Politica
Abbaticchio: «Col reddito di cittadinanza incontrollato schiere di ragazzi senza futuro»
Il leader di Italia in Comune sui dati della misura: «Solo a Bitonto 883 domande. Ma il tempo indeterminato resta una chimera»
Bitonto - venerdì 2 agosto 2019
16.02
Il reddito di cittadinanza allontana i giovani da un lavoro stabile e duraturo e li spinge nel baratro della sussidiarietà eterna. Questo, in estrema sintesi, il quadro che emerge dalla lettura sui dati del reddito di cittadinanza effettuata dagli amministratori di Italia in Comune. Dopo aver espresso perplessità nei mesi scorsi su questa misura definita 'senza alcuna prospettiva', ora lanciano un vero e proprio allarme su una situazione a loro dire drammatica.
«Centinaia di migliaia di cittadini si stanno abituando a usufruire del reddito di cittadinanza senza alcun orientamento al lavoro – denuncia il sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio - senza obblighi di rendicontazione e, in definitiva, senza controllo. È quanto emerge dagli studi che stiamo effettuando presso i comuni di tutta Italia amministrati da nostri iscritti. Solo a Bitonto sono già 883 le domande di Reddito di Cittadinanza, che si aggiungono, poi, ad altre 400 circa per il Reddito di Dignità, fra quello 2.0 e quello 3.0, e per il Reddito di Inclusione. Numeri impressionanti. E la situazione non è diversa negli altri Comuni pugliesi dove operano nostri sindaci o assessori. A Statte, ad esempio, piccolo comune del tarantino, il nostro assessore Armando Grassi ha fotografato una situazione imbarazzante per cui, nel 2017-2018, tutte le domande per il sostegno all'inclusione e quelle per il ReD sono state accolte. Che vuol dire questo? Che non esistono controlli ed è davvero molto facile avere accesso alle misure».
Secondo l'analisi di Italia in Comune, troppe persone sarebbero state attratte dalla propaganda del governo giallo-verde di una prospettiva di facili guadagni al punto da aver smesso di cercare un'occupazione, di investire sulla propria riqualificazione professionale o, addirittura, arrivando a rifiutare un impiego perché, di fatto, peggio remunerato rispetto all'emolumento statale.
«Nei comuni, da oltre sei mesi siamo in attesa dei fantomatici navigator – denuncia il primo cittadino - così come delle linee guida INPS per rendicontare le somme e tentare un avviamento al lavoro dei cittadini bisognosi, ma non ve n'è ancora traccia. Questo si traduce in un sistema di contributi a pioggia, senza prospettive future per chi ne usufruisce, senza controllo relativo, senza una visione di sistema-Paese. Non siamo, ovviamente, contrari a misure di sostegno per determinate fasce deboli. Semplicemente, riteniamo che, nelle more della percezione del reddito di cittadinanza, si sarebbe dovuto lavorare per porre le basi per una ripresa economica, unica vera fonte di lavoro a tempo indeterminato».
«Centinaia di migliaia di cittadini si stanno abituando a usufruire del reddito di cittadinanza senza alcun orientamento al lavoro – denuncia il sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio - senza obblighi di rendicontazione e, in definitiva, senza controllo. È quanto emerge dagli studi che stiamo effettuando presso i comuni di tutta Italia amministrati da nostri iscritti. Solo a Bitonto sono già 883 le domande di Reddito di Cittadinanza, che si aggiungono, poi, ad altre 400 circa per il Reddito di Dignità, fra quello 2.0 e quello 3.0, e per il Reddito di Inclusione. Numeri impressionanti. E la situazione non è diversa negli altri Comuni pugliesi dove operano nostri sindaci o assessori. A Statte, ad esempio, piccolo comune del tarantino, il nostro assessore Armando Grassi ha fotografato una situazione imbarazzante per cui, nel 2017-2018, tutte le domande per il sostegno all'inclusione e quelle per il ReD sono state accolte. Che vuol dire questo? Che non esistono controlli ed è davvero molto facile avere accesso alle misure».
Secondo l'analisi di Italia in Comune, troppe persone sarebbero state attratte dalla propaganda del governo giallo-verde di una prospettiva di facili guadagni al punto da aver smesso di cercare un'occupazione, di investire sulla propria riqualificazione professionale o, addirittura, arrivando a rifiutare un impiego perché, di fatto, peggio remunerato rispetto all'emolumento statale.
«Nei comuni, da oltre sei mesi siamo in attesa dei fantomatici navigator – denuncia il primo cittadino - così come delle linee guida INPS per rendicontare le somme e tentare un avviamento al lavoro dei cittadini bisognosi, ma non ve n'è ancora traccia. Questo si traduce in un sistema di contributi a pioggia, senza prospettive future per chi ne usufruisce, senza controllo relativo, senza una visione di sistema-Paese. Non siamo, ovviamente, contrari a misure di sostegno per determinate fasce deboli. Semplicemente, riteniamo che, nelle more della percezione del reddito di cittadinanza, si sarebbe dovuto lavorare per porre le basi per una ripresa economica, unica vera fonte di lavoro a tempo indeterminato».