Cronaca
Bancarotta fraudolenta: indagato ragioniere di Bitonto
Buco da 8 milioni alla Work Sistem, deposito franco doganale al porto di Bari di cui fu amministratore Massimo Cassano
Bitonto - sabato 23 gennaio 2021
7.08
Sono 5 in tutto gli indagati per il fallimento della Work Sistem, la società che gestiva un deposito franco doganale nel porto di Bari, amministrata dal 2002 al 2008 dall'ex sottosegretario del governo Renzi, nonché attuale direttore dell'Arpal Puglia, l'Agenzia Regionale per le Politiche Attive del Lavoro, Massimo Cassano. Tra loro c'è anche un ragioniere di Bitonto, Francesco Paolo Noviello, ex presidente dell'Us Bitonto e già indagato insieme all'altro ex presidente del sodalizio sportivo, Francesco Giordano, in un altro paio di inchieste della Gdf.
Il 62enne, che era liquidatore della società, avrebbe fatto sparire circa 130mila euro in contanti dai conti correnti dell'azienda e, secondo il capo d'imputazione riportato dalla Gazzetta del Mezzogiorno, «per nascondere la gestione opaca e dolosa della società fallita sottraeva e distruggeva (anche mediante omessa istituzione) i libri e le altre scritture contabili obbligatorie (…) e tutto il resto della contabilità da luglio 2016 sino al fallimento». Per l'ex sottosegretario, invece, che è stato amministratore della società dal 2002 al 2008, così come per gli altri 3 indagati che si sono alternati alla guida della Work Sistem, l'accusa è di concorso in bancarotta fraudolenta perché «omettevano sistematicamente il pagamento dell'Ires, dell'Iva e dell'Irap sino a raggiungere debiti per otto milioni anche per effetto di sanzioni e interessi che erodevano completamente il patrimonio societario».
Il 62enne, che era liquidatore della società, avrebbe fatto sparire circa 130mila euro in contanti dai conti correnti dell'azienda e, secondo il capo d'imputazione riportato dalla Gazzetta del Mezzogiorno, «per nascondere la gestione opaca e dolosa della società fallita sottraeva e distruggeva (anche mediante omessa istituzione) i libri e le altre scritture contabili obbligatorie (…) e tutto il resto della contabilità da luglio 2016 sino al fallimento». Per l'ex sottosegretario, invece, che è stato amministratore della società dal 2002 al 2008, così come per gli altri 3 indagati che si sono alternati alla guida della Work Sistem, l'accusa è di concorso in bancarotta fraudolenta perché «omettevano sistematicamente il pagamento dell'Ires, dell'Iva e dell'Irap sino a raggiungere debiti per otto milioni anche per effetto di sanzioni e interessi che erodevano completamente il patrimonio societario».