Territorio e Ambiente
Bandi per gli agricolori fermi da 20 mesi. Damascelli striglia la Regione
Fermi 1miliardo e 600milioni. «Danno enorme. Aziende in ginocchio»
Bitonto - lunedì 12 marzo 2018
11.13
Più di un miliardo e mezzo di euro che avrebbero potuto risollevare l'agricoltura pugliese in ginocchio, fermi ai box da quasi 2 anni perchè la Regione ha sbagliato le sue valutazioni. È un quadro desolante quello tracciato dal consigliere regionale di Forza Italia, Domenico Damascelli, che ha denunciato l'incapacità delle istituzioni pugliesi di risolvere uno stallo che rischia di stroncare qualsiasi velleità di rilancio del comparto agricolo.
«Doveva iniziare nel 2014 – ricorda Damascelli - per terminare nel 2020, ma in Puglia il Psr, il Piano di Sviluppo Rurale, è ancora all'anno zero. Nelle statistiche sull'avanzamento dei bandi siamo fanalino di coda con appena il 9,6% dei fondi spesi, ma in realtà per gli agricoltori pugliesi il Psr non è mai partito e i relativi fondi rappresentano una chimera. Ciò è dovuto alle errate strategie di organizzazione dei bandi e alle scelte scriteriate del Governo regionale, che solo oggi inizia a fare marcia indietro, accettando di discutere con il partenariato le modifiche ai criteri di selezione (tra cui la famigerata "redditività") e ammettendo implicitamente gli errori commessi». Il forzista, che è anche vice presidente della Commissione Agricoltura, adesso vuole che si faccia chiarezza sui gravi ritardi del Psr Puglia 2014-2020 e ha presentato richiesta di audizione dell'assessore alle Politiche agricole, del presidente della Giunta regionale, del direttore del dipartimento Agricoltura, Sviluppo rurale e ambientale e dei referenti delle Misure del Psr Puglia, alla presenza dei rappresentanti delle organizzazioni professionali di categoria agricole.
«Il quadro – rincara il consigliere regionale – è davvero desolante: Misura 11, agricoltura biologica, in attesa di liquidazione dal 2016 per una congrua percentuale di beneficiari; Misura 10.1, agricoltura integrata, con notevoli ritardi nei termini di pagamento. Poi c'è il problema paradossale dei ricorsi al Tar, che si pronuncerà a maggio. Nel frattempo, non essendoci alcuna determinazione di sospensiva dei termini, le aziende in posizione utile di graduatoria dovranno procedere con la preparazione e la consegna della cantierabilità entro fine aprile. E questo comporterà costi rilevanti per le imprese, pur senza alcuna garanzia di ammissione agli aiuti».
«È dovere di chi ha creato questo sfacelo – attacca Damascelli – risolverlo senza ulteriori indugi. Che farà la Regione adesso? Sospenderà le scadenze per i giovani che hanno fatto richiesta della misura 4.1 A per il primo insediamento? Revocherà il bando e ne farà uno nuovo? Procederà con lo scorrimento delle graduatorie? Sta di fatto che questa situazione ha creato danni enormi all'intero sistema economico in Puglia, non solo per la fallita opportunità di sviluppo dei fondi europei non ancora sfruttati, ma anche perché si stanno mettendo in ginocchio le aziende agricole e tutte quelle dell'indotto, a causa della mancata erogazione delle risorse del Psr. Fortemente penalizzati i produttori e rivenditori di macchine agricole rimaste invendute, i professionisti che hanno lavorato per anni a vuoto, gli agricoltori che vedono frustrati i propri sogni di sviluppo aziendale».
«Tutto questo – prosegue il forzista – è davvero assurdo. Ora il Governo regionale recuperi il terreno perduto e soddisfi le esigenze del settore primario pugliese. Non si era mai verificato prima un contenzioso giudiziario nella storia dei finanziamenti europei in agricoltura».
«Doveva iniziare nel 2014 – ricorda Damascelli - per terminare nel 2020, ma in Puglia il Psr, il Piano di Sviluppo Rurale, è ancora all'anno zero. Nelle statistiche sull'avanzamento dei bandi siamo fanalino di coda con appena il 9,6% dei fondi spesi, ma in realtà per gli agricoltori pugliesi il Psr non è mai partito e i relativi fondi rappresentano una chimera. Ciò è dovuto alle errate strategie di organizzazione dei bandi e alle scelte scriteriate del Governo regionale, che solo oggi inizia a fare marcia indietro, accettando di discutere con il partenariato le modifiche ai criteri di selezione (tra cui la famigerata "redditività") e ammettendo implicitamente gli errori commessi». Il forzista, che è anche vice presidente della Commissione Agricoltura, adesso vuole che si faccia chiarezza sui gravi ritardi del Psr Puglia 2014-2020 e ha presentato richiesta di audizione dell'assessore alle Politiche agricole, del presidente della Giunta regionale, del direttore del dipartimento Agricoltura, Sviluppo rurale e ambientale e dei referenti delle Misure del Psr Puglia, alla presenza dei rappresentanti delle organizzazioni professionali di categoria agricole.
«Il quadro – rincara il consigliere regionale – è davvero desolante: Misura 11, agricoltura biologica, in attesa di liquidazione dal 2016 per una congrua percentuale di beneficiari; Misura 10.1, agricoltura integrata, con notevoli ritardi nei termini di pagamento. Poi c'è il problema paradossale dei ricorsi al Tar, che si pronuncerà a maggio. Nel frattempo, non essendoci alcuna determinazione di sospensiva dei termini, le aziende in posizione utile di graduatoria dovranno procedere con la preparazione e la consegna della cantierabilità entro fine aprile. E questo comporterà costi rilevanti per le imprese, pur senza alcuna garanzia di ammissione agli aiuti».
«È dovere di chi ha creato questo sfacelo – attacca Damascelli – risolverlo senza ulteriori indugi. Che farà la Regione adesso? Sospenderà le scadenze per i giovani che hanno fatto richiesta della misura 4.1 A per il primo insediamento? Revocherà il bando e ne farà uno nuovo? Procederà con lo scorrimento delle graduatorie? Sta di fatto che questa situazione ha creato danni enormi all'intero sistema economico in Puglia, non solo per la fallita opportunità di sviluppo dei fondi europei non ancora sfruttati, ma anche perché si stanno mettendo in ginocchio le aziende agricole e tutte quelle dell'indotto, a causa della mancata erogazione delle risorse del Psr. Fortemente penalizzati i produttori e rivenditori di macchine agricole rimaste invendute, i professionisti che hanno lavorato per anni a vuoto, gli agricoltori che vedono frustrati i propri sogni di sviluppo aziendale».
«Tutto questo – prosegue il forzista – è davvero assurdo. Ora il Governo regionale recuperi il terreno perduto e soddisfi le esigenze del settore primario pugliese. Non si era mai verificato prima un contenzioso giudiziario nella storia dei finanziamenti europei in agricoltura».