Cronaca
Bonifica delle ex AFP, disposto il giudizio per 13 persone. Anche un bitontino
L'accusa contestata dal pm Pisani è l'omessa bonifica delle ex Acciaierie e Ferriere Pugliesi di Giovinazzo. In aula il 10 novembre
Bitonto - giovedì 10 giugno 2021
16.07
La Procura della Repubblica di Bari presso il Tribunale di Bari ha citato a giudizio 13 persone con l'accusa, in concorso, dell'omessa bonifica delle ex Acciaierie e Ferriere Pugliesi. Tra i 13 imputati (imprenditori e proprietari dei suoli residenti a Barletta, Bitonto, Corato, Giovinazzo e Molfetta) c'è anche Tommaso Depalma.
Negli anni successivi al 1984, quando il Comitato Interministeriale per la Politica Industriale deliberò lo smantellamento del siderurgico, poi chiuso nel 1979, si è cominciato a parlare della bonifica di un territorio vasto 98mila metri quadrati, grande cioè quanto il centro storico, che rappresenta una cerniera di congiunzione tra il centro abitato giovinazzese e la lama Castello, e di possibili operazioni di recupero della vecchia area industriale. Recupero, di fatto, mai concretizzatosi.
In quell'area l'Arpa Puglia ha accertato il superamento dei limiti consentiti di CsR (Concentrazione soglia di Rischio) delle singole sostanze inquinanti e materiali di scarto; al sindaco e ai proprietari si contesta di non aver dato seguito all'ordinanza n. 4.984 della Città Metropolitana di Bari che imponeva la bonifica del sito. Il sindaco, inoltre, non avrebbe azionato nemmeno i poteri sostituitivi attribuitigli dalla legge. Nessuno, dunque, avrebbe fatto nulla per adempiere a quell'atto.
Le indagini sono partite da una notizia di reato della Città Metropolitana. Il pm Baldo Pisani contesta agli imputati di non aver «provveduto alla bonifica del sito», interessato «dall'ex stabilimento Acciaierie e Ferriere Pugliesi e dagli scarti di lavorazione depositati a lama Castello». La prima udienza si terrà il 10 novembre.
Negli anni successivi al 1984, quando il Comitato Interministeriale per la Politica Industriale deliberò lo smantellamento del siderurgico, poi chiuso nel 1979, si è cominciato a parlare della bonifica di un territorio vasto 98mila metri quadrati, grande cioè quanto il centro storico, che rappresenta una cerniera di congiunzione tra il centro abitato giovinazzese e la lama Castello, e di possibili operazioni di recupero della vecchia area industriale. Recupero, di fatto, mai concretizzatosi.
In quell'area l'Arpa Puglia ha accertato il superamento dei limiti consentiti di CsR (Concentrazione soglia di Rischio) delle singole sostanze inquinanti e materiali di scarto; al sindaco e ai proprietari si contesta di non aver dato seguito all'ordinanza n. 4.984 della Città Metropolitana di Bari che imponeva la bonifica del sito. Il sindaco, inoltre, non avrebbe azionato nemmeno i poteri sostituitivi attribuitigli dalla legge. Nessuno, dunque, avrebbe fatto nulla per adempiere a quell'atto.
Le indagini sono partite da una notizia di reato della Città Metropolitana. Il pm Baldo Pisani contesta agli imputati di non aver «provveduto alla bonifica del sito», interessato «dall'ex stabilimento Acciaierie e Ferriere Pugliesi e dagli scarti di lavorazione depositati a lama Castello». La prima udienza si terrà il 10 novembre.