Politica
Abbaticchio (ItC): «Col regionalismo differenziato a rischio sanità, istruzione e servizi sociali»
Il sindaco di Bitonto preoccupato per le scelte del governo nazionale sui comuni del Sud
Bitonto - sabato 2 marzo 2019
11.15
«Serve unire le forze contro un provvedimento che, a nostro avviso, oltre ad essere contro la costituzione potrebbe creare regioni plus-dotate. Oltre a tutto questo, reputiamo concreto il rischio che, accogliendo la pretesa di alcune regioni, si proceda a regionalizzare servizi senza aver fissato i livelli essenziali delle prestazioni, i cosiddetti LEP. Dobbiamo scongiurare che ciò avvenga». Ha commentato così il sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio, le scelte del governo nazionale che ha deciso di imporre una sorta di indipendenza fiscale delle regioni italiane. Il vicecoordinatore nazionale di Italia in Comune, si è detto soddisfatto dell'attività del suo partito che «da tempo, intrapreso questa battaglia per una equa ripartizione delle risorse fra le regioni. Lo ha fatto già con azioni concrete: il nostro provvedimento con il quale si chiede di impugnare davanti alla Consulta alcuni parti del decreto sul federalismo fiscale che, di fatto, metterebbero in difficoltà operativa gli Enti locali, è già atto ufficiale in alcuni Comuni, nei quali abbiamo anche avviato un ricomputo dei dati indicanti il fabbisogno standard in particolare per i Servizi Sociali, Istruzione e Asili nido, scoprendo gravi anomalie rispetto al quadro costituzionale. Che ora questa battaglia per contrastare il progetto di un nord contro il sud pericolosamente portata avanti da questo governo approdi anche in Consiglio regionale, e anche grazie alla presa di posizione del nostro Liviano, non può che farci piacere».
Gianni Liviano, che è nel direttivo regionale di Italia in Comune Puglia, dal suo canto è stato tra i consiglieri regionali che hanno manifestato la propria presa di posizione contro l'autonomia differenziata richiesta da alcune regioni del nord, Lombardia e Veneto in testa, per ottenere maggiore 'flessibilità' per talune competenze legislative e amministrative.
«Le nuove modalità di organizzazione e finanziamento di servizi importanti quali sanità, scuola e tanti altri – ha spiegato il consigliere tarantino - a nostro avviso, si concretizzeranno con esito decisamente dannoso per le regioni già meno ricche, in partenza. Quindi, quelle del sud. Inoltre, il Ministero dell'Economia ha garantito che, grazie a una clausola inserita nel testo dell'accordo per l'autonomia rafforzata, non ci sarà aggravio per le finanze pubbliche, ma questo tipo di autonomia, considerato il minor gettito proveniente dalle regioni interessate, non potrà che tradursi ovviamente a discapito delle altre, quelle appunto non interessate dal provvedimento, tra cui la nostra per la quale è stimata una riduzione di quasi 700 milioni di euro. Insomma, la mia contrarietà al provvedimento non potrebbe essere più convinta».
Gianni Liviano, che è nel direttivo regionale di Italia in Comune Puglia, dal suo canto è stato tra i consiglieri regionali che hanno manifestato la propria presa di posizione contro l'autonomia differenziata richiesta da alcune regioni del nord, Lombardia e Veneto in testa, per ottenere maggiore 'flessibilità' per talune competenze legislative e amministrative.
«Le nuove modalità di organizzazione e finanziamento di servizi importanti quali sanità, scuola e tanti altri – ha spiegato il consigliere tarantino - a nostro avviso, si concretizzeranno con esito decisamente dannoso per le regioni già meno ricche, in partenza. Quindi, quelle del sud. Inoltre, il Ministero dell'Economia ha garantito che, grazie a una clausola inserita nel testo dell'accordo per l'autonomia rafforzata, non ci sarà aggravio per le finanze pubbliche, ma questo tipo di autonomia, considerato il minor gettito proveniente dalle regioni interessate, non potrà che tradursi ovviamente a discapito delle altre, quelle appunto non interessate dal provvedimento, tra cui la nostra per la quale è stimata una riduzione di quasi 700 milioni di euro. Insomma, la mia contrarietà al provvedimento non potrebbe essere più convinta».