Cronaca
Concorsi truccati Asl: assolto da tutte le accuse Giuseppe Lonardelli
«Il fatto non sussiste». Archiviata definitivamente la vicenda giudiziaria del medico bitontino
Bitonto - venerdì 28 settembre 2018
9.19
«Assolto, perché il fatto non sussiste». Con queste parole la Corte di Cassazione ha scritto, in maniera definitiva, la parola "fine" sulla vicenda giudiziaria del dottor Giuseppe Lonardelli, medico bitontino coinvolto in un'inchiesta su un presunto concorso truccato nella Asl di Bari.
L'accusa era di aver contribuito a far vincere il concorso di primario all'ospedale di Altamura all'allergologo Eustachio Nettis, condannato in primo grado a 3 e 6 mesi e poi assolto da tutte le accuse insieme a Lonardelli – all'epoca direttore sanitario della Asl di Bari, in quota PD - e agli altri 5 imputati di questo filone d'inchiesta: l'ex dirigente dell'ufficio legale della Asl di Bari Leonardo Digirolamo, gli allora primari dei reparti di allergologia degli ospedali di Caserta e Civitanova Marche, Agostino Cirillo e Stefano Pucci, il funzionario della Asl di Altamura, Vito Modesto Mastrangelo (tutti condannati in secondo grado a pene tra i 10 e gli 8 mesi di reclusione) e l'allora direttore della Asl di Bari, Lea Cosentino.
Per "lady Asl", in realtà, resta in piedi ancora un capo d'accusa, quello legato alla presunta bonifica degli uffici da microspie: se l'ex dirigente è stata assolta, perché caduto in prescrizione, dal reato di falso, dovrà invece essere nuovamente processata in secondo grado, per "peculato" insieme agli altri due imputati della vicenda, l'ex capo area della Gestione Patrimonio dell'Asl di Bari Antonio Colella e l'investigatore privato Antonio Coscia. Per tutti e tre è stata poi confermata la condanna a risarcire la Regione Puglia.
L'accusa era di aver contribuito a far vincere il concorso di primario all'ospedale di Altamura all'allergologo Eustachio Nettis, condannato in primo grado a 3 e 6 mesi e poi assolto da tutte le accuse insieme a Lonardelli – all'epoca direttore sanitario della Asl di Bari, in quota PD - e agli altri 5 imputati di questo filone d'inchiesta: l'ex dirigente dell'ufficio legale della Asl di Bari Leonardo Digirolamo, gli allora primari dei reparti di allergologia degli ospedali di Caserta e Civitanova Marche, Agostino Cirillo e Stefano Pucci, il funzionario della Asl di Altamura, Vito Modesto Mastrangelo (tutti condannati in secondo grado a pene tra i 10 e gli 8 mesi di reclusione) e l'allora direttore della Asl di Bari, Lea Cosentino.
Per "lady Asl", in realtà, resta in piedi ancora un capo d'accusa, quello legato alla presunta bonifica degli uffici da microspie: se l'ex dirigente è stata assolta, perché caduto in prescrizione, dal reato di falso, dovrà invece essere nuovamente processata in secondo grado, per "peculato" insieme agli altri due imputati della vicenda, l'ex capo area della Gestione Patrimonio dell'Asl di Bari Antonio Colella e l'investigatore privato Antonio Coscia. Per tutti e tre è stata poi confermata la condanna a risarcire la Regione Puglia.