Cronaca
Anziana uccisa, in 10 a processo: anche il boss Domenico Conte
Anna Rosa Tarantino, 84 anni, perse la vita negli agguati del 30 dicembre scorso
Bitonto - giovedì 2 agosto 2018
18.28
La Direzione Distrettuale Antimafia di Bari ha chiesto il giudizio immediato per gli otto presunti responsabili dei quattro agguati commessi a Bitonto il 30 dicembre scorso nella guerra tra i clan Conte e Cipriano, tra i quali quello che costò la vita, per errore, all'84enne Anna Rosa Tarantino.
A tutti si contesta l'aggravante mafiosa. Imputati anche altri due pregiudicati accusati di aver minacciato i familiari di un pentito. Per quei fatti saranno processati esponenti di entrambi i clan e anche il boss Domenico Conte, arrestato il 27 maggio dopo 37 giorni di latitanza.
Secondo i pubblici ministeri Ettore Cardinali e Marco D'Agostino, fu Conte il mandante dell'omicidio Tarantino e il vero bersaglio di sicari era lo spacciatore Giuseppe Casadibari, poi diventato collaboratore di giustizia. Il processo è fissato dinanzi alla Corte di Assise il 10 settembre ma, a quanto si apprende, quasi tutti gli imputati hanno chiesto il rito abbreviato che si celebrerà davanti al giudice dell'udienza preliminare.
In particolare per il boss Conte la difesa ha chiesto l'abbreviato condizionato all'acquisizione di tabulati telefonici che dimostrerebbero che quella mattina non fu il capoclan a dare l'ordine di sparare.
Stando alle indagini di Polizia e Carabinieri, all'origine dello scontro ci sarebbe stata la gestione delle piazze di spaccio e il tradimento di alcuni sodali passati al clan rivale. Cosimo Liso (ex Cipriano passato con i Conte) aveva iniziato a spacciare nella piazza dei rivali, nel centro storico, e per questo gli era stato intimato di abbandonare la propria casa.
All'indomani mattina la sua reazione, con alcuni colpi di pistola sparati contro un portone a Porta Robustina, piazza di spaccio nella città vecchia del clan Cipriano, quindi la risposta con due spedizioni punitive: una a casa di Liso, sfondando il portone d'ingresso, l'altra in via Pertini, alla periferia di Bitonto, con 31 colpi di pistola sparati contro il portone della palazzina dove ha sede la piazza di spaccio controllata da clan Conte (ritenuti responsabili Francesco Colasuonno, Benito Ruggiero e Rocco Mena).
I Conte avrebbero aspettato solo dieci minuti per rispondere ai rivali: due uomini con i volti coperti, Michele Sabba e Rocco Papaleo (ora pentiti), cercarono un bersaglio, uno qualunque del clan rivale, e inseguendo Casadibari uccisero la signora Tarantino. Ad ordinare il delitto - secondo i pm - fu il boss Domenico Conte e a portare il suo messaggio ai sicari Alessandro D'Elia.
A tutti si contesta l'aggravante mafiosa. Imputati anche altri due pregiudicati accusati di aver minacciato i familiari di un pentito. Per quei fatti saranno processati esponenti di entrambi i clan e anche il boss Domenico Conte, arrestato il 27 maggio dopo 37 giorni di latitanza.
Secondo i pubblici ministeri Ettore Cardinali e Marco D'Agostino, fu Conte il mandante dell'omicidio Tarantino e il vero bersaglio di sicari era lo spacciatore Giuseppe Casadibari, poi diventato collaboratore di giustizia. Il processo è fissato dinanzi alla Corte di Assise il 10 settembre ma, a quanto si apprende, quasi tutti gli imputati hanno chiesto il rito abbreviato che si celebrerà davanti al giudice dell'udienza preliminare.
In particolare per il boss Conte la difesa ha chiesto l'abbreviato condizionato all'acquisizione di tabulati telefonici che dimostrerebbero che quella mattina non fu il capoclan a dare l'ordine di sparare.
Stando alle indagini di Polizia e Carabinieri, all'origine dello scontro ci sarebbe stata la gestione delle piazze di spaccio e il tradimento di alcuni sodali passati al clan rivale. Cosimo Liso (ex Cipriano passato con i Conte) aveva iniziato a spacciare nella piazza dei rivali, nel centro storico, e per questo gli era stato intimato di abbandonare la propria casa.
All'indomani mattina la sua reazione, con alcuni colpi di pistola sparati contro un portone a Porta Robustina, piazza di spaccio nella città vecchia del clan Cipriano, quindi la risposta con due spedizioni punitive: una a casa di Liso, sfondando il portone d'ingresso, l'altra in via Pertini, alla periferia di Bitonto, con 31 colpi di pistola sparati contro il portone della palazzina dove ha sede la piazza di spaccio controllata da clan Conte (ritenuti responsabili Francesco Colasuonno, Benito Ruggiero e Rocco Mena).
I Conte avrebbero aspettato solo dieci minuti per rispondere ai rivali: due uomini con i volti coperti, Michele Sabba e Rocco Papaleo (ora pentiti), cercarono un bersaglio, uno qualunque del clan rivale, e inseguendo Casadibari uccisero la signora Tarantino. Ad ordinare il delitto - secondo i pm - fu il boss Domenico Conte e a portare il suo messaggio ai sicari Alessandro D'Elia.