Cronaca
A fuoco a Bitonto maxi-discarica abusiva di pneumatici
Un'alta colonna di fumo nero e denso ha invaso ieri in zona artigianale. I residenti: «Ci stanno avvelenando»
Bitonto - mercoledì 7 ottobre 2020
9.21
«Ogni giorno, un rogo, ogni giorno nuovi veleni nell'aria». C'è rabbia, preoccupazione e impotenza nei commenti dei residenti del quartiere in cui ieri a Bitonto ignoti hanno dato fuoco a una grande discarica abusiva di pneumatici e altri rifiuti pericolosi. Il rogo è stato appiccato attorno alle 16:30 in via Sant'Aneta, proprio lì dove, nel 2002, si è consumato un altro crimine verso il territorio, al momento ancora impunito: la distruzione illegittima della chiesetta rupestre medievale di Sant'Aneta, che era lì da oltre mille anni.
Per domare l'incendio ed impedire che le fiamme divorassero la vicina vegetazione, è stato necessario l'intervento dei Vigili del Fuoco, che, col sostegno degli uomini della Polizia Municipale e di un gruppo di volontari del SASS Puglia, si sono messi tempestivamente al lavoro, spegnendo in pochi minuti il fuoco.
L'ammasso di pneumatici e rifiuti incendiati, che a Bitonto si ripete con incontrollata quotidianità, non rappresenta certo la fine di un problema, anzi: il rogo è stato appiccato proprio per liberare altro spazio a nuovi abbandoni illeciti che saranno poi nuovamente incendiati. In un drammatico meccanismo ciclico in cui le vittime predestinate sono gli altri esseri viventi che ritroveranno quei veleni nell'aria, nell'acqua e nel cibo che introdurranno, in un modo o nell'altro, nel proprio corpo.
Per domare l'incendio ed impedire che le fiamme divorassero la vicina vegetazione, è stato necessario l'intervento dei Vigili del Fuoco, che, col sostegno degli uomini della Polizia Municipale e di un gruppo di volontari del SASS Puglia, si sono messi tempestivamente al lavoro, spegnendo in pochi minuti il fuoco.
L'ammasso di pneumatici e rifiuti incendiati, che a Bitonto si ripete con incontrollata quotidianità, non rappresenta certo la fine di un problema, anzi: il rogo è stato appiccato proprio per liberare altro spazio a nuovi abbandoni illeciti che saranno poi nuovamente incendiati. In un drammatico meccanismo ciclico in cui le vittime predestinate sono gli altri esseri viventi che ritroveranno quei veleni nell'aria, nell'acqua e nel cibo che introdurranno, in un modo o nell'altro, nel proprio corpo.