Cronaca
Aggredito a Bitonto: «A far male è stata l'indifferenza della gente»
Un 28enne picchiato in piazza Moro a pochi giorni dall'omicidio Caprio: «Nessuno ha mosso un dito»
Bitonto - mercoledì 22 settembre 2021
10.34
Un'aggressione feroce, ma quello che più spaventa, è «l'indifferenza di chi ha visto e non ha fatto niente». Il racconto, che allarma e turba, arriva da un 28enne di Bitonto. «Un ragazzo incensurato che non ha mai avuto problemi con la giustizia», si affretta a precisare il suo legale difensore, l'avvocato Nicola Pasculli.
Il giovane ha raccontato nei minimi particolari l'aggressione subita il 13 settembre scorso, in pieno giorno, «verso le ore 13.00», in piazza Moro, a poche centinaia di metri dal Commissariato di Pubblica Sicurezza. «Stavo rincasando, a bordo della mia bici - ricorda -, quando sono stato avvicinato da un gruppo di ragazzi». Ad un tratto uno lo ha preso alle spalle e lo ha immobilizzato, mentre «gli altri hanno cominciato a picchiarmi violentemente, colpendomi ripetutamente con calci e pugni. Finché sono riuscito a divincolarmi ed a scappare, nonostante fossi sbalordito per tanta violenza».
Un'esperienza che lascia senza parole, in una città, Bitonto, che piange ancora il 41enne Paolo Caprio, ucciso con tre pugni al volto in una frequentata stazione di servizio, la Dill's, sulla strada che porta a Modugno. «Loro (gli aggressori, nda), intanto, sono fuggiti dopo aver preso a calci la mia bici: erano in quattro». Il tutto è durato pochi secondi, durante i quali nessuno - fra passanti e cittadini presenti in piazza Moro - è intervenuto in soccorso del 28enne.
«A fare male, oltre alle botte, è stata l'indifferenza della gente. Io ho chiesto aiuto, ma nessuno ha mosso un dito. Tutti hanno visto, ma nessuno mi ha aiutato per impedire che venissi massacrato. Questo mi ha fatto male, mi ha ferito profondamente». Dopo l'aggressione, il giovane, accompagnato dalla madre, è andato a farsi medicare al pronto soccorso dell'ospedale San Paolo di Bari, dove i medici gli hanno diagnosticato un trauma cranico con la frattura scomposta del setto nasale oltre ad una contusione alla spalla destra e a escoriazioni su tutto il corpo: ne avrà per 25 giorni. Quello che farà fatica a guarire è l'ottimismo e la fiducia nell'umanità: «È accaduto in pieno centro e nessuno ha aiutato mio figlio - ha aggiunto la madre -. Non ci sono parole, sono indignata perché nessuno dovrebbe voltarsi dall'altra parte». Il 28enne si è presentato in Commissariato, a Bitonto, per sporgere denuncia: «Ho fiducia nello Stato, nella giustizia - ha detto - e attendo una risposta da parte della Polizia di Stato» in una città in cui, durante l'ultimo Comitato per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica che si è tenuto in Prefettura ed a cui ha partecipato anche il sindaco, Michele Abbaticchio, sono stati disposti più controlli e l'aumento delle forze dell'ordine.
Il giovane ha timore che possa accadere ancora, «a me e ad altri. Le avvisaglie ci sono state tre giorni più tardi, quando due ragazzi in sella ad un moto, con i volti coperti dai caschi integrali, mi hanno mimato con la mano il gesto di una pistola». A preoccupare è anche il suo stato psicofisico: «Quel giorno ero terrorizzato, adesso sono molto scosso. E ho paura, ho paura anche solo di uscire di casa». A Bitonto, evidentemente, l'omicidio di Paolo Caprio, ucciso da Fabio Giampalmo, bitontino come la vittima, con precedenti e una certa confidenza con la boxe e le arti marziali, non ha scosso del tutto le coscienze.
«È appunto emblematica - ha aggiunto l'avvocato Nicola Pasculli, del Foro di Bari - la circostanza, in virtù della quale a pochi giorni da un delitto che ha avuto un notevole clamore mediatico nazionale, in pieno giorno e a pochi passi dalle istituzioni preposte, quattro persone abbiano aggredito un ragazzo di buona famiglia nell'indifferenza totale». L'indifferenza. Che fa più male dei pugni in pieno volto, delle minacce e delle parole che feriscono.
Il giovane ha raccontato nei minimi particolari l'aggressione subita il 13 settembre scorso, in pieno giorno, «verso le ore 13.00», in piazza Moro, a poche centinaia di metri dal Commissariato di Pubblica Sicurezza. «Stavo rincasando, a bordo della mia bici - ricorda -, quando sono stato avvicinato da un gruppo di ragazzi». Ad un tratto uno lo ha preso alle spalle e lo ha immobilizzato, mentre «gli altri hanno cominciato a picchiarmi violentemente, colpendomi ripetutamente con calci e pugni. Finché sono riuscito a divincolarmi ed a scappare, nonostante fossi sbalordito per tanta violenza».
Un'esperienza che lascia senza parole, in una città, Bitonto, che piange ancora il 41enne Paolo Caprio, ucciso con tre pugni al volto in una frequentata stazione di servizio, la Dill's, sulla strada che porta a Modugno. «Loro (gli aggressori, nda), intanto, sono fuggiti dopo aver preso a calci la mia bici: erano in quattro». Il tutto è durato pochi secondi, durante i quali nessuno - fra passanti e cittadini presenti in piazza Moro - è intervenuto in soccorso del 28enne.
«A fare male, oltre alle botte, è stata l'indifferenza della gente. Io ho chiesto aiuto, ma nessuno ha mosso un dito. Tutti hanno visto, ma nessuno mi ha aiutato per impedire che venissi massacrato. Questo mi ha fatto male, mi ha ferito profondamente». Dopo l'aggressione, il giovane, accompagnato dalla madre, è andato a farsi medicare al pronto soccorso dell'ospedale San Paolo di Bari, dove i medici gli hanno diagnosticato un trauma cranico con la frattura scomposta del setto nasale oltre ad una contusione alla spalla destra e a escoriazioni su tutto il corpo: ne avrà per 25 giorni. Quello che farà fatica a guarire è l'ottimismo e la fiducia nell'umanità: «È accaduto in pieno centro e nessuno ha aiutato mio figlio - ha aggiunto la madre -. Non ci sono parole, sono indignata perché nessuno dovrebbe voltarsi dall'altra parte». Il 28enne si è presentato in Commissariato, a Bitonto, per sporgere denuncia: «Ho fiducia nello Stato, nella giustizia - ha detto - e attendo una risposta da parte della Polizia di Stato» in una città in cui, durante l'ultimo Comitato per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica che si è tenuto in Prefettura ed a cui ha partecipato anche il sindaco, Michele Abbaticchio, sono stati disposti più controlli e l'aumento delle forze dell'ordine.
Il giovane ha timore che possa accadere ancora, «a me e ad altri. Le avvisaglie ci sono state tre giorni più tardi, quando due ragazzi in sella ad un moto, con i volti coperti dai caschi integrali, mi hanno mimato con la mano il gesto di una pistola». A preoccupare è anche il suo stato psicofisico: «Quel giorno ero terrorizzato, adesso sono molto scosso. E ho paura, ho paura anche solo di uscire di casa». A Bitonto, evidentemente, l'omicidio di Paolo Caprio, ucciso da Fabio Giampalmo, bitontino come la vittima, con precedenti e una certa confidenza con la boxe e le arti marziali, non ha scosso del tutto le coscienze.
«È appunto emblematica - ha aggiunto l'avvocato Nicola Pasculli, del Foro di Bari - la circostanza, in virtù della quale a pochi giorni da un delitto che ha avuto un notevole clamore mediatico nazionale, in pieno giorno e a pochi passi dalle istituzioni preposte, quattro persone abbiano aggredito un ragazzo di buona famiglia nell'indifferenza totale». L'indifferenza. Che fa più male dei pugni in pieno volto, delle minacce e delle parole che feriscono.