Cultura
Al via le riprese del nuovo film di Pippo Mezzapesa con Sergio Rubini
Il regista bitontino lo ha ambientato fra Puglia e Campania
Bitonto - martedì 22 agosto 2017
9.08
Un paesino di pietra in collina devastato dal terremoto e 'sostituito' da uno tutto nuovo fatto in cemento e un uomo, che dopo aver perso la moglie nella tragedia, proprio non ne vuole sapere di lasciare quel posto. Sono loro i due protagonisti principali del nuovo film di Pippo Mezzapesa, le cui riprese sono appena iniziate e si protrarranno ancora per sei settimane. Per il primo mese il regista bitontino resterà in Puglia, in luoghi incantati tra Gravina in Puglia e Poggiorsini, poi la troupe si sposterà in Campania, in particolare nel borgo storico di Apice dove il cast del film "Il bene mio" - che vede, fra gli altri, anche Sergio Rubini, protagonista della pellicola, Sonya Mellah,Teresa Saponangelo, Dino Abbrescia, Francesco De Vito e Michele Sinisi - completerà il lavoro. Un lavoro iniziato già in fase di scrittura delle sceneggiature, che Mezzapesa ha curato personalmente insieme ad Antonella Gaeta e Massimo De Angelis, affidandosi poi alla fotografia di Giorgio Giannoccaro, alle scenografie di Michele Modafferi e ai costumi di Sara Fanelli. Il film affascina già dalla trama: Provvidenza da dieci anni, da quando ha conosciuto la devastazione del terremoto, è un paese fantasma. Elia (Sergio Rubini) è rimasto l'ultimo ad occupare quelle case senza anima e si rifiuta di trasferirsi nel 'paese nuovo', fatto di casermoni di cemento costruiti ai piedi della collina, dove tutti gli altri sono stipati. Vive in una delle poche case rimaste in piedi e, nel corso degli anni, è diventato custode della memoria di quel borgo. Per l'illusione di poter riportare la vita tra quelle pietre morte, per l'incapacità di liberarsi dal ricordo di sua moglie Maria.
«Torno al lungometraggio con una storia che mi appartiene profondamente – ha detto Mezzapesa parlando del suo film - racconta di una comunità perduta, dissolta con un terremoto, e di un uomo che si ostina a difenderne la memoria. La sua è una voce fuori dal coro, appartiene a un personaggio che resiste, visionario e lucido, allo stesso tempo. È un film in cui la realtà inciampa nella magia, fatto di pietre abbandonate e incontri, rivelazioni e scontri, paradosso e sogno».
«Torno al lungometraggio con una storia che mi appartiene profondamente – ha detto Mezzapesa parlando del suo film - racconta di una comunità perduta, dissolta con un terremoto, e di un uomo che si ostina a difenderne la memoria. La sua è una voce fuori dal coro, appartiene a un personaggio che resiste, visionario e lucido, allo stesso tempo. È un film in cui la realtà inciampa nella magia, fatto di pietre abbandonate e incontri, rivelazioni e scontri, paradosso e sogno».