Cronaca
Controlli anticovid a Bitonto: chiusi diversi esercizi commerciali
L'esasperazione di uno dei titolari: «Multato per un cartello, lo accetto, ma perchè chiudermi per 5 giorni?»
Bitonto - lunedì 8 marzo 2021
12.12
Stretta delle forze dell'ordine sugli esercizi commerciali di Bitonto, dove gli agenti sono entrati in azione per verificare il rispetto delle normative antiCovid. A farne le spese, in particolare, alcuni bar e locali del centro per i quali, in molti casi, sono state elevate sanzioni e disposta la chiusura di 5 giorni.
Diverse le irregolarità contestate: si va dall'eccessivo numero di clienti all'interno degli ambienti, al mancato rispetto degli orari per la somministrazione dei prodotti al bancone, fino all'insufficiente informativa dei cartelli per regolamentare l'afflusso degli avventori.
Tra i titolari colpiti dalle prescrizioni anche Paolo Petta, proprietario del Bar Smic, in piazza Moro, che ha affidato ai social la sua amara esasperazione: «Non discuto che, nel marasma e tra le mille preoccupazioni per mantenere i dipendenti, pagare le utenze, gestire il delivery, svegliarmi alle 5 ed andare a letto alle 24, pensare e ripensare su come evitare di abbassare la saracinesca e mandare tutto all'aria, leggere ed interpretare ogni settimana un nuovo DPCM, zona gialla, zona rossa, zona arancione, poi lockdown e gialla, rossa, gialla, consegna si-consegna no, in sede si consuma-in sede non si consuma, insomma, in tutto questo abbia dimenticato di esporre un foglio con su scritto "si entra due o tre per volta". Va bene, accetto il rimprovero, accetto anche l'ammenda, ma la chiusura per cinque giorni che senso ha?».
«So che i miei clienti – aggiunge il titolare - quelli veri e cari, mi aspettano, ma di tutta la merce prodotta per la vendita di questi giorni che ne faccio? L'Italia, "la terra dei cachi". Il danno e la beffa. Grazie Stato Italiano per il sostegno che dai a noi partita IVA in questo periodo di pandemia».
Diverse le irregolarità contestate: si va dall'eccessivo numero di clienti all'interno degli ambienti, al mancato rispetto degli orari per la somministrazione dei prodotti al bancone, fino all'insufficiente informativa dei cartelli per regolamentare l'afflusso degli avventori.
Tra i titolari colpiti dalle prescrizioni anche Paolo Petta, proprietario del Bar Smic, in piazza Moro, che ha affidato ai social la sua amara esasperazione: «Non discuto che, nel marasma e tra le mille preoccupazioni per mantenere i dipendenti, pagare le utenze, gestire il delivery, svegliarmi alle 5 ed andare a letto alle 24, pensare e ripensare su come evitare di abbassare la saracinesca e mandare tutto all'aria, leggere ed interpretare ogni settimana un nuovo DPCM, zona gialla, zona rossa, zona arancione, poi lockdown e gialla, rossa, gialla, consegna si-consegna no, in sede si consuma-in sede non si consuma, insomma, in tutto questo abbia dimenticato di esporre un foglio con su scritto "si entra due o tre per volta". Va bene, accetto il rimprovero, accetto anche l'ammenda, ma la chiusura per cinque giorni che senso ha?».
«So che i miei clienti – aggiunge il titolare - quelli veri e cari, mi aspettano, ma di tutta la merce prodotta per la vendita di questi giorni che ne faccio? L'Italia, "la terra dei cachi". Il danno e la beffa. Grazie Stato Italiano per il sostegno che dai a noi partita IVA in questo periodo di pandemia».