disparate situazioni di disagio sociale ed economico".
"L'immane tragedia umana e familiare che si è consumata nei giorni scorsi nella nostra città – affermano Sindaco e Assessora – impone tuttavia una profonda riflessione per comprendere, al di là della dinamica dei fatti, come sia stato possibile che una donna di 42 anni istruita e di buona famiglia si sia lasciata imprigionare in un'assurda situazione di degrado, rifiutando qualsiasi aiuto sino alla morte.
Storie come quella di Milena e di sua madre sono, purtroppo, la chiara dimostrazione degli enormi ostacoli normativi e procedurali che i Servizi sociali comunali, pur prontamente attivati, incontrano quando intervengono per affrontare situazioni di disagio sociale relative a persone adulte, il cui consenso è necessario per poter attuare qualsiasi tipo di intervento. L'unica alternativa contro il muro alzato dalla famiglia di Milena anche nei confronti delle amministratrici di sostegno, nominate prontamente su richiesta degli uffici comunali dal Tribunale di Bari, è stata quella di richiedere ai giudici la possibilità di un intervento coatto.
Purtroppo la situazione è inaspettatamente precipitata, non permettendo nessun aiuto, perché evidentemente da troppo tempo il degrado igienico, sanitario e ambientale aveva trasformato quell'appartamento, all'interno di un normalissimo condominio nel pieno centro della città, in una trappola micidiale e mortale".
"Auspichiamo – concludono Ricci e Altamura – che vicende come questa non si ripetano mai più anche grazie a una più stretta collaborazione tra le istituzioni e i cittadini e le cittadine, che non devono mai restare indifferenti, svolgendo anzi il ruolo di occhi e sentinelle dei Servizi sociali, perché segnalare può rivelarsi davvero decisivo per chi è bisognoso di aiuto".
A parlare sono il sindaco Francesco Paolo Ricci e l'assessora al Welfare Silvia Altamura, che hanno deciso di rompere il silenzio istituzionale su quanto accaduto, doveroso per rispettare e condividere il dolore della famiglia, provando "vergogna per le parole che alcuni concittadini si sono sentiti in diritto di usare per gettare fango e discredito su persone, che puntualmente sono al servizio della comunità con grande abnegazione e professionalità".
"I Servizi sociali – puntualizzano Ricci e Altamura – rappresentano un settore di eccellenza del Comune di Bitonto con personale competente sempre pronto a prendersi in carico con la dovuta attenzione le più disparate situazioni di disagio sociale ed economico".
"L'immane tragedia umana e familiare che si è consumata nei giorni scorsi nella nostra città – affermano Sindaco e Assessora – impone tuttavia una profonda riflessione per comprendere, al di là della dinamica dei fatti, come sia stato possibile che una donna di 42 anni istruita e di buona famiglia si sia lasciata imprigionare in un'assurda situazione di degrado, rifiutando qualsiasi aiuto sino alla morte.
Storie come quella di Milena e di sua madre sono, purtroppo, la chiara dimostrazione degli enormi ostacoli normativi e procedurali che i Servizi sociali comunali, pur prontamente attivati, incontrano quando intervengono per affrontare situazioni di disagio sociale relative a persone adulte, il cui consenso è necessario per poter attuare qualsiasi tipo di intervento. L'unica alternativa contro il muro alzato dalla famiglia di Milena anche nei confronti delle amministratrici di sostegno, nominate prontamente su richiesta degli uffici comunali dal Tribunale di Bari, è stata quella di richiedere ai giudici la possibilità di un intervento coatto.
Purtroppo la situazione è inaspettatamente precipitata, non permettendo nessun aiuto, perché evidentemente da troppo tempo il degrado igienico, sanitario e ambientale aveva trasformato quell'appartamento, all'interno di un normalissimo condominio nel pieno centro della città, in una trappola micidiale e mortale".
"Auspichiamo – concludono Ricci e Altamura – che vicende come questa non si ripetano mai più anche grazie a una più stretta collaborazione tra le istituzioni e i cittadini e le cittadine, che non devono mai restare indifferenti, svolgendo anzi il ruolo di occhi e sentinelle dei Servizi sociali, perché segnalare può rivelarsi davvero decisivo per chi è bisognoso di aiuto".