Politica
Bonaccini la scelta giusta. Il suo comitato bitontino spinge l'elezione a segretario PD
Dopo i risultati della scorsa settimana, l'invito a sostenere Stefano Bonaccini
Bitonto - martedì 21 febbraio 2023
Il Partito Democratico di Bitonto rinnova la sua presenza sul territorio e spinge affinché una nuova classe dirigente si formi in città, pronta a dare il suo supporto per arrivare a ribaltare l'attuale quadro politico nazionale, disastroso per il centrosinistra.
Dal comitato a favore di Stefano Bonaccini arriva una nota in cui si spronano i bitontini a votare domenica prossima, 26 febbraio, al fine di portare dal basso il PD ad essere un partito forte sull'intero territorio nazionale.
Di seguito la nota integrale.
«Con le operazioni di voto tra gli iscritti in Lazio e Lombardia, regioni andate recentemente al voto per rinnovare il consiglio regionale, si conclude la prima fase delle Primarie 2023 del Partito Democratico.
Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna, dopo essersi confermato il più suffragato a Bitonto, in provincia di Bari e in tutta la Puglia si conferma il più suffragato e lo fa con un dato molto importante: vince nei piccoli centri abitati. Questo a conferma della sua campagna congressuale di prossimità e a conferma che il PD è nato per dare rappresentanza all'Italia del lavoro e per promuovere lo sviluppo economico, la coesione sociale e la sostenibilità ambientale. Un grande partito di sinistra e popolare, riformista e plurale. Lo abbiamo fondato perché solo una grande forza politica a vocazione maggioritaria può cambiare il Paese.
Con le sconfitte degli ultimi anni e del 25 settembre scorso si è chiuso un lungo ciclo, nel quale abbiamo quasi sempre perso e quasi sempre governato senza un mandato elettorale. Ci siamo fatti carico di responsabilità nazionali senza riuscire però a corrispondere alle aspettative di una parte crescente dei nostri elettori. Oggi ci ritroviamo più deboli proprio nel momento in cui abbiamo il Governo più marcatamente di destra che la l'Italia abbia conosciuto. Ridare forza al PD non è dunque un fatto che riguarda solo noi, ma la qualità stessa della democrazia.
Basta allora con l'autoflagellazione, torniamo a svolgere il nostro compito. Serve un'opposizione forte e "governante", che accanto ad ogni "no" sappia sempre indicare una controproposta migliore e che non si rifugi mai nella protesta e nella testimonianza. II PD deve tornare a fare il PD, fino in fondo. Con una nuova agenda politica e una nuova classe dirigente immediatamente in campo. L'unica alleanza che siamo chiamati a costruire oggi è con i cittadini. Perché non ci sarà alcuna alternativa possibile e credibile di centrosinistra senza un PD più grande e più robusto. E perché noi torneremo al governo del Paese solo col voto degli elettori.
Vocazione maggioritaria non significa autosufficienza o isolamento. Significa viceversa rimettere il PD al centro di un'alternativa possibile. Significa abbandonare ogni residuo di subalternità: noi non deleghiamo ad altri la rappresentanza del centrosinistra.
E le alleanze le costruiremo quando sarà il momento con chi vorrà starci, partendo dai programmi e da una condizione di forza.
Dall'opposizione presenteremo una nuova agenda politica con una nuova classe dirigente. Abbiamo bisogno di una forte innovazione, non di improvvisazione. Il PD dispone di molte donne e molti uomini capaci, a tutti i livelli: la gran parte opera nei territori, con responsabilità di guida del partito locale e delle amministrazioni comunali, provinciali e regionali. Persone che hanno mandato avanti i circoli anche nei momenti più difficili e che spesso hanno saputo vincere nelle competizioni locali anche quando il vento politico nazionale spirava in direzione opposta. Hanno vinto o recuperato consenso grazie ad una forte credibilità personale e di gruppo, con esperienze e proposte che hanno conquistato voti al PD locale mentre li perdevamo a livello nazionale.
Per queste ragioni il nuovo gruppo dirigente attingerà a piene mani dal territorio: abbiamo un vivaio invidiabile, è ora di farlo scendere in partita perché ci sia una nuova leva di titolari. E il merito deve tornare ad essere il primo criterio di selezione della nostra classe dirigente.
Questo è il Partito Democratico che serve all'Italia e per questo vi invitiamo a prendere parte alle primarie aperte del 26 febbraio che si terranno a Bitonto dalle ore 8.00 alle ore 20.00 presso il Circolo dell'Anziano "Gaetano Salvemini" (Corso Vittorio Emanuele II, 18). Si può votare a partire dai 16 anni portando con se il documento d'identità e la tessera elettorale. Vi aspettiamo, insieme per Stefano Bonaccini Segretario!».
Dal comitato a favore di Stefano Bonaccini arriva una nota in cui si spronano i bitontini a votare domenica prossima, 26 febbraio, al fine di portare dal basso il PD ad essere un partito forte sull'intero territorio nazionale.
Di seguito la nota integrale.
«Con le operazioni di voto tra gli iscritti in Lazio e Lombardia, regioni andate recentemente al voto per rinnovare il consiglio regionale, si conclude la prima fase delle Primarie 2023 del Partito Democratico.
Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna, dopo essersi confermato il più suffragato a Bitonto, in provincia di Bari e in tutta la Puglia si conferma il più suffragato e lo fa con un dato molto importante: vince nei piccoli centri abitati. Questo a conferma della sua campagna congressuale di prossimità e a conferma che il PD è nato per dare rappresentanza all'Italia del lavoro e per promuovere lo sviluppo economico, la coesione sociale e la sostenibilità ambientale. Un grande partito di sinistra e popolare, riformista e plurale. Lo abbiamo fondato perché solo una grande forza politica a vocazione maggioritaria può cambiare il Paese.
Con le sconfitte degli ultimi anni e del 25 settembre scorso si è chiuso un lungo ciclo, nel quale abbiamo quasi sempre perso e quasi sempre governato senza un mandato elettorale. Ci siamo fatti carico di responsabilità nazionali senza riuscire però a corrispondere alle aspettative di una parte crescente dei nostri elettori. Oggi ci ritroviamo più deboli proprio nel momento in cui abbiamo il Governo più marcatamente di destra che la l'Italia abbia conosciuto. Ridare forza al PD non è dunque un fatto che riguarda solo noi, ma la qualità stessa della democrazia.
Basta allora con l'autoflagellazione, torniamo a svolgere il nostro compito. Serve un'opposizione forte e "governante", che accanto ad ogni "no" sappia sempre indicare una controproposta migliore e che non si rifugi mai nella protesta e nella testimonianza. II PD deve tornare a fare il PD, fino in fondo. Con una nuova agenda politica e una nuova classe dirigente immediatamente in campo. L'unica alleanza che siamo chiamati a costruire oggi è con i cittadini. Perché non ci sarà alcuna alternativa possibile e credibile di centrosinistra senza un PD più grande e più robusto. E perché noi torneremo al governo del Paese solo col voto degli elettori.
Vocazione maggioritaria non significa autosufficienza o isolamento. Significa viceversa rimettere il PD al centro di un'alternativa possibile. Significa abbandonare ogni residuo di subalternità: noi non deleghiamo ad altri la rappresentanza del centrosinistra.
E le alleanze le costruiremo quando sarà il momento con chi vorrà starci, partendo dai programmi e da una condizione di forza.
Dall'opposizione presenteremo una nuova agenda politica con una nuova classe dirigente. Abbiamo bisogno di una forte innovazione, non di improvvisazione. Il PD dispone di molte donne e molti uomini capaci, a tutti i livelli: la gran parte opera nei territori, con responsabilità di guida del partito locale e delle amministrazioni comunali, provinciali e regionali. Persone che hanno mandato avanti i circoli anche nei momenti più difficili e che spesso hanno saputo vincere nelle competizioni locali anche quando il vento politico nazionale spirava in direzione opposta. Hanno vinto o recuperato consenso grazie ad una forte credibilità personale e di gruppo, con esperienze e proposte che hanno conquistato voti al PD locale mentre li perdevamo a livello nazionale.
Per queste ragioni il nuovo gruppo dirigente attingerà a piene mani dal territorio: abbiamo un vivaio invidiabile, è ora di farlo scendere in partita perché ci sia una nuova leva di titolari. E il merito deve tornare ad essere il primo criterio di selezione della nostra classe dirigente.
Questo è il Partito Democratico che serve all'Italia e per questo vi invitiamo a prendere parte alle primarie aperte del 26 febbraio che si terranno a Bitonto dalle ore 8.00 alle ore 20.00 presso il Circolo dell'Anziano "Gaetano Salvemini" (Corso Vittorio Emanuele II, 18). Si può votare a partire dai 16 anni portando con se il documento d'identità e la tessera elettorale. Vi aspettiamo, insieme per Stefano Bonaccini Segretario!».