Cronaca
Bar incendiato due volte, le titolari: «Mai aiutate dal Comune nonostante le promesse»
Il Sindaco: «Si scelse di attendere la chiusura dell'inchiesta, meritano delle scuse»
Bitonto - giovedì 1 aprile 2021
10.03
Videro stroncare le loro speranze a causa di un duplice incendio che demolì il sogno di avviare un'attività in città. Adesso, a distanza di un anno e mezzo da quei terribili giorni, denunciano il disinteresse del Comune, nonostante le promesse arrivate a poche ore dal rogo. Sono le titolari del bar incendiato due volte in pochi giorni in piazza Marena, a Bitonto, che, dopo la segnalazione di un gruppo politico locale, hanno deciso di raccontare la loro storia ai giornali.
«Qualcuno si è ricordato della nostra tragedia – scrivono in una lettera - ed ha fatto alcune importanti domande che ci riguardano e vorremmo pertanto rispondere. NON abbiamo MAI ricevuto, né dal comune, né dal Sindaco, né tantomeno dalla Giunta Comunale alcuna somma di denaro. Abbiamo scritto al Sindaco più di un mese fa una lettera in cui chiedevamo di essere ricordate ed aiutate ma a quella lettera non è mai arrivata nessuna risposta».
«Credevamo nel sindaco di Bitonto – continuano le due giovani imprenditrici, ricordando le interviste lasciate a tv e giornali - e nelle sue parole e ci sembrava assurdo che un personaggio pubblico così importante potesse mentire di fronte ad una telecamera. Quando abbiamo capito che forse le promesse erano solo promesse e non fatti concreti ci siamo sentite come se avessero "bruciato i nostri sogni" ancora un'altra volta. Ringraziamo gli autori dell'articolo ed i giornalisti che l'hanno pubblicato e chiediamo a tutti loro ed all'intera cittadinanza di aiutarci a tenere in vita il nostro piccolo sogno di donne del Sud che volevano costruire la loro indipendenza ed il loro futuro».
Sulla vicenda era intervenuta negli scorsi giorni la sezione locale della Lega Salvini con una nota in cui veniva segnalato come il bar fosse «ancora chiuso e porta desolatamente i segni dell'ultimo incendio».
«Noi vogliamo (e noi lo vogliamo davvero) porre rimedio a questa odiosa vicenda perché noi davvero condanniamo e contrastiamo ogni forma di violenza e di criminalità», si legge nel comunicato dei leghisti bitontini, che hanno anche sfidato il sindaco «ad una gara di solidarietà: quel bar si deve aprire perché per noi della Lega la criminalità, l'illegalità e la violenza, non devono vincere mai».
Contattato da BitontoViva il sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio, ha detto di «avere bene in mente tutta la dolorosa vicenda umana e professionale delle due ragazze e anche la promessa di aderire alla raccolta fondi avviata dalle due titolari dell'attività incendiata».
«Fu una decisione "di pancia" - continua il primo cittadino - a poche ore da quei maledetti roghi, sull'onda emotiva della grande rabbia e frustrazione che in me e in tutta la comunità aveva suscitato quel gesto di prepotenza verso quelle due donne e ci parve naturale aderire subito all'iniziativa. Da un confronto con i nostri legali e con le forze dell'ordine impegnate nell'indagine per l'individuazione dei responsabili del rogo, però, emerse che la scelta migliore sarebbe stata quella di attendere la fine dell'inchiesta. Che, purtroppo, non è ancora terminata e solo in questi giorni vedrà una sua prima conclusione. Speravamo in tempi più brevi, ma l'enorme mole di lavoro cui sono sottoposti quotidianamente inquirenti e personale giudiziario non ha consentito una più rapida conclusione e per questo chiediamo scusa alle due ragazze. E, anche se secondo tempistiche che avremmo preferito infinitamente più brevi, una volta definiti i contorni dell'indagine, porteremo a termine il nostro intento e forniremo concreto aiuto alle due imprenditrici»
«Qualcuno si è ricordato della nostra tragedia – scrivono in una lettera - ed ha fatto alcune importanti domande che ci riguardano e vorremmo pertanto rispondere. NON abbiamo MAI ricevuto, né dal comune, né dal Sindaco, né tantomeno dalla Giunta Comunale alcuna somma di denaro. Abbiamo scritto al Sindaco più di un mese fa una lettera in cui chiedevamo di essere ricordate ed aiutate ma a quella lettera non è mai arrivata nessuna risposta».
«Credevamo nel sindaco di Bitonto – continuano le due giovani imprenditrici, ricordando le interviste lasciate a tv e giornali - e nelle sue parole e ci sembrava assurdo che un personaggio pubblico così importante potesse mentire di fronte ad una telecamera. Quando abbiamo capito che forse le promesse erano solo promesse e non fatti concreti ci siamo sentite come se avessero "bruciato i nostri sogni" ancora un'altra volta. Ringraziamo gli autori dell'articolo ed i giornalisti che l'hanno pubblicato e chiediamo a tutti loro ed all'intera cittadinanza di aiutarci a tenere in vita il nostro piccolo sogno di donne del Sud che volevano costruire la loro indipendenza ed il loro futuro».
Sulla vicenda era intervenuta negli scorsi giorni la sezione locale della Lega Salvini con una nota in cui veniva segnalato come il bar fosse «ancora chiuso e porta desolatamente i segni dell'ultimo incendio».
«Noi vogliamo (e noi lo vogliamo davvero) porre rimedio a questa odiosa vicenda perché noi davvero condanniamo e contrastiamo ogni forma di violenza e di criminalità», si legge nel comunicato dei leghisti bitontini, che hanno anche sfidato il sindaco «ad una gara di solidarietà: quel bar si deve aprire perché per noi della Lega la criminalità, l'illegalità e la violenza, non devono vincere mai».
Contattato da BitontoViva il sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio, ha detto di «avere bene in mente tutta la dolorosa vicenda umana e professionale delle due ragazze e anche la promessa di aderire alla raccolta fondi avviata dalle due titolari dell'attività incendiata».
«Fu una decisione "di pancia" - continua il primo cittadino - a poche ore da quei maledetti roghi, sull'onda emotiva della grande rabbia e frustrazione che in me e in tutta la comunità aveva suscitato quel gesto di prepotenza verso quelle due donne e ci parve naturale aderire subito all'iniziativa. Da un confronto con i nostri legali e con le forze dell'ordine impegnate nell'indagine per l'individuazione dei responsabili del rogo, però, emerse che la scelta migliore sarebbe stata quella di attendere la fine dell'inchiesta. Che, purtroppo, non è ancora terminata e solo in questi giorni vedrà una sua prima conclusione. Speravamo in tempi più brevi, ma l'enorme mole di lavoro cui sono sottoposti quotidianamente inquirenti e personale giudiziario non ha consentito una più rapida conclusione e per questo chiediamo scusa alle due ragazze. E, anche se secondo tempistiche che avremmo preferito infinitamente più brevi, una volta definiti i contorni dell'indagine, porteremo a termine il nostro intento e forniremo concreto aiuto alle due imprenditrici»