Politica
Canile comunale, Bernini presenta un esposto in Procura
Dopo il blitz di venerdì il caso diventa politico
Bitonto - martedì 30 maggio 2017
7.21
Un esposto in Procura e una (probabile) interrogazione parlamentare. Dopo il blitz di venerdì scorso, che abbiamo raccontato in anteprima, il parlamentare 5 Stelle Paolo Bernini va all'attacco della gestione del canile comunale di Bitonto. E chiama in causa anche il sindaco Michele Abbaticchio. "Per tutti i cani - ha ribadito - nessuna possibilità di sgambare in un prato o di poter vedere la luce del sole. Possibile che il sindaco possa continuare a spendere 175.000€ annui per detenere i cani in una struttura non idonea?".
A fargli eco il candidato sindaco Dino Ciminiello: «Siamo sconvolti da quanto abbiamo visto nel corso del sopralluogo al canile. E siamo ancora più preoccupati nel sapere che presto potrebbero essere investiti circa due milioni di euro per la realizzazione di una struttura che ospiti un maggior numero di cani rispetto a quella attuale. Per noi non è affatto una buona notizia. In ogni impresa l'investimento è finalizzato ad un maggiore profitto e ci rifiutiamo di accettare che la vita dei cani possa per alcuni diventare un vero e proprio business. Per ogni cane la collettività paga ogni giorno del danaro, pertanto ogni cane rappresenta una fonte di guadagno per chi li ospita. È dunque interesse di chi gestisce il canile avere in custodia quanti più cani possibili per il tempo più lungo possibile. Una concezione di questo tipo è per noi inaccettabile. L'amministrazione comunale non deve impegnarsi a cercare il modo per realizzare una struttura più grande ma deve mettere in atto ogni sforzo, anche economico, per limitare il fenomeno del randagismo, per contenere il tempo di permanenza dei cani nei rifugi (luoghi in cui devono essere curati ed accuditi) pensando alla custodia come un periodo circoscritto e finalizzato ad un naturale ed immediato affidamento. Noi ci batteremo sino in fondo».
La presidente della cooperativa sociale Tasha, Francesca Demundo, intervistata da BitontoViva, aveva già precisato però che "dal verbale dei carabinieri non risultano cani maltrattati o denutriti. Sono sterilizzati e microchippati".
I problemi sarebbero dunque legati alla vecchia struttura, in parte già sotto sequestro, che però sta per andare in pensione. Ma, come detto, la questione ora si è spostata su altri tavoli, quelli politici.
A fargli eco il candidato sindaco Dino Ciminiello: «Siamo sconvolti da quanto abbiamo visto nel corso del sopralluogo al canile. E siamo ancora più preoccupati nel sapere che presto potrebbero essere investiti circa due milioni di euro per la realizzazione di una struttura che ospiti un maggior numero di cani rispetto a quella attuale. Per noi non è affatto una buona notizia. In ogni impresa l'investimento è finalizzato ad un maggiore profitto e ci rifiutiamo di accettare che la vita dei cani possa per alcuni diventare un vero e proprio business. Per ogni cane la collettività paga ogni giorno del danaro, pertanto ogni cane rappresenta una fonte di guadagno per chi li ospita. È dunque interesse di chi gestisce il canile avere in custodia quanti più cani possibili per il tempo più lungo possibile. Una concezione di questo tipo è per noi inaccettabile. L'amministrazione comunale non deve impegnarsi a cercare il modo per realizzare una struttura più grande ma deve mettere in atto ogni sforzo, anche economico, per limitare il fenomeno del randagismo, per contenere il tempo di permanenza dei cani nei rifugi (luoghi in cui devono essere curati ed accuditi) pensando alla custodia come un periodo circoscritto e finalizzato ad un naturale ed immediato affidamento. Noi ci batteremo sino in fondo».
La presidente della cooperativa sociale Tasha, Francesca Demundo, intervistata da BitontoViva, aveva già precisato però che "dal verbale dei carabinieri non risultano cani maltrattati o denutriti. Sono sterilizzati e microchippati".
I problemi sarebbero dunque legati alla vecchia struttura, in parte già sotto sequestro, che però sta per andare in pensione. Ma, come detto, la questione ora si è spostata su altri tavoli, quelli politici.