Cronaca
A Bitonto «i Cipriano, federati agli Strisciuglio, si sono avvicinati ai Parisi»
Secondo l'Antimafia «effettiva risulterebbe l’affiliazione del boss bitontino al clan Zonno di Toritto»
Bitonto - venerdì 26 febbraio 2021
A Bitonto «il clan Cipriano, federato agli Strisciuglio, si ritiene si sia avvicinato ai Parisi», mentre «il clan Conte, ridimensionato dall'attività di contrasto degli ultimi anni, ha dato prova di spiccata attitudine delinquenziale». Ecco la foto della Direzione Investigativa Antimafia nel primo semestre 2020, in piena pandemia.
«In provincia di Bari - si legge sul dossier - la stretta contiguità territoriale e la comunanza d'interessi con le grandi consorterie mafiose del capoluogo continuano a caratterizzare le vicende criminali dei gruppi operanti in provincia, dove il controllo, a cura delle maggiori strutture mafiose del capoluogo, si esercita attraverso fidati referenti e veri e propri riti di affiliazione». E ne sono esempio proprio le vicende che hanno riguardato il clan Conte, articolazione locale del clan Capriati.
Il clan che regna nella 167, «benché ridimensionato dall'incisiva attività di contrasto degli ultimi anni - si legge a pagina 258 - ha dato prova di spiccata attitudine delinquenziale oltre che nel campo degli stupefacenti anche in quello particolarmente remunerativo degli appalti pubblici». Nel dettaglio, era stata documentata «la presenza in un'azienda impegnata nei lavori del post-sisma in Abruzzo di elementi legati a un pluripregiudicato, ritenuto elemento di spicco del clan Conte».
L'Antimafia ha anche rimarcato alcune variazioni degli assetti strutturali dei sodalizi della provincia: «È il caso del clan Cipriano, federato agli Strisciuglio, che si ritiene si sia avvicinato ai Parisi». E su questo punto, in una città in cui, oltre ai Cipriano e Conte, tra loro contrapposti, ci sono i Cassano-Di Cataldo (Diomede) ed i Modugno (Strisciuglio) risulterebbe «effettiva l'affiliazione del boss bitontino al clan Zonno di Toritto rientrante nell'alveo dello storico sodalizio di Japigia».
È quanto emerso dagli esiti giudiziari di un'indagine, conclusa dai Carabinieri, «che ha messo in luce l'operato criminale, avallato da esponenti di rilievo dei Parisi, di un esponente apicale della consorteria bitontina rivelatosi un professionista delle estorsioni. I riscontri investigativi, originati dalla denuncia di un imprenditore titolare di un centro scommesse, hanno confermato l'espansione dei Parisi, nonché l'interesse della stessa consorteria verso l'appetibile mondo del gaming».
«In tale contesto - scrive l'Antimafia - emerge l'intercessione del fratello dello storico boss di Japigia che prima rimodulava "al rialzo" la pretesa estorsiva del boss bitontino e "successivamente, al fine di giustificare la propria attività di mediazione", applicava alla vittima "un sostanziale sconto" rispetto alla cifra inizialmente richiesta». Inoltre «la spiccata propensione alle estorsioni del clan Cipriano - si legge ancora a pagina 259 - è emersa dagli esiti di un'altra attività investigativa».
Quest'ultima inchiesta «ha messo in luce la "spregiudicatezza e la disinvoltura" di un elemento di spicco della consorteria, capace di agire "a volto scoperto", con minacce e violenza nei confronti di un imprenditore edile» di Bitonto città in cui sono state accertate pure le proiezioni dei Capriati, dediti al traffico di droga, alle estorsioni e al gioco d'azzardo, e dei Mercante-Diomede, particolarmente attivi nelle estorsioni e nel traffico di stupefacenti, così come nel gioco d'azzardo.
Ma la criminalità potrebbe cercare di valorizzare anche altri settori, come quello dei furti e delle rapine in danno degli autotrasportatori. Per concludere in tema di direttrici illecite, «s'è continuato a rilevare una notevole disponibilità di armi, dimostrata dai sequestri a carico di affiliati ai clan, ma anche di incensurati».
«In provincia di Bari - si legge sul dossier - la stretta contiguità territoriale e la comunanza d'interessi con le grandi consorterie mafiose del capoluogo continuano a caratterizzare le vicende criminali dei gruppi operanti in provincia, dove il controllo, a cura delle maggiori strutture mafiose del capoluogo, si esercita attraverso fidati referenti e veri e propri riti di affiliazione». E ne sono esempio proprio le vicende che hanno riguardato il clan Conte, articolazione locale del clan Capriati.
Il clan che regna nella 167, «benché ridimensionato dall'incisiva attività di contrasto degli ultimi anni - si legge a pagina 258 - ha dato prova di spiccata attitudine delinquenziale oltre che nel campo degli stupefacenti anche in quello particolarmente remunerativo degli appalti pubblici». Nel dettaglio, era stata documentata «la presenza in un'azienda impegnata nei lavori del post-sisma in Abruzzo di elementi legati a un pluripregiudicato, ritenuto elemento di spicco del clan Conte».
L'Antimafia ha anche rimarcato alcune variazioni degli assetti strutturali dei sodalizi della provincia: «È il caso del clan Cipriano, federato agli Strisciuglio, che si ritiene si sia avvicinato ai Parisi». E su questo punto, in una città in cui, oltre ai Cipriano e Conte, tra loro contrapposti, ci sono i Cassano-Di Cataldo (Diomede) ed i Modugno (Strisciuglio) risulterebbe «effettiva l'affiliazione del boss bitontino al clan Zonno di Toritto rientrante nell'alveo dello storico sodalizio di Japigia».
È quanto emerso dagli esiti giudiziari di un'indagine, conclusa dai Carabinieri, «che ha messo in luce l'operato criminale, avallato da esponenti di rilievo dei Parisi, di un esponente apicale della consorteria bitontina rivelatosi un professionista delle estorsioni. I riscontri investigativi, originati dalla denuncia di un imprenditore titolare di un centro scommesse, hanno confermato l'espansione dei Parisi, nonché l'interesse della stessa consorteria verso l'appetibile mondo del gaming».
«In tale contesto - scrive l'Antimafia - emerge l'intercessione del fratello dello storico boss di Japigia che prima rimodulava "al rialzo" la pretesa estorsiva del boss bitontino e "successivamente, al fine di giustificare la propria attività di mediazione", applicava alla vittima "un sostanziale sconto" rispetto alla cifra inizialmente richiesta». Inoltre «la spiccata propensione alle estorsioni del clan Cipriano - si legge ancora a pagina 259 - è emersa dagli esiti di un'altra attività investigativa».
Quest'ultima inchiesta «ha messo in luce la "spregiudicatezza e la disinvoltura" di un elemento di spicco della consorteria, capace di agire "a volto scoperto", con minacce e violenza nei confronti di un imprenditore edile» di Bitonto città in cui sono state accertate pure le proiezioni dei Capriati, dediti al traffico di droga, alle estorsioni e al gioco d'azzardo, e dei Mercante-Diomede, particolarmente attivi nelle estorsioni e nel traffico di stupefacenti, così come nel gioco d'azzardo.
Ma la criminalità potrebbe cercare di valorizzare anche altri settori, come quello dei furti e delle rapine in danno degli autotrasportatori. Per concludere in tema di direttrici illecite, «s'è continuato a rilevare una notevole disponibilità di armi, dimostrata dai sequestri a carico di affiliati ai clan, ma anche di incensurati».