Cronaca
A fuoco i santuari della diocesi di monsignor Savino
Il monito del vescovo bitontino: «Non svendiamo le nostre ricchezze alla speculazione edilizia»
Bitonto - lunedì 5 agosto 2019
12.07
Giorni di fuoco per il vescovo di Cassano all'Ionio, monsignor Francesco Savino, vittima, insieme a tutta la comunità, di una serie di incendi dolosi che hanno riguardato alcuni santuari e monasteri della sua diocesi.
Due giorni fa, infatti, era toccato al santuario della Madonna del Castello finire nelle grinfie delle fiamme appiccate in maniera intenzionale da ignoti che hanno devastato centinaia di ettari di bosco sulle colline di Cassano. Un incendio che seguiva altri due tentativi, temporaneamente, falliti e che ha preceduto quello di sabato che ha lambito, questa volta, il Santuario della Madonna della Catena. In entrambi i casi, solo l'intervento immediato dei Canadair ha scongiurato a questi due importanti luoghi di culto di trasformarsi in un cumulo di cenere, ricevendo solo lievi danni.
«Voi che pensate di ricavare un qualche vantaggio, personale o di qualche lobby che vi assolda – ha messo in guardia il vescovo bitontino - convertitevi a Gesù, Il Signore! Spegnete le micce con cui, nella stagione del gran caldo, ritornate ad appiccare il fuoco per cui vengono distrutte aziende agricole e di allevamento, quelle poche che sussistono nel nostro territorio, minacciando abitazioni e perfino un santuario molto caro alla religiosità del popolo cassanese, il Santuario della Madonna della catena». Monsignor Savino si è scagliato contro «gli esecutori di decisioni scellerate prese da quei pochi che pensano di guadagnare a danno anche dei propri familiari e della propria terra. All'inchiesta giudiziaria spetta il compito di risalire a colpevoli per riconoscere le cause di incendi spericolati: ripetere quanto già è stato detto, cercando colui o coloro che sono coinvolti, è necessario e doveroso ma non basta!».
Monsignor Savino si è schierato con decisione a difesa delle ricchezze agronomiche e storiche del territorio, lanciando il suo monito: «Non le svendiamo a chi ha come obiettivo unico una selvaggia speculazione edilizia o progetti ancora più nefasti, se esistono!»
«Ai vigili del fuoco, alle forze dell'ordine e ai volontari che si sono attivati e che si attivano per difenderci dalle fiamme, spegnere i focolai incendiari e svolgere il proprio compito di tutela del territorio – ha continuato don Savino - esprimiamo la nostra riconoscenza. Ma anche questo non basta! Alla riconoscenza, perché sia vera, va aggiunta la collaborazione e la vigilanza! Vigiliamo su noi stessi, sui pensieri che ci abitano, sul valore che diamo alla nostra esistenza! Chiunque pensa di guadagnare ricchezze e poi perde la propria anima, che vantaggio ne avrà? Guadagnate il bene che non perisce e ne otterrete la vita eterna!».
Due giorni fa, infatti, era toccato al santuario della Madonna del Castello finire nelle grinfie delle fiamme appiccate in maniera intenzionale da ignoti che hanno devastato centinaia di ettari di bosco sulle colline di Cassano. Un incendio che seguiva altri due tentativi, temporaneamente, falliti e che ha preceduto quello di sabato che ha lambito, questa volta, il Santuario della Madonna della Catena. In entrambi i casi, solo l'intervento immediato dei Canadair ha scongiurato a questi due importanti luoghi di culto di trasformarsi in un cumulo di cenere, ricevendo solo lievi danni.
«Voi che pensate di ricavare un qualche vantaggio, personale o di qualche lobby che vi assolda – ha messo in guardia il vescovo bitontino - convertitevi a Gesù, Il Signore! Spegnete le micce con cui, nella stagione del gran caldo, ritornate ad appiccare il fuoco per cui vengono distrutte aziende agricole e di allevamento, quelle poche che sussistono nel nostro territorio, minacciando abitazioni e perfino un santuario molto caro alla religiosità del popolo cassanese, il Santuario della Madonna della catena». Monsignor Savino si è scagliato contro «gli esecutori di decisioni scellerate prese da quei pochi che pensano di guadagnare a danno anche dei propri familiari e della propria terra. All'inchiesta giudiziaria spetta il compito di risalire a colpevoli per riconoscere le cause di incendi spericolati: ripetere quanto già è stato detto, cercando colui o coloro che sono coinvolti, è necessario e doveroso ma non basta!».
Monsignor Savino si è schierato con decisione a difesa delle ricchezze agronomiche e storiche del territorio, lanciando il suo monito: «Non le svendiamo a chi ha come obiettivo unico una selvaggia speculazione edilizia o progetti ancora più nefasti, se esistono!»
«Ai vigili del fuoco, alle forze dell'ordine e ai volontari che si sono attivati e che si attivano per difenderci dalle fiamme, spegnere i focolai incendiari e svolgere il proprio compito di tutela del territorio – ha continuato don Savino - esprimiamo la nostra riconoscenza. Ma anche questo non basta! Alla riconoscenza, perché sia vera, va aggiunta la collaborazione e la vigilanza! Vigiliamo su noi stessi, sui pensieri che ci abitano, sul valore che diamo alla nostra esistenza! Chiunque pensa di guadagnare ricchezze e poi perde la propria anima, che vantaggio ne avrà? Guadagnate il bene che non perisce e ne otterrete la vita eterna!».