Politica
Cittadinanza simbolica a stranieri nati in Italia: a Bitonto 118 minori pronti a diventare ‘italiani’
Approvato ieri in consiglio il provvedimento. Vaccaro (PD): «Momento storico: educhiamo alla tolleranza»
Bitonto - venerdì 13 luglio 2018
12.12
È passato con 22 voti favorevoli, nessun contrario e un astenuto, quello della consigliera di Forza Italia, Carmela Rossiello, il provvedimento con cui il consiglio comunale ha disposto di assegnare la cittadinanza italiana "simbolica" a tutti gli stranieri nati in Italia e residenti a Bitonto.
«Pretesto per manifestazioni di stampo ideologico», si è giustificata la Rossiello, che si sarebbe aspettata proposte per migliorare l'integrazione e l'inclusione pratica di chi vive in Italia. Tutti gli altri invece hanno compreso il valore "simbolico" dell'iniziativa, utile a sensibilizzare al tema dell'accoglienza verso lo straniero in difficoltà in un momento in cui parte della politica italiana sembra andare in direzione diametralmente opposta. Almeno "quasi" tutti, perché al momento della discussione non è sfuggita ai presenti l'uscita dall'aula dei gruppi consiliari di maggioranza 70032 Città in Movimento e Riformisti Cattolici e Popolari, già in passato accusati a più riprese di essere più vicini alle posizioni politiche e ideologiche della destra che a quelle della coalizione civica di centrosinistra cui, formalmente, appartengono. Un atteggiamento proseguito anche dopo il loro rientro in aula al momento della votazione con un acceso diverbio fra Giuseppe Fioriello e il sindaco Michele Abbaticchio.
In aula, però, si sono alternati solo interventi di condivisione del provvedimento, con la partecipazione, in via del tutto eccezionale, di soggetti che non fanno parte del consiglio comunale, come don Vito Piccinonna, rettore della Basilica dei Santi Medici, Mimma Torres, per "Progetto Continenti" e don Michele Camastra, direttore generale dell'ufficio Migrantes diocesano.
Tra gli interventi più articolati dei consiglieri, quello di Antonella Vaccaro (PD), secondo cui «non spetta a noi consiglieri fare le leggi dello stato ma credo sia in nostro potere sensibilizzare e promuovere riflessioni di questo genere. La nostra presenza qui oggi è fondamentale perché in questo momento storico politico/sociale in cui versiamo, rompe il silenzio. Un silenzio provocato dalla mancata approvazione della legge sullo ius soli e alimentato dalla politica della paura e dell'odio promossa negli ultimi mesi da parte di alcuni movimenti e partiti politici».
«Tutti noi siamo lo straniero di qualcun altro – ha detto la Vaccaro - ma la nostra residenza e il nostro ruolo di cittadino lo svolgiamo qui nella nostra città come i 180 minori che sono registrati presso gli uffici dell'anagrafe. 180 minori figli di stranieri di cui 118 nati in Italia e residenti a Bitonto. I loro genitori diversi anni fa sono venuti qui e hanno deciso di darsi e offrire ai propri figli una seconda possibilità, i loro figli nati e cresciuti qui sono cittadini come noi. Vanno a scuola con i vostri figli, crescono tra noi e rispettano le leggi come noi, allora cosa ci differenzia davvero? Nulla, solo il fatto di essere figli di stranieri. Stranieri perché di provenienza da un altro stato».
«Io – ha concluso il consigliere - come cittadino prima e come amministratore poi, sento il dovere di farmi promotrice di iniziative di sensibilizzazione e informazione in merito ai temi dell'integrazione, di cittadinanza e di immigrazione. Nel tentativo di rompere il silenzio che oscura e mina la serenità e la dignità dell'essere umano».
«Pretesto per manifestazioni di stampo ideologico», si è giustificata la Rossiello, che si sarebbe aspettata proposte per migliorare l'integrazione e l'inclusione pratica di chi vive in Italia. Tutti gli altri invece hanno compreso il valore "simbolico" dell'iniziativa, utile a sensibilizzare al tema dell'accoglienza verso lo straniero in difficoltà in un momento in cui parte della politica italiana sembra andare in direzione diametralmente opposta. Almeno "quasi" tutti, perché al momento della discussione non è sfuggita ai presenti l'uscita dall'aula dei gruppi consiliari di maggioranza 70032 Città in Movimento e Riformisti Cattolici e Popolari, già in passato accusati a più riprese di essere più vicini alle posizioni politiche e ideologiche della destra che a quelle della coalizione civica di centrosinistra cui, formalmente, appartengono. Un atteggiamento proseguito anche dopo il loro rientro in aula al momento della votazione con un acceso diverbio fra Giuseppe Fioriello e il sindaco Michele Abbaticchio.
In aula, però, si sono alternati solo interventi di condivisione del provvedimento, con la partecipazione, in via del tutto eccezionale, di soggetti che non fanno parte del consiglio comunale, come don Vito Piccinonna, rettore della Basilica dei Santi Medici, Mimma Torres, per "Progetto Continenti" e don Michele Camastra, direttore generale dell'ufficio Migrantes diocesano.
Tra gli interventi più articolati dei consiglieri, quello di Antonella Vaccaro (PD), secondo cui «non spetta a noi consiglieri fare le leggi dello stato ma credo sia in nostro potere sensibilizzare e promuovere riflessioni di questo genere. La nostra presenza qui oggi è fondamentale perché in questo momento storico politico/sociale in cui versiamo, rompe il silenzio. Un silenzio provocato dalla mancata approvazione della legge sullo ius soli e alimentato dalla politica della paura e dell'odio promossa negli ultimi mesi da parte di alcuni movimenti e partiti politici».
«Tutti noi siamo lo straniero di qualcun altro – ha detto la Vaccaro - ma la nostra residenza e il nostro ruolo di cittadino lo svolgiamo qui nella nostra città come i 180 minori che sono registrati presso gli uffici dell'anagrafe. 180 minori figli di stranieri di cui 118 nati in Italia e residenti a Bitonto. I loro genitori diversi anni fa sono venuti qui e hanno deciso di darsi e offrire ai propri figli una seconda possibilità, i loro figli nati e cresciuti qui sono cittadini come noi. Vanno a scuola con i vostri figli, crescono tra noi e rispettano le leggi come noi, allora cosa ci differenzia davvero? Nulla, solo il fatto di essere figli di stranieri. Stranieri perché di provenienza da un altro stato».
«Io – ha concluso il consigliere - come cittadino prima e come amministratore poi, sento il dovere di farmi promotrice di iniziative di sensibilizzazione e informazione in merito ai temi dell'integrazione, di cittadinanza e di immigrazione. Nel tentativo di rompere il silenzio che oscura e mina la serenità e la dignità dell'essere umano».