Cronaca
«A Bitonto ancora aperta la conflittualità fra i Cipriano e i Conte»
Pubblicata la nuova relazione dell'Antimafia: «il primo ha consolidato l’alleanza con i Parisi. Il secondo rappresenta una propaggine dei Capriati»
Bitonto - venerdì 15 settembre 2023
A «Bitonto sembrerebbe aperta la conflittualità fra i clan Cipriano e Conte. Il primo, uscito dalla sfera d'influenza degli Strisciuglio, ha consolidato l'alleanza con i Parisi che ne hanno sostenuto le attività illecite contribuendo a rafforzarne la fama criminale. Il secondo, invece, rappresenta una propaggine del clan Capriati».
È quanto emerge dalla relazione della Direzione Investigativa Antimafia per il secondo semestre del 2022, con il riferimento alla criminalità organizzata in terra di Bari, in cui «nelle realtà mafiose della provincia - è scritto a pagina 185 - si estende la longa manus delle organizzazioni criminali della città di Bari mediante fidati referenti oppure l'affiliazione di alcuni soggetti apicali delle compagini delinquenziali operanti nei singoli comuni» compresi quelli a nord del capoluogo pugliese.
«L'immagine della criminalità metropolitana, quindi - prosegue la relazione in cui lo scenario non cambia, semmai muta di poco rispetto ai sei mesi precedenti - si riflette specularmente nei territori provinciali dove i gruppi mafiosi si caratterizzano per lo stesso dinamismo e per le stesse rivalità dei sodalizi cittadini» si legge ancora nel documento che fotografa, come ogni semestre, i fenomeni di criminalità organizzata di ambito mafioso del periodo che va da luglio a dicembre 2022.
Nel documento del ministero dell'Interno al Parlamento, sempre a pagina 185, si fa riferimento proprio alle vicende che di recente hanno riguardato Bitonto, «ove sembrerebbe ancora aperta la conflittualità fra i clan Cipriano e Conte. Il primo, uscito dalla sfera d'influenza degli Strisciuglio, ha rafforzato l'alleanza coi Parisi che ne hanno sostenuto le attività criminali contribuendo a rafforzarne il nome e la fama criminale. Il secondo, invece, rappresenta una propaggine dei Capriati».
Se l'operazione "Market Drugs" aveva delineato l'egemonia del gruppo Conte, l'inchiesta "Porta Robustina", ha delineato, invece, le attività criminali riconducibili al sodalizio Cipriano «svelando i soggetti che ne fanno parte, individuando i ruoli ed i compiti che gli stessi svolgono all'interno della consorteria criminale, risultata, nel suo complesso, ben organizzata e dotata di una rete di fiancheggiatori nonché di un temerario gruppo di fuoco, con disponibilità di armi oltre che di denaro».
Le documentate attività criminali del sodalizio rappresenterebbero la risposta alle aggressioni subite dai Conte «per la contesa della gestione dello spaccio nelle strade del borgo di Bitonto, dove l'apertura di una piazza di spaccio nella zona del ponte da parte dei Conte aveva messo in pericolo il dominio dei Cipriano». Dai riscontri è emerso che i Cipriano avevano creato la propria roccaforte a Porta Robustina, dove i loro sodali controllavano le principali attività di spaccio di droga.
Gli approvvigionamenti di droga, in particolare cocaina, avvenivano tramite un soggetto di Cassano delle Murge affiliato al clan Parisi. È emerso, inoltre, come gli esponenti dei Cipriano - una costola del clan operava, inoltre, anche a Palo del Colle - frequentassero elementi contigui al clan Strisciuglio, a dimostrazione della «compresenza sul territorio di varie consorterie criminali appartenenti a territori diversi, frutto di verosimili alleanze idonee a far nascere nuovi assetti criminali»
Inoltre, «a fattore comune, le cosche della provincia sono attive nel traffico di droga con differenti strategie operative». Ed ancora: «permane di rilevante portata il fenomeno dei furti e delle rapine con l'uso di armi in danno di uffici postali, portavalori e autotrasportatori. Molteplici, infine, i ritrovamenti ed i sequestri di armi».
È quanto emerge dalla relazione della Direzione Investigativa Antimafia per il secondo semestre del 2022, con il riferimento alla criminalità organizzata in terra di Bari, in cui «nelle realtà mafiose della provincia - è scritto a pagina 185 - si estende la longa manus delle organizzazioni criminali della città di Bari mediante fidati referenti oppure l'affiliazione di alcuni soggetti apicali delle compagini delinquenziali operanti nei singoli comuni» compresi quelli a nord del capoluogo pugliese.
«L'immagine della criminalità metropolitana, quindi - prosegue la relazione in cui lo scenario non cambia, semmai muta di poco rispetto ai sei mesi precedenti - si riflette specularmente nei territori provinciali dove i gruppi mafiosi si caratterizzano per lo stesso dinamismo e per le stesse rivalità dei sodalizi cittadini» si legge ancora nel documento che fotografa, come ogni semestre, i fenomeni di criminalità organizzata di ambito mafioso del periodo che va da luglio a dicembre 2022.
Nel documento del ministero dell'Interno al Parlamento, sempre a pagina 185, si fa riferimento proprio alle vicende che di recente hanno riguardato Bitonto, «ove sembrerebbe ancora aperta la conflittualità fra i clan Cipriano e Conte. Il primo, uscito dalla sfera d'influenza degli Strisciuglio, ha rafforzato l'alleanza coi Parisi che ne hanno sostenuto le attività criminali contribuendo a rafforzarne il nome e la fama criminale. Il secondo, invece, rappresenta una propaggine dei Capriati».
Se l'operazione "Market Drugs" aveva delineato l'egemonia del gruppo Conte, l'inchiesta "Porta Robustina", ha delineato, invece, le attività criminali riconducibili al sodalizio Cipriano «svelando i soggetti che ne fanno parte, individuando i ruoli ed i compiti che gli stessi svolgono all'interno della consorteria criminale, risultata, nel suo complesso, ben organizzata e dotata di una rete di fiancheggiatori nonché di un temerario gruppo di fuoco, con disponibilità di armi oltre che di denaro».
Le documentate attività criminali del sodalizio rappresenterebbero la risposta alle aggressioni subite dai Conte «per la contesa della gestione dello spaccio nelle strade del borgo di Bitonto, dove l'apertura di una piazza di spaccio nella zona del ponte da parte dei Conte aveva messo in pericolo il dominio dei Cipriano». Dai riscontri è emerso che i Cipriano avevano creato la propria roccaforte a Porta Robustina, dove i loro sodali controllavano le principali attività di spaccio di droga.
Gli approvvigionamenti di droga, in particolare cocaina, avvenivano tramite un soggetto di Cassano delle Murge affiliato al clan Parisi. È emerso, inoltre, come gli esponenti dei Cipriano - una costola del clan operava, inoltre, anche a Palo del Colle - frequentassero elementi contigui al clan Strisciuglio, a dimostrazione della «compresenza sul territorio di varie consorterie criminali appartenenti a territori diversi, frutto di verosimili alleanze idonee a far nascere nuovi assetti criminali»
Inoltre, «a fattore comune, le cosche della provincia sono attive nel traffico di droga con differenti strategie operative». Ed ancora: «permane di rilevante portata il fenomeno dei furti e delle rapine con l'uso di armi in danno di uffici postali, portavalori e autotrasportatori. Molteplici, infine, i ritrovamenti ed i sequestri di armi».