Cronaca
Appuntamento hard finisce in rapina. Presi in tre: due hanno patteggiato
La vittima è un 70enne di Bitonto: i banditi lo avrebbero picchiato per rubargli contanti, carte prepagate e un cellulare
Bitonto - mercoledì 12 ottobre 2022
7.22
Avrebbero promesso sesso, una sorta di «threesome», due affascinanti gemelle di 23 anni, che hanno patteggiato altrettante condanne a pene particolarmente miti. Serate infuocate, ma in realtà sarebbero state pronte a rapinare i bramosi amanti di una sera con la complicità di un 42enne.
Una trappola a luci rosse, per raccattare qualche euro senza dover consumare il rapporto sessuale offerto. I tre, tutti residenti a Toritto, sono stati arrestati e posti ai domiciliari dai Carabinieri della Stazione di Bitonto con le accuse, a vario titolo, di truffa e di concorso in rapina pluriaggravata e lesioni personali.
Un modus operandi studiato nei minimi dettagli, secondo le indagini. Le due 23enni avrebbero adescato uomini in cerca di una serata alternativa. Dall'altra parte un 70enne di Bitonto. I primi approcci, lo scambio di numeri di telefono per potersi mettere d'accordo. Per conoscersi prima di fissare data e luogo esatto della serata di sesso.
Dettaglio non da poco, secondo quanto emerge dall'inchiesta del sostituto procuratore della Procura della Repubblica di Bari, Baldo Pisani, e poi passata alla collega Angela Maria Morea. Una delle due gemelle, «con artifizi o raggiri consistenti nell'accordare la consumazione di un rapporto sessuale, poi non consumato, in cambio di denaro» avrebbe indotto l'uomo «in errore, procurandosi un ingiusto profitto consistente nella somma di 50 euro».
Una volta scelta la data dell'appuntamento - i fatti risalgono al 10 dicembre 2021 -, i due avrebbero optato per il luogo, a Bitonto, nell'abitazione del 70enne. L'altra gemella si sarebbe fatta trovare sull'uscio di casa. Il cliente, però, dopo aver aperto la porta d'ingresso, desideroso di consumare sesso, si sarebbe trovato davanti il 42enne che lo avrebbe picchiato. Un'aggressione in piena regola, tanto che sarebbe rimasto tramortito a terra.
Riportando un trauma cranico del volto con escoriazioni talmente gravi che gli sono serviti 10 giorni per guarire. Nel frattempo sarebbe spuntata la sorella gemella, la quale avrebbe «materialmente appreso i beni». I tre prima di andarsene si sarebbero premurati di rubargli 280 euro in contanti, una borsa Versace con due carte prepagate e il cellulare per impedirgli, una volta che si fosse ripreso, di allertare le forze dell'ordine.
L'uomo, sotto shock, ha deciso di chiedere aiuto. Ha chiamato i Carabinieri al 112 e ha spiegato che cosa era accaduto. Da qui sono iniziati gli approfondimenti dei militari. In mano avevano già molto: il racconto del malcapitato, i numeri di telefono, i nomi probabilmente. I tre sono stati intercettati, arrestati in flagranza e relegati ai domiciliari. O meglio: permanenza in casa.
Le gemelle 23enni, intanto, hanno scelto di chiudere la vicenda giudiziaria in breve tempo col rito del patteggiamento davanti al giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Bari, Susanna De Felice: entrambe difese dall'avvocato Tiziano Tedeschi, il 30 settembre scorso sono state condannate a pene particolarmente miti. Il sospetto degli inquirenti, però, è che il terzetto possa aver operato ulteriori colpi, con lo stesso modus operandi, in altre parti d'Italia.
Una trappola a luci rosse, per raccattare qualche euro senza dover consumare il rapporto sessuale offerto. I tre, tutti residenti a Toritto, sono stati arrestati e posti ai domiciliari dai Carabinieri della Stazione di Bitonto con le accuse, a vario titolo, di truffa e di concorso in rapina pluriaggravata e lesioni personali.
Un modus operandi studiato nei minimi dettagli, secondo le indagini. Le due 23enni avrebbero adescato uomini in cerca di una serata alternativa. Dall'altra parte un 70enne di Bitonto. I primi approcci, lo scambio di numeri di telefono per potersi mettere d'accordo. Per conoscersi prima di fissare data e luogo esatto della serata di sesso.
Dettaglio non da poco, secondo quanto emerge dall'inchiesta del sostituto procuratore della Procura della Repubblica di Bari, Baldo Pisani, e poi passata alla collega Angela Maria Morea. Una delle due gemelle, «con artifizi o raggiri consistenti nell'accordare la consumazione di un rapporto sessuale, poi non consumato, in cambio di denaro» avrebbe indotto l'uomo «in errore, procurandosi un ingiusto profitto consistente nella somma di 50 euro».
Una volta scelta la data dell'appuntamento - i fatti risalgono al 10 dicembre 2021 -, i due avrebbero optato per il luogo, a Bitonto, nell'abitazione del 70enne. L'altra gemella si sarebbe fatta trovare sull'uscio di casa. Il cliente, però, dopo aver aperto la porta d'ingresso, desideroso di consumare sesso, si sarebbe trovato davanti il 42enne che lo avrebbe picchiato. Un'aggressione in piena regola, tanto che sarebbe rimasto tramortito a terra.
Riportando un trauma cranico del volto con escoriazioni talmente gravi che gli sono serviti 10 giorni per guarire. Nel frattempo sarebbe spuntata la sorella gemella, la quale avrebbe «materialmente appreso i beni». I tre prima di andarsene si sarebbero premurati di rubargli 280 euro in contanti, una borsa Versace con due carte prepagate e il cellulare per impedirgli, una volta che si fosse ripreso, di allertare le forze dell'ordine.
L'uomo, sotto shock, ha deciso di chiedere aiuto. Ha chiamato i Carabinieri al 112 e ha spiegato che cosa era accaduto. Da qui sono iniziati gli approfondimenti dei militari. In mano avevano già molto: il racconto del malcapitato, i numeri di telefono, i nomi probabilmente. I tre sono stati intercettati, arrestati in flagranza e relegati ai domiciliari. O meglio: permanenza in casa.
Le gemelle 23enni, intanto, hanno scelto di chiudere la vicenda giudiziaria in breve tempo col rito del patteggiamento davanti al giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Bari, Susanna De Felice: entrambe difese dall'avvocato Tiziano Tedeschi, il 30 settembre scorso sono state condannate a pene particolarmente miti. Il sospetto degli inquirenti, però, è che il terzetto possa aver operato ulteriori colpi, con lo stesso modus operandi, in altre parti d'Italia.