Cronaca
Conte pestato in carcere. La vendetta di un clan di Bari?
Dopo un giorno in ospedale, il boss è tornato in cella ed è attualmente detenuto in isolamento
Bitonto - sabato 2 giugno 2018
18.52
Era arrivato da qualche ora nel carcere di Bari, il 27 maggio scorso, dopo 37 giorni di latitanza, perché ritenuto il mandante dell'agguato del 30 dicembre 2017 nel centro storico di Bitonto nel quale fu uccisa per errore Anna Rosa Tarantino, quando è stato aggredito da altri detenuti per motivi ancora da accertare.
È il caso che ha visto protagonista il presunto boss bitontino, Domenico Conte, reggente dell'omonimo clan, contrapposto a quello dei Cipriano. Lo stesso giorno dell'arresto, alcuni detenuti lo avrebbero aggredito con calci e pugni, provocandogli lesioni al volto e ad un orecchio. Dopo un giorno al Policlinico per le visite del caso, il presunto boss è tornato in cella, nel carcere di Bari, ed è attualmente detenuto in isolamento.
L'aggressione sarebbe avvenuta nella cosiddetta "zona di passeggio", dove i detenuti si incontrano, mentre sul caso la Procura della Repubblica di Bari ha aperto un'indagine sul pestaggio per individuare mandanti, autori e movente del raid punitivo. Gli inquirenti, infatti, sono orientati a ritenere che lo stessero aspettando - in una zona priva di videocamere - per dargli una lezione.
Sembrerebbe l'antica la legge del carcere, vecchia come il ricorso alla violenza. Quello che preoccupa gli inquirenti, però, è che ad essere aggredito con calci e pugni sia stato il presunto boss di Bitonto, una persona di spicco negli ambienti criminali. Inoltre, sentito sull'accaduto, Conte ha detto di non conoscere chi lo ha aggredito e di non capirne il motivo. Gli inquirenti, però, faticano a credere alla sua versione.
Secondo la Procura della Repubblica l'aggressione a Conte sarebbe una vendetta preparata da tempo. Chi si è mosso (un clan di Bari?) lo ha fatto per un ragione ben precisa: molto probabilmente un segnale per chi al momento è al comando del clan Conte.
È il caso che ha visto protagonista il presunto boss bitontino, Domenico Conte, reggente dell'omonimo clan, contrapposto a quello dei Cipriano. Lo stesso giorno dell'arresto, alcuni detenuti lo avrebbero aggredito con calci e pugni, provocandogli lesioni al volto e ad un orecchio. Dopo un giorno al Policlinico per le visite del caso, il presunto boss è tornato in cella, nel carcere di Bari, ed è attualmente detenuto in isolamento.
L'aggressione sarebbe avvenuta nella cosiddetta "zona di passeggio", dove i detenuti si incontrano, mentre sul caso la Procura della Repubblica di Bari ha aperto un'indagine sul pestaggio per individuare mandanti, autori e movente del raid punitivo. Gli inquirenti, infatti, sono orientati a ritenere che lo stessero aspettando - in una zona priva di videocamere - per dargli una lezione.
Sembrerebbe l'antica la legge del carcere, vecchia come il ricorso alla violenza. Quello che preoccupa gli inquirenti, però, è che ad essere aggredito con calci e pugni sia stato il presunto boss di Bitonto, una persona di spicco negli ambienti criminali. Inoltre, sentito sull'accaduto, Conte ha detto di non conoscere chi lo ha aggredito e di non capirne il motivo. Gli inquirenti, però, faticano a credere alla sua versione.
Secondo la Procura della Repubblica l'aggressione a Conte sarebbe una vendetta preparata da tempo. Chi si è mosso (un clan di Bari?) lo ha fatto per un ragione ben precisa: molto probabilmente un segnale per chi al momento è al comando del clan Conte.