Politica
Aumento Tari, per Daucelli le giustificazioni della maggioranza sono «operazione di marketing»
La Puglia in più difende Nacci: «Diffuse proiezioni ostinatamente errate»
Bitonto - sabato 21 aprile 2018
10.27
Si infuoca il dibattito politico attorno all'aumento della pressione fiscale nel comune di Bitonto. Da una parte gli esponenti della minoranza, con l'ex assessore Daucelli, ora all'opposizione in forze a Insieme per la Città, secondo cui la manovra approvata in consiglio dall'amministrazione Abbaticchio sarebbe un salasso da più di 100 euro a famiglia. Dall'altra i sostenitori della maggioranza di governo, che - forti delle proiezioni del gestionale dell'Ufficio Tributi, che ha confermato aumenti per i contribuenti nell'ordine di 15-20 euro a famiglia - ritengono errate le proiezioni della minoranza.
Per Daucelli quella della maggioranza sarebbe solo: «Un'operazione di marketing. A fronte dell'aumento di circa 700mila si riscontra che diviso i 24mila contribuenti l'aumento sarà di 30 euro a contribuente (vale la teoria del mezzo pollo?). Se a questo si aggiunge la perdita della riduzione del 20% spettante a quasi il 60% delle famiglie con reddito I.S.E.E. che è passato dagli 8mila ai 6mila euro, significa che mediamente per il contribuente che perde il diritto, l' aumento oscilla tra i 60 e gli 80 euro, quindi cifre ben diverse da quelle esposte. A questo si aggiunge l'abbassamento della percentuale per la raccolta porta a porta dal 20% al 10%, che comporta per il contribuente un'ulteriore perdita di altri 20 euro».
«Per quanto attiene la mancanza del P.E.F. - aggiunge Daucelli - era già noto dal 2017 il gap tra entrate (di €. 9.700.000) e uscite (di €. 10.400.000); pertanto era già scontato che si sarebbe dovuto procedere ad aumentare le entrate per T.A.R.I., quindi eventuali scelte o decisioni potevano essere già programmate nei mesi precedenti, come più volte da me stesso sollevato in Consiglio comunale».
Ben diversa la posizione de La Puglia in Più, il partito dell'attuale assessore alle Finanze, Domenico Nacci, da molti additato come responsabile di una manovra/salasso, poi corretta "in corsa" da un emendamento del sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio, che ha cassato l'80% degli aumenti previsti dal suo assessore al ramo.
Il partito, rispondendo a Daucelli, ha stigmatizzato «l'ostinazione con cui si continuano a dare proiezioni del tutto sbagliate. Tralasciando in questa sede ogni considerazione afferente le accuse di inesperienza ed incompetenza mosse dal Consigliere Daucelli nei confronti dell'Assessore, ci limitiamo a precisare che "inesperienza", intesa come prima esperienza, non deve ritenersi sinonimo di "incompetenza", cosi come l'aver ricoperto più volte lo stesso ruolo non può significare essere "competenti"».
Per gli attivisti del gruppo politico, le modifiche alla proposta di Nacci non rappresenterebbero una «sfiducia» al suo operato, ma il frutto di un confronto con le altre forze di governo e la scelta di «non "inasprire la tassazione"» sarebbe stata presa «dalla maggioranza in autonomia e con l'attenzione rivolta a tutte le parti in causa. Rispetto agli emendamenti chiesti, appare del tutto evidente che correttamente il Presidente del Consiglio comunale abbia sottoposto a votazione del Consiglio Comunale solo l'emendamento del Sindaco, perchè l'unico presentato rispettando la norma, invece le 3 proposte fatte al microfono dal Consigliere Daucelli non erano sottoponibili al voto in quanto tecnicamente assolutamente impresentabili.
Avrebbe potuto presentarli attenendosi a quanto previsto dal regolamento».
«Tanto sentivamo di dire alla comunità – si legge ancora nella nota de La Puglia in Più - perché stanchi di essere additati come coloro che hanno aumentato la pressione fiscale, ciò che, questa volta, abbiamo dovuto fare è stato solo applicare tutte le voci di costo imputate al tributo come "impone" la legge; del resto, questa volta, agendo con trasparenza e nel pieno rispetto della legalità, sono stati inseriti costi amministrativi per un importo pari a 600mila euro».
Per Daucelli quella della maggioranza sarebbe solo: «Un'operazione di marketing. A fronte dell'aumento di circa 700mila si riscontra che diviso i 24mila contribuenti l'aumento sarà di 30 euro a contribuente (vale la teoria del mezzo pollo?). Se a questo si aggiunge la perdita della riduzione del 20% spettante a quasi il 60% delle famiglie con reddito I.S.E.E. che è passato dagli 8mila ai 6mila euro, significa che mediamente per il contribuente che perde il diritto, l' aumento oscilla tra i 60 e gli 80 euro, quindi cifre ben diverse da quelle esposte. A questo si aggiunge l'abbassamento della percentuale per la raccolta porta a porta dal 20% al 10%, che comporta per il contribuente un'ulteriore perdita di altri 20 euro».
«Per quanto attiene la mancanza del P.E.F. - aggiunge Daucelli - era già noto dal 2017 il gap tra entrate (di €. 9.700.000) e uscite (di €. 10.400.000); pertanto era già scontato che si sarebbe dovuto procedere ad aumentare le entrate per T.A.R.I., quindi eventuali scelte o decisioni potevano essere già programmate nei mesi precedenti, come più volte da me stesso sollevato in Consiglio comunale».
Ben diversa la posizione de La Puglia in Più, il partito dell'attuale assessore alle Finanze, Domenico Nacci, da molti additato come responsabile di una manovra/salasso, poi corretta "in corsa" da un emendamento del sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio, che ha cassato l'80% degli aumenti previsti dal suo assessore al ramo.
Il partito, rispondendo a Daucelli, ha stigmatizzato «l'ostinazione con cui si continuano a dare proiezioni del tutto sbagliate. Tralasciando in questa sede ogni considerazione afferente le accuse di inesperienza ed incompetenza mosse dal Consigliere Daucelli nei confronti dell'Assessore, ci limitiamo a precisare che "inesperienza", intesa come prima esperienza, non deve ritenersi sinonimo di "incompetenza", cosi come l'aver ricoperto più volte lo stesso ruolo non può significare essere "competenti"».
Per gli attivisti del gruppo politico, le modifiche alla proposta di Nacci non rappresenterebbero una «sfiducia» al suo operato, ma il frutto di un confronto con le altre forze di governo e la scelta di «non "inasprire la tassazione"» sarebbe stata presa «dalla maggioranza in autonomia e con l'attenzione rivolta a tutte le parti in causa. Rispetto agli emendamenti chiesti, appare del tutto evidente che correttamente il Presidente del Consiglio comunale abbia sottoposto a votazione del Consiglio Comunale solo l'emendamento del Sindaco, perchè l'unico presentato rispettando la norma, invece le 3 proposte fatte al microfono dal Consigliere Daucelli non erano sottoponibili al voto in quanto tecnicamente assolutamente impresentabili.
Avrebbe potuto presentarli attenendosi a quanto previsto dal regolamento».
«Tanto sentivamo di dire alla comunità – si legge ancora nella nota de La Puglia in Più - perché stanchi di essere additati come coloro che hanno aumentato la pressione fiscale, ciò che, questa volta, abbiamo dovuto fare è stato solo applicare tutte le voci di costo imputate al tributo come "impone" la legge; del resto, questa volta, agendo con trasparenza e nel pieno rispetto della legalità, sono stati inseriti costi amministrativi per un importo pari a 600mila euro».