Politica
«Con i risarcimenti del processo contro la Fer.Live un’opera che ricordi l’impegno di Bitonto»
La proposta dei politici bitontini per non dimenticare il momento di unità
Bitonto - giovedì 4 ottobre 2018
10.33
Un'opera per ricordare uno dei pochi momenti in cui l'intera comunità bitontina ha provato a presentarsi unita davanti a un pericolo comune, la discarica di materiali ferrosi che la Fer.Live voleva costruire in contrada Colaianni e stroncata dai giudici dopo il ricorso del comune di Bitonto. È la proposta che arriva da Psi, Insieme per la città, Governare il futuro, Sinistra Italiana, Partito Democratico, Città Democratica, Laboratorio e dal consigliere comunale indipendente, Dino Ciminiello che hanno sottoscritto una richiesta inviata in queste ore a Palazzo Gentile.
«La sentenza del Tribunale di Stato del 28 agosto sul caso Ferlive, oggi ad "euforia placata", permette di fare nuove riflessioni – scrivono i firmatari della proposta - ribadendo la straordinaria unità d'intenti di tutta la comunità cittadina rileviamo che non è certo responsabilità dei cittadini di Bitonto se si è arrivati fino al massimo grado della giustizia amministrativa per evitare l'ecomostro Ferlive. In molti, che pur avevano concesso i loro pareri favorevoli, si son sbracciati nell'esultanza della vittoria. E allora, nella buona tradizione italica, tutti vincitori e nessuno sconfitto».
Cedendo, ancora una volta, alla tentazione di assegnare "meriti" e "colpe" della vicenda, i protagonisti della richiesta rilevano però che, in realtà, «qualcuno che qualcosa ha perso c'è. E sono le decine di persone, che tra associazioni, movimenti, partiti o anche da semplici cittadini hanno speso parte del loro tempo, hanno messo a disposizione il loro entusiasmo e le loro competenze. Alcuni ci hanno rimesso anche del proprio denaro per metter su manifestazioni, banchetti e volantini. Insomma, sono i volenterosi. Che in quanto tali ed essendo mossi solo da sani principi non hanno perso tempo a rivendicare ognuno il proprio superiore attivismo ecologico, ambientale e sempre al servizio del cittadino. Non si può che esserne felici quando si mette il Bene Comune al di sopra di tutto».
Ecco allora il suggerimento: «Chiediamo a tutti gli attori di questa vicenda di dare un ulteriore segnale di attenzione alla Città. Leggiamo, infatti, tra le righe del dispositivo giudiziale, che a chi si è costituito in giudizio venga riconosciuta una somma di 5mila euro a titolo di risarcimento. Il nostro appello è che, in ossequio alle parole del Mahatma Gandhi a proposito del sacrificio di ognuno per la comunità, la somma eccedente le vive spese legali venisse investita per il bene comune, per la città, per un'opera che ricordi questa straordinaria esplosione d'intenti nel segno del rinnovato sentire comune».
«I sottoscritti – concludono i firmatari della proposta - si dichiarano disponibili ad aprire un momento di condivisione in tal senso».
«La sentenza del Tribunale di Stato del 28 agosto sul caso Ferlive, oggi ad "euforia placata", permette di fare nuove riflessioni – scrivono i firmatari della proposta - ribadendo la straordinaria unità d'intenti di tutta la comunità cittadina rileviamo che non è certo responsabilità dei cittadini di Bitonto se si è arrivati fino al massimo grado della giustizia amministrativa per evitare l'ecomostro Ferlive. In molti, che pur avevano concesso i loro pareri favorevoli, si son sbracciati nell'esultanza della vittoria. E allora, nella buona tradizione italica, tutti vincitori e nessuno sconfitto».
Cedendo, ancora una volta, alla tentazione di assegnare "meriti" e "colpe" della vicenda, i protagonisti della richiesta rilevano però che, in realtà, «qualcuno che qualcosa ha perso c'è. E sono le decine di persone, che tra associazioni, movimenti, partiti o anche da semplici cittadini hanno speso parte del loro tempo, hanno messo a disposizione il loro entusiasmo e le loro competenze. Alcuni ci hanno rimesso anche del proprio denaro per metter su manifestazioni, banchetti e volantini. Insomma, sono i volenterosi. Che in quanto tali ed essendo mossi solo da sani principi non hanno perso tempo a rivendicare ognuno il proprio superiore attivismo ecologico, ambientale e sempre al servizio del cittadino. Non si può che esserne felici quando si mette il Bene Comune al di sopra di tutto».
Ecco allora il suggerimento: «Chiediamo a tutti gli attori di questa vicenda di dare un ulteriore segnale di attenzione alla Città. Leggiamo, infatti, tra le righe del dispositivo giudiziale, che a chi si è costituito in giudizio venga riconosciuta una somma di 5mila euro a titolo di risarcimento. Il nostro appello è che, in ossequio alle parole del Mahatma Gandhi a proposito del sacrificio di ognuno per la comunità, la somma eccedente le vive spese legali venisse investita per il bene comune, per la città, per un'opera che ricordi questa straordinaria esplosione d'intenti nel segno del rinnovato sentire comune».
«I sottoscritti – concludono i firmatari della proposta - si dichiarano disponibili ad aprire un momento di condivisione in tal senso».