Cronaca
Appalti truccati per la bonifica della discarica di Canosa, coinvolti due bitontini
Sono Giuseppe Marselli, in carcere, e Giovanni Rilievi: a quest'ultimo notificato il divieto di contrarre con la pubblica amministrazione
Bitonto - giovedì 11 luglio 2024
20.38
In cambio di soldi, consulenze, lavori nelle proprie case, pranzi e percorsi benessere, alcuni dirigenti della Provincia di Barletta-Andria-Trani, uno dei quali è stato arrestato, avrebbero affidato commesse a professionisti turbando ripetutamente la libertà degli incanti ed omettendo di segnalare casi di conflitto di interesse.
È quanto emerge dalle indagini della Guardia di Finanza che oggi ha arrestato 14 persone con le accuse, a vario titolo, di corruzione e turbata libertà degli incanti. Tra le nove persone finite in carcere ci sono, due dirigenti della Provincia, fra cui Giuseppe Marselli, 37 anni, di Bitonto, due dirigenti dei Comuni di Trani e Barletta e un ingegnere. Gli altri cinque sono ai domiciliari. Per Giovanni Rilievi, 42 anni di Bitonto, è stato disposto il divieto di contrarre con la pubblica amministrazione.
Le ordinanze sono state disposte dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Domenico Zeno. Le indagini sono state coordinate dalla Procura di Trani con il comandante provinciale della Finanza della Bat, colonnello Pierluca Cassano, ed il comandante del nucleo Pef, il tenente colonnello Giuseppe Bifero. In una conferenza stampa in Procura è stato rimarcato che le indagini riguardano la discarica di rifiuti speciali non pericolosi della Cobema di Canosa di Puglia.
Gli indagati sono complessivamente 17. E il denaro erogato dai professionisti che beneficiavano delle commesse pubbliche veniva drenato, in alcuni casi, da una società di professionisti riconducibile a uno dei dirigenti indagati. Secondo quanto emerso, i lavori di chiusura e le attività di post-gestione della discarica erano stati affidati dalla Provincia con una gara pubblica, senza comunicare l'inizio dei lavori al Comune di Canosa, alla proprietà oppure all'amministratore giudiziario.
E tutto ciò, nonostante sulla discarica pendesse un procedimento penale per reati ambientali. I lavori erano stati preceduti da alcune indagini ambientali fatte da un professionista che ha retrocesso parte dei compensi corrisposti dall'ente verso l'impresa del coniuge del dirigente competente all'affidamento dell'incarico. «Il patto corruttivo si è consumato col silenzio del dirigente sull'affidamento fraudolento e sulla indagine afferente allo stato dell'impianto e alle matrici ambientali».
La Procura di Trani aveva chiesto l'arresto in carcere pure per Ambrogio Giordano, di Foggia, amministratore unico dell'Amiu di Trani, ma l'ingegnere è morto. Era accusato di turbativa d'asta per l'affidamento di un incarico illegittimo all'agronomo Giovanni Battista Guerra su richiesta dell'ex dirigente Francesco Gianferrini.
È quanto emerge dalle indagini della Guardia di Finanza che oggi ha arrestato 14 persone con le accuse, a vario titolo, di corruzione e turbata libertà degli incanti. Tra le nove persone finite in carcere ci sono, due dirigenti della Provincia, fra cui Giuseppe Marselli, 37 anni, di Bitonto, due dirigenti dei Comuni di Trani e Barletta e un ingegnere. Gli altri cinque sono ai domiciliari. Per Giovanni Rilievi, 42 anni di Bitonto, è stato disposto il divieto di contrarre con la pubblica amministrazione.
Le ordinanze sono state disposte dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Domenico Zeno. Le indagini sono state coordinate dalla Procura di Trani con il comandante provinciale della Finanza della Bat, colonnello Pierluca Cassano, ed il comandante del nucleo Pef, il tenente colonnello Giuseppe Bifero. In una conferenza stampa in Procura è stato rimarcato che le indagini riguardano la discarica di rifiuti speciali non pericolosi della Cobema di Canosa di Puglia.
Gli indagati sono complessivamente 17. E il denaro erogato dai professionisti che beneficiavano delle commesse pubbliche veniva drenato, in alcuni casi, da una società di professionisti riconducibile a uno dei dirigenti indagati. Secondo quanto emerso, i lavori di chiusura e le attività di post-gestione della discarica erano stati affidati dalla Provincia con una gara pubblica, senza comunicare l'inizio dei lavori al Comune di Canosa, alla proprietà oppure all'amministratore giudiziario.
E tutto ciò, nonostante sulla discarica pendesse un procedimento penale per reati ambientali. I lavori erano stati preceduti da alcune indagini ambientali fatte da un professionista che ha retrocesso parte dei compensi corrisposti dall'ente verso l'impresa del coniuge del dirigente competente all'affidamento dell'incarico. «Il patto corruttivo si è consumato col silenzio del dirigente sull'affidamento fraudolento e sulla indagine afferente allo stato dell'impianto e alle matrici ambientali».
La Procura di Trani aveva chiesto l'arresto in carcere pure per Ambrogio Giordano, di Foggia, amministratore unico dell'Amiu di Trani, ma l'ingegnere è morto. Era accusato di turbativa d'asta per l'affidamento di un incarico illegittimo all'agronomo Giovanni Battista Guerra su richiesta dell'ex dirigente Francesco Gianferrini.